INCONTRI ALLA CAPANNINA – Dialogando sui “temi” trattati nei romanzi di Ivonne Agostino
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INCONTRI ALLA CAPANNINA – Dialogando sui “temi” trattati nei romanzi di Ivonne Agostino

Ieri alle 17 presso l’elegante e accogliente caffè letterario la Capannina, a Gliaca di Piraino, Massimo Scaffidi ha condotto la presentazione del nuovo libro di Ivonne Agostino dal titolo “Un caffè al bar delle Folies-Bergère”, ma è stato lo spunto, anche parlando del primo libro della giovane autrice di dialogare su tempi spazianti dall’amore dalla morte, dalla musica all’arte, della droga al disagio giovanile. Si respirava il piacere di stare insieme senza conflitti, senza urla, ma solo per ascoltare delicatamente la parola.

La dottoressa Shara Pirrotti (tutor universitario di Ivonne) comincia facendo  un bellissimo excursus storico e letterario per giungere alla scrittura di Ivonne, intensa e contraddittoria, senza lieto fine eppure piena di speranza.

I miti classici, amore e morte, odio e amore,  dove la morte aveva un senso, mentre la sorte dei protagonisti dei libri di Ivonne sembrerebbe essere senza senso, vuota, non da spiegazione, che non cerca messaggi sociali o filosofici. Per loro spesso la vera vita è esserci e dopo non esserci più. Così senza motivo.

Intervengono, al’incontro mentre si alternano alcune letture di brani dei libri curati da Daniela Forestieri e Claudio Martelli,  le dottoresse Maria Cristina e Alessandra Battaglia. Sono sorelle, la prima, avvocato, ha studio a Barcellona, terra di frontiera di emergenti conflitti criminali, fa esperienza sul campo, in presa diretta, e riferendosi al libro”Non esiste solo il nero”, parla – ovviamente – delle dipendenze dalla droga.

Le conseguenze legali, l’importanza della  prevenzione ed dell’informazione, il ruolo della scuola e dei formatori.

Si rivolge sopratutto ai giovani, risponde ad alcune domande che giungono dalla sala, ed alla fine conclude: “I tempi sono cambiati” dice, “e adesso i ragazzi sono molto più esposti alle dipendenze, l’unica arma che hanno è la consapevolezza, il sapere.”

La dottoressa Alessandra, parla della “malattia” – il personaggio del secondo  libro di Yvonne, è malato di cancro -.

Lei, Alessandra. è una specializzanda in oncologia, vive in corsi il dramma dell’ammalato, che alla entra a far parte del quotidiano di chi si prende cura di lui, ma si sofferma anche sul dramma dei familiari che ne condividono la malattia. Ma parla di prevenzione, parla anche dei passi da gigante fatti dalla medicina, lo screening ad esempio permette di prendere in tempo il tumore, dell’importanza di eseguire il paptest.

Per lei “anticipare” la malattia quando questo è possibile è una grande scommessa sul futuro. Quindi la prevenzione avanti a tutto anche nel cambio dei cosiddetti stili di vita, ma ovviamente resta il fatto che dalla reazione psicologica del paziente dipende molto il “dopo”.

L’importante è credere nella “cura”. E questo vale sempre e per tutto.

Infine conclude Ivonne.

Lei è timida, ma tira fuori grinta e determinazione.

E’ bello ascoltare dei suoi progetti e delle emozioni che prova, della sua voglia di scrivere e della fatica che questa “costa”.

Il libro come metafora di altro.

Nel salotto letterario c’è tanta gente ad ascoltare ed applaudire, e ci sono gli amici di Ivonne, i compagni di scuola, quelli del liceo ed i nuovi … quelli dell’Università, che illuminano ancor più questo salotto letterario.

Tra gli interventi citiamo quello di Teresa Materia, lei punta i fari su Musica e Arte, temi che vengono fuori nell’ultimo libro, e che si intrecciano alle altre “passioni” forti di cui è intriso il romanzo. Ivonne sorride, l’abbraccia.

Ma ne sapremo di più nell’intervista che a breve l’autrice rilascerà a Scomunicando.

L’evento, organizzato dall’associazione Piraino Giovane e Solidale cui fa capo l’avvocato Salvatore Cipriano, ed in prima persona da Susanna Sapienza si conclude tra tazze fumanti di te e tisane, offerte da Nino patron de “La Capannina” e con le parole che pronuncia Ivonne e che riassumerei così;

“Se lego la mia mano alla tua con uno scoch e poi lo strappo per dividerle senti male” “Un po”… “Se lego le nostre mani con la colla forte e poi di colpo le divido ti fai male”…”Abbastanza”, “e se cucio la mia mano alla tua quando la tiro via senti male” “Si”.

Più un legame è forte, più separarsene provoca grande dolore.

Brava Ivonne

 

Italo Zeus

La fotogallery… con le foto di Nino Bartuccio

                

14 Aprile 2018

Autore:

redazione


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