Nessuno si accorge di loro. Nessuno chiede se hanno bisogno. Vivono di solitudine e si cibano di questo.
Sono dei disadattati, isolati sociali. Derisi da pulpiti ove impera l’ ironia; da pulpiti, la cui carne scotta per altro.
Vivono di disattenzioni, di sporcizia, di degrado, senza alcuna disponibilità altrui, senza la conoscenza di gesti affettuosi, senza alcuna amorevole comprensione; però abbonda la derisione, la compassionevole rimostranza verso terzi. Solo gesti lesivi a loro carico.
E’ questo l’incipit della denuncia della Scaffidi, un’addetta ai lavori per passione e per professione.
Che aggiunge: Faccio questa denuncia, dopo essersi attivata, perchè “la solidarietà a parole mi fa venire il voltastomaco, mi repelle” aggiungendo che non basta condividere un post e aggiungerci sotto un like se poi si attuano gesti concreti.
Uno sfogo sui social che prelude ad altro, quello della Scaffidi che senza mezzi termini aggiunge che non sarà fatto salvo nessuno di chi poteva agireper mandato, per carichi istituzionali, per dovere civico” denuncando quella che chiama “solitudine ” sociale in un silenzio assordante.
E poi la Scaffidi a microfoni spenti racconta di situazioni al limite del vivibile, di chi se ne prende carico, ma anche di chi gira lo sguardo, colpevolmente, dall’altro lato e tira innanzi. “E’ giusto che si sappia, che se ne prenda coscienza che si intervenga”.