L’analisi di Italo Zeus della prima serata. Segui il Festival con noi.
Armonia. Ecco il sottotitolo che Baglioni ha dato a questo 69°Festival della canzone di Sanremo.
Un’armonia difficile da raggiungere in tempi in cui è agli occhi di tutti la rabbia che scorre nelle vene degli Italiani, rabbia alimentata da varie parti.
Comunque, mettendo da parte le polemiche (mi sembra di essere tornato all’epoca in cui Berlusconi metteva bocca su tutto, oggi c’è Salvini), basta dire che di sponsor il festival ha guadagnato 28 milioni, ne costa 12, quindi 16 milioni di ricavi alla Rai, mi pare che commenti su stipendi e cose del genere non hanno più senso.
Purtroppo però la presentazione delle canzoni è stata duramente messa alla prova. Volumi totalmente sballati mettono in grosse difficoltà gli artisti e hanno reso più difficile la valutazione dei brani.
Tuttavia le canzoni sanno scavare anche dove non sembra possibile farlo.
Una delle grandi novità del Festival è la riunione di tutti i cantanti in gara in un’unica categoria.
Insomma, tutti Campioni, 22 scelti dalla Commissione musicale più i 2 vincitori di Sanremo Giovani, cioè Einar e Mahmood che, da oggi fino alla serata finale di sabato 9 febbraio, saliranno sul palco dell’Ariston presentando i brani in gara.
Il trio di conduttori formato da Baglioni, Claudio Bisio e Virginia Raffaele, si devono rodare, perchè hanno un potenziale notevole, manca la spinta comica.
Rischiare anche qui dovrebbe essere il tentativo.
Gli ospiti di questa prima serata sono quattro Andrea Bocelli che si esibisce insieme al figlio Matteo e poi anche insieme a Claudio Baglioni, è un bellissimo momento dal carattere internazionale; poi il ritorno di Pierfrancesco Favino dopo l’esperienza come co-conduttore dell’anno scorso, Claudio Santamaria che insieme agli altri tre omaggiano il quartetto Cetra, e infine Giorgia, che nella sua carriera ha vinto il Festival nel 1995 con il celebre brano “Come Saprei”, per il quale si aggiudicò anche il Premio Mia Martini, in un medley tratto dal suo nuovo album “Pop Heart”, cover, “le tasche piene di sassi”, “una storia importante” e una bellissima versione di “I will always love you.
Quindi subito cantanti e voti.
Apre Francesco Renga con – Aspetto che torni -.
La prima parte del brano non si è praticamente sentita, ma basta la seconda per capire che è un brano alla Renga che purtroppo manca del suo ritornello che acchiappa.
Comunque Renga si sente che tiene molto al brano e lo sento suo.
Per adesso 6 1/2
Nino D’Angelo e Livio Cori – Un’altra luce”.
Anche qui periste l’audio sballato e se non avessi letto prima il brano non ci avrei capito molto.
Resta un fascino che proviene dalle sonorità e dalle due voci che si rincorrono, ma spesso non si trovano. 7
Nek – Mi farò trovare pronto – pop rock elettronico.
Funziona, è radiofonica, pur non avendo un ritornello ma un gancio “Sono pronto, sono pronto…” che resta.i testa.
Non amo particolarmente Nek, ma gli riconosco uno stile e una ricerca. 7
The Zen Circus – L’amore è una dittatura:
Bellissima esibizione e una bella canzone.
Sembra di essere entrati in un altro mondo.
La prima delle scommesse canore di Baglioni centra il segno.
… senza ritornello. 8
Il Volo – Musica che resta –
Salvati dalla penna di Gianna Nannini evitano la fotocopia di Grande Amore.
Eppure si, questa è musica che resta e che girerà il mondo.
Dura metterli fuori dal podio. 6
Loredana Bertè – Cosa vuoi da me –
Inaspettatamente misurata, si esibisce in un brano di Curreri (vedi Vasco Rossi), la canzone non è niente di che ma ha carattere.
Quello di Loredana, che una volta, vista la sua amplificazione, avrebbe rotto il microfono in testa a qualcuno. 7 1/2
Daniele Silvetri feat. Rancore – Argento Vivo-
Un testo e un’esibizione dura, sentita.
La migliore fino ad adesso 9
Federica Carta e Shade – Senza farlo apposta-
Andrà alla grande su youtube e radio.
Piacevole, semplice e senza pretese. 7
Ultimo – I tuoi particolari –
E’ il favorito, visto il successo di quest’anno.
Il pezzo conferma le sue qualità autoriali.
Un nuovo Fabrizio Moro, col quale duetterà nella serata di venerdì. 7 1/2
Paola Turci – L’ultimo ostacolo-
Su lei sono poco imparziale perchè la reputo una delle più brave cantautrici Italiane.
