Brolo: Giovani scrivono al Sindaco “siamo ragazzi che hanno creduto e sperano ancora di potere credere nel sogno della legalità, dei corretti comportamenti, della lealtà e della giustizia“.
Una compagnia teatrale che si “crea” e poi svanisce, un’idea, la voglia di credere, un sogno che si infrange, ed ecco la lettera inviata al Sindaco Anche questo un esempio di dialogo e di crescita di una società, nuova e giovane, che ama e vuole il confronto, anche con le Istituzioni, che guarda avanti e che ama “indignarsi”.. anche questa è Democrazia.
Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata alla “Comunità”, al Sig. Sindaco di Brolo, e per opportuna conoscenza: ai Sindaci dei Comuni di Caprileone, Piraino, Ficarra, Gioiosa Marea ed al Presidente dell’Associazione Peppino Impastato di Cinisi.
A Salvo Messina, Sindaco di Brolo
A scrivere è un gruppo di ragazzi brolesi, orgogliosi di appartenere a questa Comunità, cresciuta socialmente, culturalmente ed economicamente per la volontà e l’impegno di Amministratori corretti e attenti come Lei, Sig. Sindaco e dei Cittadini operosi e seri, che fanno di Brolo la città che “amiamo e che vogliamo”, una città aperta, che sta educando i suoi cittadini a credere nell’emancipazione, nella crescita, nella cultura dell’accoglienza e del dialogo, senza perdere di vista l’etica e la giustizia, la lotta per un mondo più giusto e più sano.
Noi stessi, firmatari di questa lettera, siamo ragazzi che hanno creduto e sperano ancora di potere credere nel sogno della legalità, dei corretti comportamenti, della lealtà e della giustizia.
Chi siamo
Siamo Luca Scaffidi Militone, Antonino Colantropo, Maura Miragliotta, Giuseppe Ziino, Francesco Pintaudi e Rosita Di Luca, tutti componenti della oramai ex Compagnia teatrale “Peppino Impastato”.
Codesta Comunità forse ha memoria di averne sentito parlare e magari ha avuto anche modo di apprezzarne il modesto, ma onesto impegno, nell’avere portato in scena, mesi orsono, la loro prima (e, ahimè, ultima) rappresentazione teatrale “Lu mortu assicuratu” liberamente tratta dall’opera dialettale di Ferruccio Centonze.
Abbiamo con entusiasmo aderito all’idea di far nascere una compagnia teatrale, per coltivare la socialità e l’amicizia, per animare la vita culturale, artistica e turistica di Brolo, tra utilità sociale e passione, incoraggiati dal concreto contributo Suo, Signor Sindaco e dal consenso affettuoso di tutti i nostri concittadini ai quali siamo sinceramente grati.
Per essere degni cittadini di Brolo
Quanto poi alla scelta di intitolare la compagnia alla figura di un giovane tanto coraggioso e coerente, ci è sembrata una decisione bene orientata, come auspicio e responsabile impegno assunto per il futuro nostro e dei nostri concittadini e coetanei, come un ‘contratto’ d’onore e di fede ideale, poiché Peppino Impastato, ha segnato una direzione percorribile e non utopistica al percorso di ogni giovane che voglia, in maniera convinta, scegliere verso che parte orientare la propria vita e i propri comportamenti.
Noi crediamo nell’impegno sociale e culturale, non siamo ragazzi con “grilli per la testa” bensì intenzionati a ragionare, a coltivare il nostro autonomo senso critico e a consolidare una piena consapevolezza dei nostri diritti all’insegna del rispetto della nostra e altrui libertà, nella convinzione che ciascuno di noi può fare qualcosa per migliorare se stesso e la società, con l’evoluzione culturale, l’apertura degli orizzonti e con l’impegno a contrastare ogni forma di sopruso, ingiustizia e tracotante prevaricazione “mafiosa”, oltre che in senso stretto, anche come modello di vita votato ad ogni tipo di comportamento che viola le norme legali e di civile convivenza.
Chiamarci Compagnia teatrale Peppino Impastato, ha dunque per noi assunto un significato responsabile e non suggestivo, quello di somigliargli più possibile, nel vivere coerente, nel camminare a schiena dritta, su una strada altrettanto retta, per poterci dire degni figli di questa comunità positiva di Brolo.
E’ con questo spirito che finora ci siamo mossi e abbiamo agito.
“Sciolta d’imperio” la compagnia Peppino Impastato
Oggi, la compagnia, che peraltro non era ancora stata perfezionata nei termini burocratici, ma si muoveva attraverso la gestione di un comune e solidale intento di “lavorare” dando già alla Collettività i suoi frutti al di là del mero perfezionamento formale, in itinere, senza il nostro personale consenso, è stata sciolta improvvisamente, omettendo tutte quelle imprescindibili operazioni di sana democrazia, che prevedono la consultazione e la formale volontà della maggioranza… Si è operata così una sorta di “dissolvenza” in una generica “Associazione sociale e culturale”, continuando ad usare l’intitolazione a Peppino Impastato.
