INCHIESTA . L’Egitto in fiamme acquista elicotteri made in Italy
Cronaca Regionale

INCHIESTA . L’Egitto in fiamme acquista elicotteri made in Italy

Nuovi affari in Egitto per i piazzisti d’armi mentre le forze armate continuano areprimere brutalmente le manifestazioni per il pane, la libertà e la democrazia. Due elicotteri AW139 in configurazione ricerca e soccorso SAR della societàBAgustaWestland (gruppo Finmeccanica) saranno trasferiti all’aeronautica militareegiziana via Stati Uniti d’America.
Il contratto, per un valore di 37,8 milioni didollari, è stato sottoscritto dall’azienda italiana con U.S. Army Aviation andMissile Command (AMCOM), il comando aereo e missilistico dell’esercito USA che poi girerà all’Egitto i due mezzi attraverso il programma Foreign Military Sales (FMS).
Una triangolazione per certi versi incomprensibile (e dunque sospetta) che ricalcaquanto avvenuto un paio di anni fa con il trasferimento all’aeronautica militareafghana di 20 aerei da trasporto C-27A “Spartan” prodotti da Alenia Aeronautica (altra società Finmeccanica) e venduti in prima battuta all’US Air Force. Sempre Alenia Aeronautica aveva tentato inutilmente diricorrere alle forze armate statunitensi per trasferire altri cargo “Spartan” aGhana e Taiwan. Con una velocità massima di crociera di 165 nodi (306 km/h) e un’autonomia superiorealle 570 miglia nautiche (1.060 km), gli elicotteri AW139 dispongono di una bassatraccia acustica e possono operare in tutte le condizioni meteo. Sono inoltreconfigurabili per il trasporto da 8 a 15 soldati e le grandi porte scorrevolidell’abitacolo permettono di caricare e scaricare rapidamente truppe e materiali.Gli elicotteri destinati alle forze armate egiziane saranno prodotti neglistabilimenti di Philadelphia di AgustaWestland North America e saranno consegnatientro il novembre 2012. Il contratto prevede anche l’addestramento dei piloti e delpersonale di terra e la fornitura delle attrezzature e dei ricambi necessari per lamessa in servizio e la manutenzione dei velivoli. L’Egitto è il maggiore recettore al mondo degli aiuti militari USA dopo Israele.
Nel 2010 il valore delle armi fornite da Washington è stato di 1,3 miliardi di dollari(più 250 milioni in non meglio specificati “aiuti economici”).
Il bilancio diprevisione dell’anno fiscale 2011 assegna all’Egitto un identico apporto finanziarioin armamenti e apparecchiature strategiche.
Tra le principali forniture di sistemid’arma spicca in particolare quella di 20 cacciabombardieri F-16 (16 nella versioneC e 4 in quella D) e di 10 elicotteri d’attacco “Apache”. E tra le beneficiarie deiprincipali contratti sottoscritti dal Pentagono negli ultimi due anni a favore delpaese nordafricano compaiono proprio due aziende italiane del gruppo Finmeccanica:DRS C3 and Aviation Company (sede a Horsham, Pennsylvania) che nel dicembre 2010 havenduto all’U.S. Army Communications and Electronics Command veicoli, hardware eservizi per la “sorveglianza delle frontiere egiziane” (valore della commessa 65,7 milioni di dollari); eAgustaWestland North America che nel novembre 2009 è stata chiamata da US Navy ariparare e potenziare le apparecchiature di tre elicotteri Mk-2 “Sea King” indotazione al 7° squadrone dell’aeronautica militare di stanza a Borg El Arab(valore 17,35 milioni di dollari). Sei mesi prima, la stessa aziendaelicotteristica aveva firmato un contratto con il ministero della difesadell’Egitto per la forniture di tre velivoli AW109 “Power” da utilizzare in campomedico-militare (importo 24 milioni di euro), mentre un elicottero nella versioneAW139 veniva venduto alla società petrolifera statale egiziana per consentire iltrasporto del personale alle piattaforme offshore nel Mediterraneo e nel Mar Rosso.

Per il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs, la grave crisi politica e socialescoppiata quest’anno in Egitto non comporterà alcuna riduzione negli aiuti militariUSA. Non sembrano impensierire l’amministrazione Obama e i contractor statunitensi einternazionali le sempre più numerose denunce sulle violazioni dei diritti umanicommesse dalla polizia e dai militari egiziani nel “nuovo corso” post-Mubarak.Secondo il quotidiano britannico The Guardian, dallo scoppio delle proteste di massacontro l’ex presidente ad oggi “le forze armate egiziane congiuntamente ai servizid’intelligence hanno detenuto segretamente centinaia e forse migliaia di oppositorie molti di essi sono stati pure torturati”.

Le organizzazioni non goverantive hannodocumentato l’uso di scariche elettriche su alcuni dei detenuti, mentre HossamBahgat, direttore dell’Egyptian Initiative for Personal Rights del Cairo, denunciala “sparizione” di decine di arrestati dopo il loro trasferimento in alcune strutture militari del paese.“Capita sempre più spesso – aggiunge Bahgat – che i partecipanti alle proteste inpiazza Tahrir vengano condotti con la forza all’interno del vicino Museodell’Antico Egitto e sottoposti ad abusi fisici da parte dei soldati che liaccusano di essere agenti di gruppi o potenze stranieri come Hamas ed Israele”. Amnesty International ha raccolto le testimonianze di persone arrestate che hannodenunciato di essere state torturate con vari metodi tra cui le frustate e costrettia fornire informazioni sulle proteste in programma.

Due rappresentantidell’organizzazione internazionale sono stati arrestati (e poi rilasciati) il 4febbraio nel corso di un blitz delle forze dell’ordine negli uffici del Centro distudi giuridici Hishan Mubarak, al Cairo, insieme a 35 persone che si trovavanoriunite (difensori dei diritti umani, avvocati e giornalisti). In un recente reportsulle conseguenze della repressione contro il movimento popolare di Piazza Tahir, Amnesty International stima in 840 le persone rimaste uccise durante le rivolte,oltre a migliaia di feriti.

“Molti civili sarebbero stati arrestati durante leproteste e processati da tribunali militari, una pratica che viola i dirittifondamentali della persona, primo fra tutto quello a ricevere un giusto ed equo processo”.

Tra le pratiche più efferate quella di sottoporre le giovani donnearrestate a “test di verginità”. “Li abbiamo effettuati per proteggere l’esercitoda possibili denunce di stupro”, l’allucinante ammissione del generaledell’esercito Abdel Fattah al-Sisi di fronte ai delegati di Amnesty International. 

Nel tentativo di mitigare le accuse delle organizzazioni non governative,l’esecutivo egiziano ha deciso l’allontanamento o il pre-pensionamento di 699 trafunzionari di polizia e militari (compresi 505 generali).

Secondo la tv di stato, 37di essi sarebbero direttamente implicati nella morte di alcuni dei manifestanti dipiazza Tahir. Per Magda Boutros, una delle attiviste del forum che ha lanciato lacampagna per la riforma democratica dei corpi di polizia, si tratta però di unamisura meramente simbolica.

“Il nostro gruppo stima che siano almeno 200 gliufficiali responsabili dei massacri di manifestanti”, spiega Boutros.

“E comunquenon basta rimuoverli dai loro incarichi se essi non vengono poi processati”.

16 Luglio 2011

Autore:

admin


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