Finite le riprese fu festa sul lungomare di Brolo, nella calda estate del 2009, per la proiezione della “prima” in una serata tutta a Italo Zeus e per il grande cast che caratterizzerò la produzione.
Era quello che tutti si aspettavano, ma che forse solo i più cocciuti lo immaginavano nelle proporzioni che hanno definito quell’evento con un lungomare stracolmo di gente, giunti a vedere “ogni giorno come se fosse l’ultimo”.
Un successo.
Alla fine della proiezione, mentre centinaia di mongolfiere salivano in aria, anticipando i fuochi d’artificio, un applauso lunghissimo sembrava tributare , anticipando la critica, il successo a quel film.
Poi per una serie di coincidenze i premi sperati non arrivarono ma questo non ha sminuito l’importanza di quel lavoro.
Brolo oltre che celebrare un momento oscurato, dimenticato, celato della sua storia, che oggi nelle scuole andrebbe riscoperto e riletto, anche grazie a quel film ed al processo alla storia imbastito nella sala multimediale “Rita Atria”, aveva consumato un rito di unione, forse come mai visto prima.
Un’ora e dieci minuti di proiezione del film danno merito alla giusta intuizione artistica, al gesto cinematografico, al segno di regia, al “valore” del film che venne realizzato con il patrocinato dell’Unione dei Comuni, “Terra dei Lancia”. Brolo e Ficarra paesi che oltre ad ospitare, sul loro territorio alcune location dei set erano i luoghi dove si svolse la “storia”.
Per questo film da rammentare il grande impegno della Sak-Be che fortemente volendolo ne aveva ottimizzato la produzione.
E a tributare Italo in quella serata anche due grandi registri, Vittorio Sindoni e Walter Manfrè, padrini, artisticamente parlando di Zeus nel suo avvio a quest’arte, giovane ragazzo, a Roma..
Massimo Scaffidi, che condusse la serata dal palco, rammento prima della proiezione, ma è giusto ricordarlo anche ora, come si erano voluti ricordare – in una manifestazione che si era svolta il primo maggio di quell’anno alla sala Rita Atria – quei 15 operai e popolane – divenuti protagonisti nel film – rei di aver partecipato allo sciopero del 14 marzo del 1921, a seguito del quale morì la giovane Angela Barà , illustrando il significato che rappresentava allora, ma che ha mantenuto inalterato, quella presa di coscienza di un intero territorio.
Il film, e questa è anche bravura di Italo Zeus, tratta di una storia vera e delle implicazione, ben tratteggiate, psicologiche ed emotive che hanno coinvolto e sconvolto i tanti protagonisti, che a vario titolo, sono entrati a far parte della storia.
Per la cronaca il film venne girato tra le rocche dell’Argimusco, in molte case di Brolo, lungo la ferrovia, a Ficarra nel palazzo baronale ma anche nei luoghi e negli spazi dei “cento archi”
E rivedendolo viene fuori un’altro aspetto importante, quando Brolo aprì i suoi cassetti, svuotò armadi, recuperò trine, merletti, gioielli, per vestire le comparse, gli attori.
Tutti diedero un piccolo contributo di fattività. Si chiuse al traffico la “nazionale”, si entrò in chiesa a celebrar “messa”, si fece festa in luoghi impensati, e ognuno faceva, diceva, recitava… Fu un momento collettivo di partecipazione, per molti irripetibile.
Era possibile allora farlo…
Ed oggi? Questo sarebbe un bel punto di domanda.
Il 14 marzo 1921, Brolo fu scenario di uno sciopero, uno dei primi in un piccolo centro in Sicilia.
La scintilla che fece scattare nella popolazione la necessità di far sentire la propria voce, fu il licenziamento arbitrario di un operaio malato per via del lavoro stesso.
A guidare la protesta, un sardo trasferitosi a Brolo, Salvatore De Riu, che, reduce da esperienze sindacaliste al nord, diffondeva nella popolazione le idee socialiste.
Quel giorno avrebbero dovuto raggiungerli i componenti del sindacato di Messina, così da rendere più corposo e significativo lo sciopero, ma per oscuri motivi al loro posto scesero dei carabinieri guidati da un Tenente di un paese vicino.
C’era infatti in atto, da parte dei proprietari di agrumeti e fabbriche, un sabotaggio sistematico di ogni tentativo di rivolta.
Ad una prima reazione di malcontento, segue la pacificazione e il corteo riprende il suo cammino.
Giunti però alla chiesa madre, trovano schierati il maresciallo, il tenente, i carabinieri, il Sindaco.
La discussione, o meglio, la provocazione si accende, quando un gruppo di donne, capitanate da Giuseppa Marzullo, arriva sul posto. Giuseppa vede Ettore, il figlio di una delle potenti famiglie dell’epoca, che estrae la pistola, vuole sparare a De Riu.
La donna cerca di avvertirlo ma i rumori della folla glielo impediscono e scaglia una pietra che colpisce il Tenente.
