E’ opportuno dotarsi di “palle” per fare cadere i “birilli”.
La città di Messina è ricca di panorami e di bellezze non ancora valorizzate. Il territorio ha una naturale vocazione per il comparto Turistico, tuttavia stenta a decollare per una serie di criticità. Tra quelle più inquinanti abbiamo il passaggio dei Tir in pieno centro cittadino ed il mancato servizio di pulizia e di scerbatura. Riguardo la continuità territoriale, è’ comprensibile che la realizzazione della grande opera, il Ponte sullo Stretto, si attesti come il migliore antidoto al problema.
Tuttavia, il progetto della realizzazione dell’attracco di Tremestieri, considerato da questa amministrazione la panacea per la definitiva risoluzione del passaggio dei mezzi in città, potrebbe dare il via, nell’immediato, ad una possibile rivoluzione programmatica della città, trasformandola in territorio d’accoglienza e non più di passaggio. L’opera, però, rimane ancorata alla mancanza di risorse da parte della Regione ed è sempre più vivo il pericolo insabbiamento e dell’erosione delle costa. E’ chiaro che i buoni propositi della componente politica locale e degli enti interessati alla realizzazione dell’approdo, si scontrano con strategie politiche tendenti ad operare affinchè tutto rimanga invariato o che si debba riproporre nella fase progettuale, allungando i tempi di realizzazione, costi e fattibilità. Come è già avvenuto per la realizzazione del Ponte. Tutto quello che è stato profumatamente sostenuto con economie pubbliche (linee guida, studi di settore, impatto ambientale, perizie varie e progettazione) non vanno più bene e devono essere adeguatamente rivisti, alla luce delle nuove tecnologi e di nuovi aspetti legislativi.
Intanto la città si reinterroga sulla necessità delle opere, sul loro valore produttivo e sulla loro valenza in chiave economico ed occupazionale. Tutto questo per noi è assolutamente ridicolo, ci fa ripiombare in un contesto del tutto gattopardiano e ci priva sempre di più della possibilità di adeguare il territorio ad un con contesto evolutivo, tecnologico ed efficiente, tipico delle città del nord Italia e ci allontana sempre di più all’ Europa economicamente globalizzata.
Porto di Tremestieri e Ponte, alla luce delle chiacchiere e delle vetrine che si sono susseguite negli anni, sono opere che avrebbero dovuto vedere la luce da tempo, ma buona parte del potere politico li osteggia, per pausa di non sapere governare il cambiamento e rimanere fagocitati nel proprio sistema autoreferenziale, lasciando il passo ad un mondo mantenuto sommerso ed impossibilitato, ma voglioso di rivincite. La mancanza del servizio dei rifiuti e delle scerbature, invece, dipendono esclusivamente dall’incapacità dell’amministrazione di sapere pianificare e governare il comparto. Mancano certamente le strutture adeguate, tra queste il termovalorizzatore, le infrastrutture ed i mezzi, ma è chiaro che non s’intravede nessuna miglioria rispetto anche alle precedenti amministrazioni, già di loro inefficienti al punto di operare sprecando risorse economiche e senza avere adottato delle politiche di adeguamento dei mezzi e di specializzazione del personale. Si è preferito puntare alla trasformazione dei netturbini in personale interno, elargendo promozioni e provocando la fine dei servizi primari. L’organico oggi si presenta inadeguato, con più personale in funzioni inutili e meno in quelli necessarie. Pensare ad un ampliamento della forza lavoro è improponibile alla luce della messa in liquidazione della Messinambiente e del rischio fallimento che incombe.
Tuttavia l’incapacità di apportare risorse, di realizzare strutture ed infrastrutture adeguate, di pianificare un servizio accettabile e di adottare mezzi e strumenti indispensabili, sono stati l’evidente fallimento di un assessorato, che spera in una sacca nuova e capace di assorbire le criticità per riappropriarsi di economie e personale capaci di riportare, nel breve e medio periodo ad un’apparente normalità. L’invenzione virtuosa di una società interamente pubblica, che assorba, sin da subito, l’impegno di sanare le inefficiente economiche e gestionali, utilizzando servizi con mezzi fatiscenti non è altro che la proroga di un fallimento ed il pretesto per una ripulita contabile allo scopo di potere perpetrare la logica di nuove facili assunzioni a sponsorizzazione sindacale. Un nuovo calderone che copre le assurdità di una politica assistenziale per rigenerare il sistema ed utilizzarlo per fini elettorali.
Da non trascurare la necessità di costituire una Governance, sproporzionatamente retribuita, per ovviare alle incapacità obbiettive della gestione con personale interno al Palazzo. Detta in breve, oltre al personale certamente da stabilizzare, non c’è nulla da prendere nel campo dei rifiuti e l’obbiettivo non può essere quello di creare una scatola vuota, un carrozzone ad economia pubblica, ma servirsi d’aziende produttive e capaci di offrire servizi adeguati ed economicamente proporzionati alle necessità.
Si liquidi la Messinambiente e si affidi il ciclo di raccolta e smaltimento rifiuti ai privati, con mandati oculati e mirati al recupero di tutte quelle economie dettate dalle tantissime criticità ed urgenze.
A quest’ultimi si dia mandato di realizzare i centri di raccolta e gli impianti per la differenziata, il trattamento e il recupero per il riutilizzo. Si ritorni allo spazzamento delle strade, con metodi tradizionali e mezzi di ultima generazione. Intanto l’amministrazione e l’intera classe dirigente, si doti di un termovalorizzatore. La Provincia è vasta e la città conta 240.000 abitanti, non si po’ continuare ad essere seppelliti dai rifiuti ed invasi dal percolato, dai ratti, dalle pulci e dalle blatte.
Messina ce la può fare, sono sufficienti quattro anni per cambiare le cose, ci vuole soltanto impegno e la buona volontà, abbiamo bisogno di menti eccelse che offrano esperienze professionali.
L’Università e gli organi professionali sono ricchi di sapere, si pongano al servizio della città, non alla guida della politica. Si cambi passo e si adotti come sistema la rete. Abbiamo panorami e bellezze da valorizzare, è necessario avere volontà e visione comune.
E’ opportuno dotarsi di “palle” per fare cadere i “birilli”.
Franco Tiano – Portavoce FederAzione Nuova Destra
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