Mettere o tentare di mettere “il bavaglio” a chi fa informazione è sempre un atto inqualificabile.
Non scendiamo affatto nei fatti, ma crediamo, anzi siamo convinti, che Salvo Pizzutto – sul web salvo pizz – sapeva, e sa fare, il suo lavoro, nei modi e nella sostanza.
Non si spacciava da giornalista, ma sapeva fare informazione.
La linea è sottile.
Senza se e senza ma stiamo dalla sua parte perchè crediamo in un’informazione libera, in un pensiero senza barriere, nello sguardo attento e non omologato di chi racconta i fatti. Siamo contro le censure, siamo per la pluralità delle informazioni, nell’importanza che esserci più “voci” – anche lontane dalla nostra essere e dal nostro modo di pensare – sia un bene per tutti.
Non si fa democrazia quando si zittisce l’opinione altrui o si ghettizza la libertà d’espressione.
Siamo anche convinti che Pizzuto chiarirà nelle opportune sedi il suo ruolo e quanto svolto, convinti altresì del ruolo dell’Ordine a dissipare posizioni dubbie e\o zone d’ombre.
Ma questa è un’altra storia che vola alto rispetto a denunce anonime e fendenti alla schiena.