Si scatena il caos, partono dei colpi, uno dei quali ferisce De Riu, un altro, partito dalla pistola di Ettore colpisce una bambina di dieci anni, Angela Barà , che muore.
Furono arrestate 15 persone, tra cui De Riu e Giuseppa, colpevoli di aver provocato le violenze.
Ettore venne convocato e subito prosciolto da ogni accusa, mentre i quindici furono portati in carcere.
Giuseppa dovette portare con se il figlio di un anno perchè doveva allattarlo.
Fu data loro anche una pesante condanna economica.
Da quel giorno le loro vite furono segnate da angherie e miseria, licenziamenti e malevolenza pubblica. Mentre la madre di Angela Barà dovette fare i conti con una morte assurda e casuale.
Nel 1945, finita le seconda guerra mondiale, De Riu provò a chiedere una revisione del caso, ma le forme cambiano i contenuti no, al potere ci sono ancora le stesse famiglie, e la loro influenza riesce a far cadere nel dimenticatoio questi avvenimenti.
Il film “Ogni giorno come se fosse l’ultimo” parte proprio da qui, dalla fine, e attraverso flashback, metafore oniriche e immagini musicali, cerca di ripercorrere questa storia, attuale e forte, in cui emergono temi impegnativi, quali il diritto al lavoro, la condizione delle donne in quell’epoca, i sistemi di potere immutabili, il lavoro minorile, l’omertà .
Mentre il titolo fa riferimento al caso, a come la vita può cambiare in un attimo e senza avvertire, così da rendere quasi inutile la programmazione di un futuro, e quindi necessaria la costante presa di coscienza del quotidiano, nel quale bisogna lottare per migliorare le proprie condizioni di vita, nel 1921 come nel 2009.
Ecco i titoli di coda del film, che citano tutti i protagonisti
Una produzione Sak-Be
DVAMULTIMEDIA Production
Con il patrocinio dell’unione dei comuni “Terra dei Lancia” Brolo-Ficarra
Personaggi
Andrea Tidona, Anita Zagaria, Antonio Ianniello, Antonella Nieri e con l’amichevole partecipazione di Domenico Minutoli
E con Gaetano Mercadante, Anna Ricciardi, Nino Bontempo, Giuseppe Livoti, Turuzzo Emanuele, Giuseppe Pollicina, Cinzia Scaglione, Valentina Siligato, Nadia Impalà , Beatrice Damiano, Maria Lamonica e Francesca Princiotta nel ruolo di Angela Barà
Scenografia: Vittoria Cafarella e PierLuigi Gammeri
Assistente alla Scenografia: Dario Ricciardello
Consulenza legale e giuridica: Michele e Cristina Manfredi Gigliotti, gli avvocati che hanno curato sotto l’aspetto giuridico, la ricostruzione dei fatti
Assistenti ai Costumi: Mia Vilardo, Veronica Giaimo, Tiziana Alemanni, Natalia Zeus
Sarto: Rosario Motta
Trucco: Katia Caliò
Assistente truccatrice: Dora Calega
Parrucco: Manuela Bonfiglio, Benito Letizia
Musiche: Francesco Mastrolembo
Il Brano Duluri Mutu è di Valentina Siligato/Italo Zeus Interpretato da Valentina Siligato
Arrangiamenti: Pippo Faranda
Zufolo: Gemino Calà
La Cover del brano “Contessa Miseria” di Carmen Consoli interpretata da Nadia Impalà per gentile concessione della Narciso Record
I brani “Fredda” e “Modus Operandi” del gruppo GEMITI
Direttore della Fotografia: Gaetano Spagnolo
Riprese e Montaggio: Emilio Carullo, Gaetano Spagnolo
Assistente Operatore: Antonio Vezzari
Ufficio stampa: Massimo Scaffidi,
Ottimizzazione interventi tecnico-amministrativi a cura dell’ufficio turistico comune di Brolo: Maria Fonti, Natalina Magistro, Vittoria Ricciardo, Angela Gregorio, Maria Rifici, Maria Gentile, Angela Fogliani
Foto di Scena: Melisa Scolaro
Fotografi: Peppe La Rosa, Giusy Piccolo,
Direttore di produzione: Antonio Traviglia
Soggetto e Sceneggiatura: Italo Zeus
Con la collaborazione di: Enzo Avena, Giusy Piccolo, Antonella Nieri, Alessandra Macrì
Traduzione in siciliano: Angelo Santoromita Villa e Giuseppe Livoti
Aiuto Regia: Roberto Raffaele
Assistente alla Regia: Linda Mammana
Regia: Italo Zeus
Per le Location si ringraziano: Il Comune di Brolo. Il Comune di Ficarra. Il Comune di Montalbano. Il Comune di Piraino. Il Comune di Naso. La Residenziale Costruzioni s.r.l. Brolo. Basilio Scaffidi. Ernesto Germanà , Gianni Germanà .