Comportamenti scorretti ci hanno turbato
Tutto “agito” da una minoranza, “in barba” a quei principi in cui tanto credeva Peppino Impastato, ovvero: giustizia, comportamenti democratici e lotta ad ogni tipo di strapotere, violenza, prevaricazione e prepotenza, definibili “mafiosi” in senso lato.
Sappiamo che lottare la mafia non può prescindere dalla capacità di ribellarsi ad ogni forma di ingiustizia, senza gettare la spugna, bensì con determinazione spendersi in prima persona per modificare una mentalità consolidata, che è meglio per quieto vivere abbassare la testa sotto il piede del prepotente di turno, orientato verso suoi opportunistici e personali scopi, piuttosto che ribellarsi e senza paura denunciare i comportamenti scorretti.
Così arriviamo anche al focus del nostro “sfogo”: abbiamo ragione di sospettare che tutti noi verremo esclusi dalla equa ripartizione di ciò che, come rimborso spese, ogni Comune presso cui l’estate scorsa abbiamo recitato, si è impegnato ad erogarci, poiché ci risulta che, dal Comune di Brolo, il presidente pro-tempore (Sonny Foschino) ha già incassato da tempo una cospicua cifra, come contributo, e pur essendosi impegnato a provvedere alla ripartizione della stessa, secondo criteri di equità stabiliti e concordati, fino ad oggi tali criteri risultano totalmente elusi.
Questo ed altro ci ha profondamente turbato, provocando una comprensibile caduta di fiducia nei rapporti interpersonali e ritenuti consolidati.
Volendo credere fino in fondo ai modelli cui abbiamo ispirato la nostra fede di giovani in crescita, e volendoci affidare agli Adulti di questa comunità di Brolo che consideriamo la nostra Famiglia, abbiamo deciso con travaglio e sofferenza di non commettere l’errore dell’isolamento, affidando invece la vicenda alla Vostra conoscenza ed al Vostro giudizio.
Chiediamo
Chiediamo allora che il sig. Sindaco Salvo Messina, la Comunità, il mondo degli Adulti, ci sostengano, con il loro giudizio, secondo il loro senso di correttezza e di giustizia.
Siamo infatti convinti che un Paese che tanto investe nella cultura della legalità, nella lotta alla mafia, con concrete iniziative culturali e sociali votate sempre a questo quotidiano impegno, non voglia e non possa permettersi di “allevare” giovani che “remano contro”, non possa rinunciare a mettere in pratica ciò a cui aspira.
Per noi, infatti, la delusione si presenta molto più grave e cocente nel dovere prendere atto che proprio da chi si è fregiato di moventi ed ideali altisonanti provengono scorrettezze e comportamenti che non si addicono alla giovane età, casomai ad adulti smaliziati, oramai sfuggiti al “sogno” della “buona vita”, oramai scaduti nel modello di una vita ipocrita e cinicamente interessata.
La suddivisione equa delle somme percepite in nome e per conto della Compagnia Peppino Impastato, indipendentemente dalle modalità burocratiche con cui sono state incamerate, è un fatto legittimo e dovuto. E venire meno a tale precetto è un fatto gravissimo e oltraggioso, al di là di ogni necessità economica.
Siamo inoltre intenzionati, con convinzione sincera e non per ostentare grandezza o per sterile vanagloria, a destinare in attività e azioni di pubblica utilità, per Brolo stessa e per i suoi giovani o per ogni altra forma di beneficenza che la Comunità brolese vorrà individuare e stabilire, le somme che dovremo ricevere dal Comune di Brolo.
Saremo ben lieti di devolvere in beneficenza, ciò che ci spetta da ogni singolo Comune, il quale, avendo appreso i fatti esposti, ci auguriamo vivamente, a questo punto, voglia consegnare i compensi chiamando a raccolta tutti i ragazzi che facevano parte della Compagnia all’epoca dell’accordo, in modo da farsi garante che ciascuno abbia la sua specifica spettanza.
Crediamo che ogni Comunità evoluta debba ai propri giovani dare esempi di trasparenza, affinché non cominci a serpeggiare quella insidiosa idea che tanto alimenta poi il lassismo, l’indifferenza e il nichilismo, che l’impegno, la passione e l’entusiasmo non servono a niente.
Vogliamo crescere senza, così presto, corromperci all’inganno che coltivare i sogni sia inutile e perfino penalizzante, inclinando verso un pericoloso atteggiamento di sfiducia nella vita e nei comportamenti umani.
Vogliamo crescere onesti, sani e fiduciosi.
Sia la Casa Comune e la piazza, il luogo sano dove i giovani andranno a dissetarsi di giustizia, a guardare il sole che sorge e sentirne il tepore di legalità scaldare loro l’anima prima che il viso.
Aiutateci dunque a diventare Grandi con tanto fiato nei polmoni per urlare contro tutte le ingiustizie, a cominciare dalle piccole, poiché, parafrasando un antico motto: “Il buon giorno si vede dal mattino”.
Grazie della vostra attenzione e per tutto ciò che vorrete fare per noi, perché Brolo resti sempre la città che “amiamo e che vogliamo”.
Luca Scaffidi Militone, Antonino Colantropo, Maura Miragliotta, Giuseppe Ziino, Francesco Pintaudi e Rosita Di Luca,