JACOPO GENOVESE – L’identikit dell’artista messinese in gara al Road to the Main Stage by Firestone 2020
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JACOPO GENOVESE – L’identikit dell’artista messinese in gara al Road to the Main Stage by Firestone 2020

Fra le nuove scoperte, new entry dello scenario musicale, orgogliosamente nostro conterraneo, spicca Jacopo Genovese. E’ possibile votarlo entro il 17 Maggio tramite il link: https://bit.ly/firestonecontest2

il Road to the Main Stage by Firestone 2020, una bella occasione per il musicista messinese

L’intervista di Luca Scaffidi Militone

#RestiamoACasa, ma le mura delle nostre abitazioni non fermano di certo la musica.

Così, fra balconi e dirette online cantanti e musicisti fanno la loro parte allietando chi li segue, in un virtuoso sostegno reciproco che ci aiuta a farci forza anche a distanza.

Fra le nuove scoperte, new entry dello scenario musicale, orgogliosamente nostro conterraneo, spicca Jacopo Genovese, cantautore messinese. Già noto da tempo nella sua città e nel comprensorio, Jacopo, ha colto l’occasione dell’isolamento a cui siamo sottoposti per scrivere qualcosa di nuovo, dando l’opportunità alle tante idee cui spesso non si ha il tempo di dare seguito, per musicare e dare voce a pensieri ed emozioni che spesso rimangono inespressi.

Non ci meraviglia quindi che, così pieno di inventiva e spirito di iniziativa, nonché spronato e sostenuto da amici e fan, abbia recentemente deciso di mettersi in gioco allargando la sua platea di ascolti e proponendosi a uno dei contest musicali italiani per nuovi talenti musicali più di spicco: il Road to the Main Stage by Firestone 2020, progetto in collaborazione con Radio Italia, che ogni anno seleziona giovani emergenti permettendo loro di suonare sui più grandi palchi italiani.

Detto fatto, Jacopo è stato selezionato, insieme ad altri dieci artisti emergenti italiani.

Unico siciliano, il suo brano “Miserere”, che è possibile ascoltare tramite questo link: https://roadtothemainstage.firestone.it/, ha convinto gli organizzatori e tocca adesso al pubblico giudicare e sostenere, con un paio di click e la compilazione di un rapido form, tramite il quale è possibile vincere un biglietto per il Concerto di Radio Italia in Piazza Duomo a Milano (post emergenza Coronavirus, ndr) il giovane talento messinese.

 

 C’è tempo fino al 17 maggio, quindi conviene affrettarsi a votare.

Nell’attesa del verdetto intanto abbiamo invitato Jacopo a rilasciare una breve intervista per poterlo conoscere anche al di fuori del testo delle sue canzoni.

Identikit di un artista: hai “un minuto” per dirci qualcosa di te, sappiamo che sei un giovane cantautore messinese, chi è Jacopo dietro microfono e chitarra?

Jacopo è una persona, partiamo da qui. Una persona normale, totalmente normale: mi piace fare sport, andare a correre. Mi piacciono le passaggiate, viaggiare e fare il pane. Mi piace informarmi, sapere cosa c’è attorno a me, farmi domande su tutto ciò che succede, sui vari aspetti e della vita e quando le domande iniziano a diventare troppe, capisco che è arrivato il momento di tirarle fuori. Non c’è Jacopo dietro microfono e chitarra, c’è piuttosto Jacopo con microfono e chitarra: porto la chitarra ovunque, in modo che sia sempre con me quando sento il bisogno impellente di suonare, in qualsiasi momento della giornata. Ad un certo punto, da circa due anni, ho deciso di rischiare, di abbandonarmi alla musica e di far diventare ciò che prima era stato solo un hobby o parte della mia vita, in tutta la mia vita.

Cosa volevi fare da piccolo? Quando pensi di avere capito di volere diventare un artista? è venuta prima la scrittura, la musica o il piacere di cantare?

Non ho mai avuto un sogno preponderante da piccolino, sono sempre stato una persona che vive alla giornata; forse è perché sono disordinato e lo sono anche in testa. Mi ha sempre messo ansia pensare al futuro e non ho pensato spesso a cosa fare da grande. Quando ci ho provato, ho avuto dei forti dubbi e la musica, arrivata quando ero molto piccolo, non è mai andata via. Non ho mai pensato di diventare una rockstar e nemmeno un musicista. Volevo suonare, ho sempre voluto “solo” suonare. Andai in viaggio con i miei verso Firenze e durante il viaggio, ascoltai un pezzo jazz “Cantaloupe Island” (Herbie Hancock), avevo 4 anni e mezzo, forse 5. Ho chiesto a mia madre che strumento stessi sentendo ed era il sax e proprio il sax divenne il mio primo strumento.

