Si rivedono dopo mezzo secolo e la commozione è davvero grande tra tanta emozione e lacrime di gioia.
Una bella storia, che può ispirare la trama di un eventuale romanzo.
Risale ad un afoso pomeriggio di agosto di oltre cinquant’anni fa, allorquando Roberto Laguidara, meglio noto come Pippo, tornava dal lavoro in fabbrica a Patti, presso la ex Wagi.
Da premettere che a quei tempi non esisteva ancora la strada denominata a “scorrimento veloce” che oggi collega Sant’Angelo di Brolo con la costa e, ovviamente, il tragitto diventava ancora più lungo e pesante, soprattutto dopo una dura giornata lavorativa nei mesi più caldi dell’ anno.
Giunto in quel di Fiumara, stanco per la lunga e pesante giornata lavorativa e fuori casa sin dall’ alba, il giovane Roberto scorge in strada due donne, di cui una con un bambino in braccio privo di sensi, che tra le grida, disperate e di dolore, invocavano aiuto per il piccolo, di nome Paolo, privo di sensi a causa di un malore improvviso. Laguidara si ferma, li carica in macchina e insieme si avviano, a bordo di una Fiat 600, alla ricerca di un medico.
Arrivati a Brolo, dal dottore ” Garofalo”, pare che il cognome sia corretto cosi’ perché dalle informazioni assunte veniva storpiato, in gergo dialettale , in “Iaroffulu” alias “garofano”, così come ricorda anche la mamma del piccolo Paolino, Rosa Gasparo, allora non ancora sedicenne.
Il medico prospetta una situazione poco rosea e alza le mani per il bimbo, consigliandoli di recarsi prontamente all’ ospedale di Patti. Nel frattempo nella zona di Fiumara si sparge la voce di quanto occorso e viene avvertito il papà di Paolo, il signor Gianni Frontino, autista di pullman, che stava rientrando da lavoro con la famosa “corriera”. In quel dell’ex albergo di Calabrese a Gliaca di Piraino si incontrano e Roberto Laguidara, stanco e avvilito, da’ il tempo a Gianni Frontino di parcheggiare la ” corriera” per consegnare prontamente la propria utilitaria con i passeggeri per condurre il piccolo in ospedale ma, soprattutto, per poter condividere quei momenti terribili insieme alla “moglie bambina”. Roberto rassicura loro affermando: “Gianni vai tranquillo con la mia macchina, sii prudente ma veloce per tentare di salvare ” u picciriddu” , io vi aspettero’ qui… ” .. sono state ore di attesa per l’uomo, magari più del previsto, ripagate poi dal vedere tornare la famigliola con Paolino “sopravvissuto” e fuori pericolo.
Nel frattempo, a casa Laguidara, in via Garibaldi 67, c’ era “qualcuno” che aspettava il suo papà per aprire gli occhi e vedere la luce! Di fatto, alle prime luci dell’ alba nasce Giuseppina e sin da subito lascia intravedere dai gesti i segni di una natura ribelle, forse, anche a causa dell’ attesa, che si aggiungeva ad un travaglio difficile di mamma Tindara, aggravato dalla preoccupazione per il mancato arrivo del marito in un momento così particolare, senza alcuna notizia e/o avvertimento considerato, inoltre, che era assente la linea telefonica.
I casi, le circostanze e le coincidenza della vita. Il futuro papà Roberto impegnato nel salvare il piccolo Paolino mentre stava per nascere la sua unica figlia. Una storia di cui se ne parlava sempre nelle rispettive famiglie ma che, nella frenesia della quotidianità, non c’ era mai stata l’ occasione di concretizzarsi con un incontro tra tutti i protagonisti principali della vicenda rocambolesca. L’ epilogo si commenta da sé. Legami e affetti che davvero sanno di familiare e riempiono di gioia. Genitori anziani che ancor oggi si commuovono e piangono.
Gesti spontanei di un animo buono, di altruismo vero e disinteressato, la riconoscenza di un “grande” Paolo, oggi felice papà di un unica, meravigliosa creatura di nome Rosa. Emergono valori veri e smarriti, che fanno riflettere rispetto ad una società dove imperano sempre più l’ egoismo, l’ interesse e la prevaricazione, effetti di un individualismo in continua ascesa, fenomeno negativo, prorompente e devastante. Così come l’ apparire rispetto all’ essere e la ricerca continua del consenso a tutti i costi.
Davvero una bella e commovente storia a lieto fine che continua….