– di Corrado Speziale – La Fotogallery
Esclusiva europea e prima volta del grandissimo musicista, fondatore con Ornette Coleman del Creative Music Studio di Woodstock, per un suo progetto in Italia con workshop, in quattro giorni di residenza a Messina. Accanto a lui, la moglie cantante e poetessa Ingrid Sertso. Un’esperienza da raccontare per l’intensità e la bellezza degli incontri con i musicisti della Filarmonica Laudamo Creative Orchestra, fondata da Luciano Troja nel 2016. L’evento culmine, il concerto al Palacultura Antonello di domenica pomeriggio che ha entusiasmato la platea, grazie alla “connessione” tra Berger, i musicisti e il pubblico, in una esibizione non semplice, ma alimentata da tanta voglia di libertà d’espressione e improvvisazione. Primo scopo, non porre limiti oltre qualche tema portato dal maestro, mettendo dentro la musica tante emozioni.
Una delle sedute di prova si è svolta alla Casa del Con, sede de Il Cantiere dell’Incanto, fondato da Giovanna La Maestra e dal compianto Angelo Tripodo.
Hanno colpito la sua serenità e semplicità, a fronte dell’impareggiabile storia di un genio. Karl Berger lo scopriamo nei modi e negli atteggiamenti così come nella musica: rendere semplici, piacevoli e leggeri i pensieri complessi attraverso un’elaborazione attenta, curata e intelligente di tante idee estemporanee di 31 musicisti. Un programma in due sessioni, rispettivamente di 45 e 25 minuti, a loro volta suddivise in due suite la prima e in tre la seconda, hanno entusiasmato il pubblico presente numeroso domenica pomeriggio all’auditorium del Palacultura Antonello.
E’ stato un crescendo di intesa, di connessione tra orchestra e ascoltatore, dopo un inizio non semplice. Era questo lo scopo. Proprio e solamente i tre temi guida, composti e indicati dal maestro, sono stati l’unico “vincolo” se così lo possiamo definire, considerato che al loro interno i musicisti hanno creato mille storie. Sembrava che incidessero una colonna sonora dal vivo, improvvisando a tema, mentre sotto i loro occhi scorrevano le immagini di un film mai visto prima.
E’ stata una musica arricchita da fattori di rara bellezza, caratterizzata dal senso dell’imprevedibilità, dal divenire costante, dalla scoperta di mondi sconosciuti e da esplorare. Sembrava che le note i musicisti le percepissero in aria e le elaborassero in tempo reale per trasportarle nel loro strumento. Un percorso personale di ciascun artista, incastonato dentro un sentire collettivo, divenuto unico grazie alla conduzione magistrale di un “filosofo” della musica come Karl Berger, chiamato ad unire e far convivere varie sensibilità. Il maestro si spostava costantemente sul palco, osservando i musicisti negli occhi, dialogando attraverso gesti ed espressioni, con movimenti singolari che più volte hanno ricordato quelli della natura: il volo degli uccelli, ad esempio. Già, la natura. Per questo ci permettiamo di non addentrarci dentro i passaggi del concerto, perché immortalare certi momenti non sarebbe neppure funzionale alla critica: un’altra esibizione, ossia l’ottava prova in quattro giorni, avrebbe avuto ancora un’altra storia. E’ questo il bello dell’improvvisazione. La “frase” iniziale è consegnata alla splendida voce di Rosalba Lazzarotto. Letta, non cantata, né suonata: “Musica, un’energia come il sole (…) colorata come un arcobaleno, magica come il suono…”
Il tutto è stato il frutto di quattro giorni di intenso e piacevole lavoro, fatto innanzitutto di relazione, connessione ed empatia tra il fondatore, con Ornette Coleman, del Creative Music Studio di Woodstock, e i musicisti della Filarmonica Laudamo Creative Orchestra, ensemble multigenerazionale di musicisti sia di classica che di jazz, tutti originari dell’area dello Stretto, fondata da Luciano Troja nel 2016. Ed è proprio quest’ultimo che nella qualità di direttore artistico della Filarmonica Laudamo, alla 98.ma stagione dell’Ente, può assumere consapevolezza di un successo in virtù delle scelte effettuate: portare in riva allo Stretto un messaggio musicale frutto di un pensiero nuovo ed in perenne rinnovamento. Un principio attraverso il quale ciascun musicista riesce ad esprimere tutto se stesso, fino in fondo, in sintonia con gli altri. L’abbiamo provato di presenza: per quattro giorni, una valida rappresentanza di musicisti locali, ha vissuto un’esperienza tutta americana per spirito, mentalità e vitalità. E non era la prima volta, perché l’orchestra messinese si era già misurata in tal senso, dal 2016, con altri artisti e progetti di valore: Dave Burrell, Blaise Siwula e Rocco John Iacovone, Salvatore Bonafede.