Il pezzo bisogna riascoltarlo.
Ho il dubbio che l’arrangiamento non sia calzante.
Sempre di un certo livello. 8
Motta – dov’è l’Italia –
Questa è una sorpresa personale che mi ha fatto Baglioni.
Quando ho sentito il suo nome mi sembrava impossibile.
E invece a Sanremo sentiamo Motta.
Palco un pò diverso da quello del premio Tenco.
Ma non delude.
Mischia amore e politica.
In un brano che è il mio preferito. 10
Boomdabash – per un milione –
E’ il pezzo che durerà di più.
Del resto la banda Federica Abbate (esclusa da Sanremo Giovani in favore di Einar (sic!) Taghagi e Keitra, firmano successi come acqua.
Baby K, Amore e Capoeira, Non ti dico no, e la lista è infinita.
Avrebbero potuto osare di più. 7
Patty Pravo e Briga – un pò come la vita-
“Sono venuta a fare una passeggiata o a cantare” interrompe così Patty Pravo il silenzio per i problemi tecnici, ormai una consuetudine per questa serata.
Poi cantano.
Alzo le mani. Non ci ho capito niente.
Mi riservo di votare al prossimo giro. N.P.
Simone Cristicchi – Abbi cura di me-
E’ una sorta di preghiera terrena la canzone di Cristicchi.
E’ un crescendo di emozione che tocca il cuore.
Lo sforzo che bisogna fare e pesare le parole che a volta sfuggono.
Era evidentemente emozionato anche lui. 9
Achille Lauro – Rolls Royce-
La trap diventa rock, o punk,o non si sa bene cosa. l’azzardo più grande di Baglioni.
Io non lo amo ma sono davvero contento che ci sia al festival. 8
Arisa – Mi sento bene-
Anche Arisa rischia.
Esce dal suo mondo.
Del resto il brano parla proprio di questo, ricostruirsi dopo una rottura nella vita.
Ma nonostante il tema, il brano inizia nel classico di una melodia favolistica per poi esploderà in un ritmo inaspettato e piacevole. Brava 8
Negrita – i ragazzi stanno bene –
Il mestiere c’è e si sente, un buon brano, ma non lascia segni.
Forse un futuro radiofonico. 6
Ghemon – Rose viola-
Brano declinato al femminile sui suoni distintivi di Ghemon che nel rap toccano il soul.
Niente di entusiasmante però. 5
Einar – Parole nuove
Niente da dire. Evidentemente non pronto. Dimostrazione che il posto spettava di diritto a Federica Abbate. 3
Anna Tantangelo – Le nostre anime di notte-
Sempre troppo criticata. La sua voce è notevole e il brano per quanto debole è gradevole.
Non trova un autore che la liberi da D’Alessio, anche stavolta è andata male. Achille Lauro ha duettato con lei in una versione trap di “Ragazza di periferia” ascoltatela. 6
Mahmood – Soldi-
Mamhood è l’altro vincitore di Sanremo Giovani.
Un bel brano scritto bene (lui è l’autore di Hola di Mengoni) potrebbe essere un pò la sorpresa di quest’anno Discografico intendo. 7 1/2
Ex-Otago – Solo una canzone-
L’amor un pò attempato, in una ballata molto semplice ma curata. Devo dire che mi aspettavo di più dal gruppo genovese, ma la canzone non è un disastro.
Per niente. 6 1/2
Irama – La ragazza col cuore di latta
Io capisco che Sanremo ti spinge ad affrontare temi scottanti.
Ma nel brano di Irama c’è tutto. Malattia, incesto, ecc..il coro gospel sottolinea ancora di più il pathos.
Il pubblico gradirà ma io sinceramente l’ho trovato troppo. 5
Classifica parziale giuria demoscopica 30%:
Zona blu: Ultimo, Loredana Bertè, Daniele Silvestri, Irama, Simone Cristicchi, Francesco Renga, Il Volo, Nek
Zona gialla: Enrico Nigiotti, Federica Carta & Shade, Boomdabash, Negrita, Paola Turci, Anna Tatangelo, Patty Pravo & Briga, Arisa
Zona rossa: Mahmood, Achille Lauro, Nino D’Angelo & Livio Cori, Einar, Ghemon, Motta, Ex Otago, The Zen Circus
Il nuovo è tutto in fondo, ma la presenza di Silvestri nella zona blu, fa capire che comunque il messaggio è passato.
Questo Sanremo coraggioso parte bene, (Classifica a parte).
Con una cura più precisa dei volumi credo possa arrivare qualcosa di bello.
Di qui non si torna indietro.
Baglioni ha messo un passo dentro il futuro.
Anche se sarà criticato, questo di sicuro non è un festival che si scorderà.
Italo Zeus