Scrive Renato Mangano:
Nel rimettere al mittente le dichiarazioni false e tendenziose dell’On Germanà, pubblicate a pagina 36 dalla Gazzetta del Sud di venerdi 01/07/2011 , che si commentano da sole per chi conosce il suo curriculum politico, nelle more di raccordarmi con i vertici provinciali del PDL per una puntuale ed esaustiva risposta alle ingenerose dichiarazioni del prefato parlamentare messinese non posso, che associarmi e condividere totalmente quanto questa mattina il neo segretario nazionale del PDL On. Angelino Alfano ha dichiarato a proposito di quei “furbetti”che per ottenere ad ogni costo un posto al sole, sono capaci di candidarsi in liste contrapposte a quelle del Pdl ufficiale.
A conferma di ciò si richiama una agenzia di stampa : “Dura oltre mezz’ora il primo intervento del segretario-politico. Una sorta di manifesto su come dovrà essere il “nuovo” Pdl cui, però, si accompagna subito la conferma della leadership di Berlusconi: “Rivincerà le elezioni del 2013. Non abbiamo bisogni di lasciti ed eredità» assicura Alfano. Quindi, il progetto: «Costruiremo tutti insieme un grande partito, la prospettiva è quella del Ppe”. E le strategie: unità e recupero dei moderati. “Dobbiamo fare un partito serio” esorta Alfano, sottolineando la necessità di “un meccanismo semplice di regole e sanzioni”. “Non è possibile – spiega – che uno cui non piace il candidato sindaco del Pdl si fa una lista “Coca cola” e si candida da solo. Se vuole farlo, poi continua fuori dal Pdl”……
IL Coordinatore del Pdl Capo d’ Orlando Renato Mangano
Ecco la trascrizione di quanto dichiarato e pubblicato dalla Gazzetta del Sud dall’on. Nino Germanà al giornalista Franco Perdichizzi.
Quali le motivazioni che hanno causato la rottura tra il Pdl e l’ex-sindaco Massimo Carrello, vicino alle posizioni dell’on. Beninati, tanto da indurlo a presentarsi da solo alle elezioni?
“Premetto- risponde l’on. Germanà- che ritengo assolutamente non solo condivisibile ma anche legittima la scelta di Massimo Carrello, una scelta dettata dall’insoddisfazione nella gestione della designazione del candidato a sindaco (Renato Mangano n.d.r.). Carrello sul territorio orlandino ha sempre rappresentato una componente importante del Pdl che, come lei ha ricordato, fa capo all’on. Beninati e credo, quindi, che non si sia sentito tenuto in debita considerazione da parte dei coordinatori provinciali”.
Quali sono stati, secondo lei, i motivi del continuo posticipare da parte di Renato Mangano dell’ufficializzazione della sua candidatura? Questo ritardo ha influito sul risultato elettorale?
“Sin dall’inizio Mangano non ha dimostrato convinzione e le 48 ore da lui richieste al termine dell’unica riunione, oltretutto tardivamente promossa dal Coordinamento provinciale (24 febbraio scorso n.d.r.), si sono trasformate in otto giorni nell’arco dei quali Mangano non solo non ha adempiuto alla sua promessa ma non ha neanche intrattenuto rapporti telefonici con il sottoscritto, principale sponsor della sua candidatura. Ci sono stati errori di valutazioni e la tempistica non è stata rispettata dimostrando scarsa credibilità e non ha assicurato necessarie garanzie dinnanzi alla popolazione che ha assistito alla fiera delle indecisioni e dei tentennamenti. Prima di presentare un progetto all’elettorato è necessario difenderlo ed estenderlo, creando le contingenze atte a divulgarlo, ed è normale che gli elettori abbiano punito sia la mancanza totale di concertazione, collaborazione e condivisione interna al partito, sia il comportamento di Mangano fatto di ripensamenti ed esitazioni che solo il 3 aprile, ovvero a distanza di più di un mese ma soprattutto a meno di un mese dalla presentazione delle liste, ha presentato la sua candidatura”.
Come spiega a questo punto la decisione degli ex consiglieri comunali, del Pdl, Gaetano Sanfilippo e Dario Lipari, di candidarsi in una delle liste a sostegno di Salvatore Librizzi?
“Colgo l’occasione- prosegue Germanà- per rivolgere tutto il mio apprezzamento e la mia stima a quelli che sono stati i due pilastri del Pdl a Capo d’Orlando e che da sempre mi sono stati vicini e mi hanno rappresentato sul territorio. Convinto delle loro capacità politiche, non ho opposto alcun veto alla loro scelta, lasciandoli liberi di sposare il “progetto Librizzi” in cui meglio si sono identificati. A tal proposito vorrei anche aggiungere che la loro decisione è stata dettata anche da ragioni di opportunità politica e grande spirito di analisi poiché il tentennare di Mangano e la contestuale presenza del fratello Aurelio tra le fila di Enzo Sindoni, hanno fatto sorgere seri dubbi circa la reale volontà di una sua candidatura”.
Perché il Pdl non ha raggiunto il ballottaggio?
“Sin dall’inizio è stato più che evidente che non aveva né la forza né la volontà di arrivare al ballottaggio, prova ne sia che il Pdl targato-Mangano è ben lontano dal partito nazionale ma è una costruzione del tutto atipica appiattita sulle posizioni dell’ex- Alleanza Nazionale, anzi è una sorta di Alleanza Nazionale restaurata e mascherata che si tinge di qualche spruzzo di azzurro con la presenza ad esempio di Massimo Romagnoli. A suffragio di questa disamina, vi è l’ulteriore dimostrazione che gli eletti nelle liste di Renato Mangano sono tutti riconducibili e hanno sempre gravitato nell’orbita di An”.
Cosa ne pensa del nuovo organigramma del Pdl presentato da Renato Mangano in qualità di coordinatore comunale?
“Sono molto scettico visto che Mangano dopo la batosta elettorale avrebbe dovuto muovere una profonda autocritica che lo avrebbe dovuto portare a rassegnare le sue dimissioni, rimettendo il mandato conferitogli, peraltro arbitrariamente ed in violazione dello Statuto, dai coordinatori provinciali. Mangano- continua l’on. Germanà- avrebbe dovuto procedere invece ad una ristrutturazione, anzi, ad una nuova fondazione, tentando di abbattere il muro che si è frapposto con gli altri esponenti ed in primis con Carrello e Sanfilippo, creando il consenso, allontanando lo spettro delle divisioni e rilanciando la coesione e l’unità del gruppo. A questo punto non vedo altra via di uscita, se non quella del commissariamento del partito. Così come occorre rilanciare il partito a livello nazionale, è nostro dovere rilanciarlo a livello regionale e provinciale fondandolo- conclude il deputato brolese- sui pilastri della coesione, della condivisione, dello slancio e dell’organizzazione sul territorio”. (Franco Perdichizzi, da Gazzetta del Sud).