Filarmonica Laudamo Creative Orchestra & Creative Music Studio di Woodstock: una collaborazione nel segno di una comune concezione dell’universo musicale.
Affinché si raccolgano gli stimoli per affrontare un’esperienza simile, è sufficiente immaginare quali artisti, a Woodstock, con lo stesso metodo, hanno affiancato Karl Berger, Ingrid Sertso e Ornette Coleman. Parliamo di icone della musica del nostro tempo, del jazz e non solo, musicisti da sogno: Don Cherry, Pat Metheny, Cecil Taylor, Carla Bley, John Cage, Jack De Johnette, Vijay Iyer, Antony Braxton ed altri. Parliamo di contaminazioni allo stato puro, della nascita della word music. Tra gli italiani citiamo Enrico Rava, con il quale tra l’altro Berger ha inciso un album. E in tale contesto, non poteva mancare Paolo Fresu, del cui “incontro” di alcuni anni fa con Berger abbiamo avuto notizia giusto a fine concerto.
Le loro testimonianze, in “Karl Berger: Music Mind”, film documento del 2018 sulla vita nella prestigiosa scuola di Woodstock, andato in proiezione alla Sala Visconti giovedì, alla presenza di Berger e Sertso, sono la riprova di una visione del mondo e di una condivisione di progetto d’arte e di vita. “La musica è la maniera più sincera e profonda di conoscere se stessi. L’improvvisazione ha una rilevanza fondamentale”, ha detto Berger alla fine del film, rispondendo alle domande del pubblico, gli abbonati della Filarmonica e gli addetti ai lavori che non hanno voluto mancare questa occasione unica: il confronto diretto con i due artisti. Nel dibattito Berger si era soffermato su vari punti, con passaggi a dir poco suggestivi: “La scrittura nella musica è solo una parte di ciò che è molto più ampio e complesso. Con Don Cherry suonavamo tutti i giorni tranne il lunedì…E non facevamo sempre le stesso cose, queste avevano sempre una storia diversa, un tratto diverso tra loro. La musica è un processo in continuo mutamento e per quanto possa avere dei tratti comuni, in realtà la sua bellezza sta nei tratti differenti”. L’essenza della musica così come l’uomo la genera: “La musica va troppo velocemente – spiega Berger – per questo non può avere una componente unicamente razionale, probabilmente perché nasce da una commistione tra istinto e ragionevolezza, due fattori che coesistono”.
Un pomeriggio di prove si era svolto alla Casa del Con, sede de Il Cantiere dell’Incanto, fondato da Giovanna La Maestra, presenza importante a fianco dei musicisti in questo progetto, e dal compianto, indimenticato batterista Angelo Tripodo. E non c’era miglior modo per ricordarlo, salvo, ovviamente, la commozione e il rimpianto: Ornette Coleman era tra i “giganti” preferiti da Angelo. Per non parlare della lunga collaborazione con Berger e Coleman e della presenza costante in quella scuola del batterista Ed Blackwell, cui Tripodo si ispirava in maniera simbiotica. La storia e il destino: Creative Music Studio di Woodstock & Il Cantiere dell’Incanto di Messina, insieme, idealmente e finalmente artisticamente. Ad unirli, la Filarmonica Laudamo Creative Orchestra e il lavoro, fondamentale, di Luciano Troja, realizzato anche grazie alle sue relazioni con musicisti americani di tale valore.
Il commento entusiastico e la gratitudine del direttore artistico: “Grazie a Karl Berger & Ingrid Sertso per la grande energia positiva, il lavoro e l’amore che ci hanno donato. Grazie a noi, musicisti della Filarmonica Laudamo Creative Orchestra, straordinaria esperienza musicale e realtà orchestrale unica, originale e sempre più salda”.
Aspettando la prossima storia da vivere e da raccontare.