Ed ancora l’avvocato Nino Germanà per la gentile concessione di alcuni saloni del palazzo di famiglia e luogi all’interno del Castello di Brolo. Pippo Incognito. I fratelli Spanò, Padre Marino, Padre Mancuso, Padre Cavallaro
Si ringrazia Il direttore del museo del costume siciliano di Mirto Giuseppe Miraudo
Argenterie: Antonino Germanà e Daniela Ricciardello
Collaborazione allestimento Scenografia festa Nobili: Alessandro Saturno, Plinia Capace, Nino Bontempo
Si ringrazia ANTICHI SAPORI, San Costantino, Piraino per la fornitura della porchetta, Benito Iuculano Frutta e Verdura, Brolo, Profas Costruzioni, F.lli Traviglia, Brolo, Ditta Ricciardello Carmelo, Brolo
Questa è la lista del “popolo” brolese ma che provenendo anche da tanti altri paesi (per esempio Sant’Agata di Militello, Galati Mamertino, Gioiosa Marea, Piraino, Messina, Caltanissetta, ….) ha reso davvero i set del film momenti di confronto e di conoscenza, ovviamente l’elenco potrà essere ancora integrato, e ci scusiamo se abbiamo omesso involontariamente qualcuno.
Tra gli attori e figuranti:
Adriana Palmeri, Alberto Boscia, Alessandra Ceraolo, Alessandro Agnello, Angela Fogliani, Angela Gregorio, Angela Maria Nanì, Angelina Basilisco, Anna Bertino, Anna Ricciardi, Anna Vasi, Antonella Traviglia, Antonio Ottaviano, Antonio Traviglia, Bianca Masi, Basilio Scaffidi, Beatrice Rasizzi, Calogero Tripi, Claudio Lucifero, Cona Scardino, Cristoforo Muscarà , Gaetano Raneri, Ciro Vasi, Dario Presti, Dario Ricciardello, Denise Emanuele, Domingo Vasi, Elisa Lamonica, Edoardo Palmeri, Emanuela Giakoumakis, Emanuela Ricciardello, Enzo Avena, Ernesto Scollo, Fabio Messina, Fabio Scaffidi, Dario Baratta, Filippo Natoli, Francesca Princiotta, Francesco Bonfiglio, Francesco Danzè, Franco Pasanti, Fratelli Caliò, Fulvio Emanuele, Gaspare Bertino, Giovanna La Motta, Giovanna Vilardi, Giovanni Gulli, Giuseppe Caranna, Giuseppe Monitto, Giuseppe Ricciardi, Giuseppina Tumeo, Grazia Armenio, Jessica Catania, Laura Rizzo, Linuccia Marino, Manuela Ricciardi Rizzo, Maria Gentile, Maria Giordano, Maria Rifici, Maria Scaffidi, Marica Traviglia, Marina RomeoMario Messina, Massimo Scaffidi, Matteo Aquilia, Matteo Palmeri, Maria Angela Raffaele Addamo, Merin Traviglia, Michele Ferracù, Mia Vilardo, Mirella Diluca, Natalina Magistro, Nicoletta Condipodero, Carmelo Crinò, Nicole Crinò , Ornella Fanzone, Pierluigi Gammeri, Pino Scollo, Renato Caldarera, Rosaria Raffaele Addamo, , Salvatore Ceraolo, Salvatore Cardaci, Salvatore La Galia, Salvo Muschio, Sarino Letizia, i Coniugi Villanti, Franchina Cettina, Silvia Gammeri , Stefano Facchi, Stella Traviglia, Tindaro Ricciardo, Tiziana Fazio, Valeria Traviglia, Vincenzo Maniaci Vittoria Ricciardo Vittoria Ricciardo Calderaro Vittoria Rita Castrovinci Vittorio Lenzo Stefano Iudicello Fabiana Iudicello Agnese Corica Andrea di Luca Carmen Zeus Annamaria Baratta Antonella Magistro Antonio Betta Claudia Ferracu’ Denise Campo Elisa Ceraolo Elettra Radici Emilia Starvaggi Emilio Traviglia Fabio Traviglia Francesco Scaffidi Gaetano Ottaviano Gemma Betta Germana GermanàGiorgia Ceraolo Giorgia Landro Giovanni Miraglia Giulia Pintabona Giuseppe Calabria Graziano Virzì, Marco Pintabona, Martina Calabrese, Mariano Scarpaci, Matteo Ricciardi, Paolo Pullella, Sara Magistro, Serena Betta, Sergio Defraia, Sophie Raimondo, Stefania Scaffidi, Traviglia Miriam ….
Ognuno, coro unanime, ha fatto bene la sua parte, anche se bisogna ovviamente soffermarsi sugli attori principali, Anita Zagaria che ha dato spessore e tragicità al ruolo della madre, Andrea Tidona è stato perfetto nel ruolo di sindacalista mai domo, Antonio Ianniello, giovane attore di talento perfetto nell’interpretare il nevrotico agrario ed infine Antonellina Nieri che ha conquistato tutti, per la sua verve e l’accattivante quanto dolce personalità di una popolana sanguigna e pronta alla lotta.
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