C’era una volta… era l’inizio di una favola, il nostro “c’era una volta†è la chiave di lettura di un incubo naturalistico.
Ecco la nostra storia, legale, perfetta anche sotto il profilo amministrativo, certamente senza onori per la politica, peggio per il buon senso.
E’ una storia che si consuma, giorno dopo giorno, sotto lo sguardo di centinaia di pendolari, di pubblici amministratori, di benpensanti e progressisti.
E’ la morte di una montagna, bella, figlia unica nel nostro paesaggio per caratteristiche e conformità.
E’ la violenza senza estetica, né etica, di un territorio, che si fa forte di licenze e prebende.
E’ la morte della natura mentre a pochi chilometri si liberano, con fanfare e marce trionfali, rapaci e tartarughe, si domano incendi, si promuove il Parco.
E’ la morte della politica di una regione miope e sorda.
Nella valle del Rosmarino si modificheràun piccolo ma importante ecosistema, sotto lo sguardo di tutti, sta sparendo una montagna resa ghiaia e pietrisco.
Tutto regolare, tutto in regola, nessun pregiudizio per la legge, solo la logica ci dice – piccolo grillo parlante – che qualcosa non va.
Tanto a chi importa? Ve ne eravate mai accorti? Cosa si può fare? Tanto, basta pensarci, parlare, semplicemente dire No. Ghiaia, asfalto, terra e pietrisco possono essere presi anche con altre logiche, meno profitto, più “ragioneâ€Â, senza violentare natura e montagne. Del resto, non saremmo in Sicilia.