Per il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs, la grave crisi politica e socialescoppiata quest’anno in Egitto non comporterà alcuna riduzione negli aiuti militariUSA. Non sembrano impensierire l’amministrazione Obama e i contractor statunitensi einternazionali le sempre più numerose denunce sulle violazioni dei diritti umanicommesse dalla polizia e dai militari egiziani nel “nuovo corso” post-Mubarak.Secondo il quotidiano britannico The Guardian, dallo scoppio delle proteste di massacontro l’ex presidente ad oggi “le forze armate egiziane congiuntamente ai servizid’intelligence hanno detenuto segretamente centinaia e forse migliaia di oppositorie molti di essi sono stati pure torturati”.
Le organizzazioni non goverantive hannodocumentato l’uso di scariche elettriche su alcuni dei detenuti, mentre HossamBahgat, direttore dell’Egyptian Initiative for Personal Rights del Cairo, denunciala “sparizione” di decine di arrestati dopo il loro trasferimento in alcune strutture militari del paese.“Capita sempre più spesso – aggiunge Bahgat – che i partecipanti alle proteste inpiazza Tahrir vengano condotti con la forza all’interno del vicino Museodell’Antico Egitto e sottoposti ad abusi fisici da parte dei soldati che liaccusano di essere agenti di gruppi o potenze stranieri come Hamas ed Israele”. Amnesty International ha raccolto le testimonianze di persone arrestate che hannodenunciato di essere state torturate con vari metodi tra cui le frustate e costrettia fornire informazioni sulle proteste in programma.
Due rappresentantidell’organizzazione internazionale sono stati arrestati (e poi rilasciati) il 4febbraio nel corso di un blitz delle forze dell’ordine negli uffici del Centro distudi giuridici Hishan Mubarak, al Cairo, insieme a 35 persone che si trovavanoriunite (difensori dei diritti umani, avvocati e giornalisti). In un recente reportsulle conseguenze della repressione contro il movimento popolare di Piazza Tahir, Amnesty International stima in 840 le persone rimaste uccise durante le rivolte,oltre a migliaia di feriti.
“Molti civili sarebbero stati arrestati durante leproteste e processati da tribunali militari, una pratica che viola i dirittifondamentali della persona, primo fra tutto quello a ricevere un giusto ed equo processo”.
Tra le pratiche più efferate quella di sottoporre le giovani donnearrestate a “test di verginità”. “Li abbiamo effettuati per proteggere l’esercitoda possibili denunce di stupro”, l’allucinante ammissione del generaledell’esercito Abdel Fattah al-Sisi di fronte ai delegati di Amnesty International.
Nel tentativo di mitigare le accuse delle organizzazioni non governative,l’esecutivo egiziano ha deciso l’allontanamento o il pre-pensionamento di 699 trafunzionari di polizia e militari (compresi 505 generali).
Secondo la tv di stato, 37di essi sarebbero direttamente implicati nella morte di alcuni dei manifestanti dipiazza Tahir. Per Magda Boutros, una delle attiviste del forum che ha lanciato lacampagna per la riforma democratica dei corpi di polizia, si tratta però di unamisura meramente simbolica.
“Il nostro gruppo stima che siano almeno 200 gliufficiali responsabili dei massacri di manifestanti”, spiega Boutros.
“E comunquenon basta rimuoverli dai loro incarichi se essi non vengono poi processati”.
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