La nota
C’era una volta la stazione ferroviaria di Brolo…
L’edificio dell’ex Stazione Ferroviaria è stato nel tempo rifunzionalizzato a struttura comunale, lo scalo merci dapprima destinato ad autoparco diventerà Centro di Raccolta/Isola ecologica.
E’ stata pubblicata l’autorizzazione all’esercizio della struttura in oggetto, con allegati il progetto di utilizzo ed il regolamento di organizzazione, finalmente Brolo inizia la sua raccolta differenziata, buona scelta di indirizzo dell’Amministrazione, differenziare oltre ad essere un passo in direzione della sostenibilità ambientale consentirà di diminuire la quantità di rifiuti indifferenziati da conferire in discarica.
Un solo rammarico nostalgico, la scelta del sito.
Probabilmente la migliore soluzione per ubicazione, dimensione e fruibilità.
Ma molti di Noi “Vecchi” ragazzi sognavano una riconversione dell’ex area dello scalo merci, una nuova destinazione dello spazio urbano, trasformare questo luogo di passaggio fermando la memoria storica.
La stazione ferroviaria ed il suo scalo sono stati gli attori principali dello sviluppo economico del nostro comune, questo “luogo” avrebbe potuto essere l’elemento di confronto sul significato degli spazi aperti, sul senso di identità e di appartenenza tra comunità e luogo.
Forse il treno del tempo avrebbe potuto fare il suo ultimo scalo trasportando tutti i ricordi che fanno parte della memoria storica di Brolo, diventare uno spazio – museo del territorio, invece di “finire” la sua corsa accogliendo nell’indifferenza tutto ciò che sarà differenziato.
Lanciamo una sfida a Noi stessi e ai giovani professionisti di Brolo, proviamo a sognare, diamo un volto diverso all’area dell’ex scalo merci, potrebbe essere argomento di riflessione per l’Amministrazione che potrebbe anche decidere nel tempo di cambiare il luogo di raccolta di questo primo importante passo verso la differenziata.
Laboratorio Politico – Culturale “Io Amo Brolo”
Per la cronaca, ed il giornale ne diventa testimonianza sarebbe bene rammentare che quell’area divenne oggetto di uno studio per trasformarla radicalmente.
La “tettoia” con una progettazione in acciaio e cristallo poteva diventare, nel “sogno” di Pierluigi, Massimo e Antonio al pari di quello di altri “ragazzi” un grande centro culturale – vedi Carcassonne ed il suo vecchio mercato – alla stregua dei vagoni, su binario morto, ideali spazi e luoghi di ritrovo e di transito di idee e di “tempo”. Ma anche la stazione doveva “essere altro”.
Ovviamente nè sede di vigili urbani nè di associazioni di potezione civile (senza nulla levare a quest’ultime).
Oggi diventa quasi una scelta obbligata far diventare quello spazio un centro di raccolta, isola ecologica.
Burocrazia, Codice penale, Destinazioni, lasciano nel breve peridodo pochi margini a discrezionalità, innovazione, cambi di marcia.
Ma non sempre è così.
Aprire un dibattito quindi su quegli spazi – ma non solo su questi – sul loro futuro, affinchè tutto sia oggi temporaneo e momentaneo, ed i luoghi non vengano distrutti nella loro essenza … sarebbe necessario oltrechè opportuno.