Il piacere di cantare è vivo dentro di me da quando ho memoria perché mio nonno, anche lui musicista, si divertiva a farmi cantare al karaoke un vecchio Charlie-lab che conservo ancora oggi con tanto affetto.

Per quanto riguarda la scrittura, è arrivata molto tempo dopo,quasi per gioco, tra i 15 e i 16 anni. Le prime canzoni non vennero proprio scritte ma per lo piu inventate e cantate al momento insieme al mio miglior amico Giovanni. I  testi sono circa una decina e probabilmente rimarranno inediti per sempre però dai…non si sa mai nella vita.

Quando pensi di avere capito di volere diventare un artista?

Sono una persona che canta quello che pensa; a parer mio, artista è un appellativo che ti viene dato. Non penso che mi sentirò mai un artista ma semplicemente me stesso.

 

Quanto è importante il sostegno dato dal contesto? In famiglia la tua passione è stata favorita o osteggiata?

Il mestiere del musicista è un mestiere molto spesso incompreso, richiede mentalità aperte e grande spirito di iniziativa. Chi suona lavora in modo instancabile. La cura dei dettagli è fondamentale,dalla manutanzione dello strumento fino ad arrivare all’allestimento di uno spettacolo vero e proprio. Dico questo perché non ho mai preteso che la mia famiglia mi sostenesse al 100%, ho aspettato che la mia musica arrivasse a loro, e così fu! Infatti, non appena i miei primi pezzi pubblicati cominciarono a smuovere la curiosità delle persone, ho dato indirettamente un motivo tangibile alla mia famiglia percrederein me e sostenermi in questo percorso. Il contesto mi ha sorpreso, la gente ha il sorriso sulle labbra e sembra incoraggiarmi.

Icone e mentori: in ambito musicale, hai degli autori a cui senti di ispirarti o che ti hanno fatto nascere il desiderio di volere diventare un cantautore?

Il primo autore e musicista al quale mi ispiro è mio nonno, Cleofe Lanese. A lui devo la passione, il desiderio e l’amore per la musica. Mi ricordo che da piccolo cercavo sempre di imitarlo e per questo che iniziai ad approcciarmi al pianoforte, il suo strumento. Altri musicisti che hanno segnato il mio percorso sono Mark Knopfler e John Mayer per il modo in cui padroneggiano l’uso dello strumento;  Lucio Dalla e  De Gregori per il modo in cui tramutano il pensiero in parola.

E fuori dal mondo dello spettacolo, ricordi qualcuno in particolare il cui supporto è stato significativo? O un evento in particolare che ti abbia reso ciò che sei?

Un cappotto giallo. Sì, proprio un cappotto giallo che trovai in soffitta di casa mia, prima casa di mio nonno. Il suo impermeabile giallo mi ha motivato in uno di quei giorni di normale routine “Artistica”: un giorno di pioggia costernato d’incertezze, dalle insicurezze che prendono il sopravvento a dalla domanda piu bastarda di tutte “Perche faccio tuto questo?”. Ma vedendo quel colore acceso e ripensando a lui, decisi di fare di quel cappotto giallo il simbolo del mio progetto artistico, che successivamente venne condiviso anche da altri artisti che collaborano con me e che quindi divenne un qualcosa di piu profondo , uno stato d’animo in cui immedesimarsi , una famiglia che si aiuta conoscendo i retroscena , la Yellowcoatfamily.

 

Come un artista diventa un artista: qual è stata la prima volta che ti sei esibito? Che ricordo porti con te?

La prima volta che mi sono esibito fu in occasione di un saggio con la scuola di musica dove studiavo sax; ero proprio piccolo , non ricordo manco il nome del locale , sono sicuro fosse un pub perche la gente mangiava e c’era un palchetto dal quale esibirsi; cantai “nel Blu dipinto di blu” di Modugno e Franco Migliacci. Passarono circa vent’anni prima che ritornassi in “scena”, e precisamente fu nell’ agosto del 2018 in occasione del Sud.ore Festival di Capo Peloro con tre brani di “Jacopo Genovese”.

Come nasce il testo delle tue canzoni?

