Una coppia molto affiatata che fonda la propria forza sulla capacità dei singoli di collaborare e dialogare reciprocamente, secondo la logica creativa di chi fa jazz, attingendo da un patrimonio musicale universale.
Ed è stato proprio l’aver saputo raccogliere il meglio della loro collaborazione a rendere davvero formidabile l’esibizione.
L’inizio, infatti, è stato tutto dedicato a quattro brani standard che contraddistinguono il primo dei due album in senso cronologico: “Dear old Stockholm”, appartenente alla tradizione svedese, “I love you Porgy”, brano della mitica “Porgy & Bess” di Gershwin, “Cheek to Cheek”, canzone di successo risalente al 1935, ricorrente anche nella cinematografia, e “Sì dolce è il tormento”, incantevole aria che Claudio Monteverdi compose nel 1624.
Il trombettista sardo, dedica poi ad Ermanno Olmi il medley composto da “Non ti scordar di me”, altro classico, e “Centochiodi”, tema dell’omonimo film del 2007, al quale Fresu ha collaborato.
Fresu e Caine eseguono il pezzo in modo straordinario, dove si incrociano le virtù di entrambi in un perfetto interplay. Dopodiché il trombettista regala uno dei suoi magnifici assolo con flicorno ed effetti, che poi scivola in “Lascia ch’io pianga” di Haendel. Qui un’atmosfera unica avvolge la platea incantata dal carisma che Fresu dimostra di possedere nei tasti e nelle note, mentre Uri Caine al piano provvede a dare complessità e ritmo ad alcuni passaggi che arricchiscono ulteriormente il pezzo.
Seguirà un ritorno all’album precedente con “Sonia said”, tra classico e cool, che a sua volta lascerà spazio ad una gradita sorpresa, fuori da ogni schema e previsione, in quanto esterna ai progetti proposti: “A Night in Tunisia”, super classico griffato Dizzy Gillespie, interpretato e rivisitato dal duo come meglio non si poteva, tanto da meritarsi l’applauso più lungo e vigoroso della serata.
Proseguendo, il barocco rivisto ed arricchito della creatività di Fresu e Caine si riprende la sua parte di spazio con un brano della compositrice veneziana Barbara Strozzi, importante figura artistica del ‘600. “L’amante bugiardo” sarà un omaggio tutto per lei, dopo l’attestato di stima umana ed artistica che Paolo Fresu le ha tributato dal microfono.
In considerazione del difficile momento che l’Italia sta vivendo è stata dedicato, invece, a tutti i presenti, “E se domani” classico per eccellenza della canzone italiana, composto da Carlo Alberto Rossi e portato al successo, tra gli altri, da Mina.
Sul palco, papà ha sopperito all’assenza del figlioletto, sostituendo la musicalità della voce del piccolo con una leggera sfumatura del suono metallico del flicorno appoggiato al pianoforte.
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