I miei testi nascono da emozioni, storie o situazioni del mondo esterno che rimangono impresse nella mia mente. Molte volte vengono scritte in un soffio, altre volte vengono abbozzate e poi scritte in molto tempo. Sono molte di più quelle in cantiere che quelle pronte, a volte capita di riprovare le emozioni che mi hanno spinto a scrivere una certa cosa lasciata poi incompiuta e proprio quello è il segnale per riprenderla e continuare a lavorarci su.

Hai dei luoghi o uno stato d’animo particolare che ti ispirano? Gli ingredienti del tuo momento creativo?

Viaggio molto. Qualunque cosa mi porti un po d’ispirazione, di emozione o fremito la maggior parte delle volte diventa una frase. Quando mi trovo a casa a Messina non è il mio studio ma la cucina il posto in cui lavoro meglio ; la luce è perfetta dalla mattina fin quando il sole tramonta e lavoro bene soprattutto in fase creativa e di scrittura.

Gli ingredienti, beh , può essere un immagine vedi “Paolo&Virginia” nata dall’immagine della scultura omonima del Puttinati, può essere una forte emozione personale vedi “Gelso nero” , può nascere dall’ odio vedi “La sorella di Sergio” o “la ballata dell’amore vecchio”, può nascere dal disappunto vedi “Miserere”, da una situazione vissuta da esterno vedi “alice” e infine dall’ amore vedi “Ciao bambina”

 

Una domanda che in realtà sono due: come definisci il tuo genere e al di là di ciò quali generi preferisci ascoltare?

Come disse Paul McCartney , in un’intervista degli anni 60:” Che genere faccio? Faccio la mia musica, suono cio che è mio”. Quando ascoltai queste parole in un certo senso trovai sollievo perche l ho sempre pensata come lui , sarà che entriamo tutti nel pallone quando qualcuno ti ferma e ti chiede :“ Che Genere fai?” ahahah.

Percio mi attengo a ciò che disse il grande paul: suono cio che è mio, totale e libera espressione di cio che ho in testa.

Non c’è un genere particolare che ascolto, ascolto e studio tutto cio che possa aiutarmi a migliorare gli arrangiamenti.

Quali strumenti suoni? Hai studiato musica e se sì cosa in particolare?

Suono la chitarra, il sax, il pianoforte e cerco di far suonare la voce che a parer mio rimane lo strumento piu difficile. Per imparare ad usare la voce bisogna imparare dapprima a conoscersi.

https://youtu.be/Yr4ojRAPFR4

Parliamo del tuo brano “Miserere”: come è nato e cosa significa per te? Ti sei ispirato in qualche modo al celebre “Miserere” di Zucchero e interpretata con Pavarotti?

“Miserere” il cui titolo s ispira all’ opera di Gregorio Allegri e racchiude anche il significato etimologico della parola stessa “Abbi Pietà” è nata in macchina, stavo guidando, ero in fila sul viale della libertà a Messina e nella noia scrivevo frasi sul mio telefono. Cercavo di elaborare un emozione, un emozione negativa , un qualcosa che avesse a che fare col disappunto; disappunto in cosa? Nel doversene andare,dover viaggiare tanto svantaggiato dai mezzi di trasporto per poter portare avanti quello in cui credi e che direttamente da casa, da Messina, ora come ora non puoi fare

Quali progetti hai per il futuro? Quali esperienze ti piacerebbe fare? Sogni nel cassetto, musicali e non?

I miei progetti per il futuro, sicuramente finire l’album per il quale stiamo lavorando al Dalek studio di Messina. Un esperienza che mi piacerebbe fare che coincide anche con un sogno nel cassetto è quella di suonare un giorno al Royal Albert Hall di Londra come i piu grandi cantautori che stimo però dai potrei anche accontentarmi di visitarlo ahaha.

Uno su mille ce la fa: essere fra i 10 finalisti del Road to the Main Stage by Firestone 2020 è sicuramente un buon inizio e noi ti facciamo un grande in bocca al lupo! Una domanda per concludere: cosa diresti a un coetaneo che ti chieda consiglio su come intraprendere questa carriera?

Non perdere tempo cercando la via per credere in te stesso perché in te crederanno gli altri e potrai far finta di farlo anche tu.

Ti ringraziamo per il tempo che hai voluto dedicarci e ci auguriamo di sentire parlare di te sempre di più. A chi ci legge ricordiamo inoltre che è possibile votarti entro il 17 Maggio tramite il link che riportiamo: https://bit.ly/firestonecontest2

luca_scaffidi

 

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28 Aprile 2020

Autore:

redazione


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