“Sono stato costretto a rivolgermi all’avvocato Antonino Maniscalco – sottolinea oggi Alberto Samonà – essendomi ritrovato davanti a un silente muro di gomma, in quanto i primi di febbraio avevo chiesto con lettera raccomandata la motivazione dell’esclusione, ma a questa non è mai seguita alcuna risposta”.

Nella lettera si chiede copia del parere vincolante negativo espresso dal Capo politico, “con data certa, sull’opportunità di accettazione della candidatura, relativa alla compatibilità con i valori del Movimento 5 Stelle; copia del parere del Garante (Beppe Grillo) con data certa, chiamato ad esprimersi dal Capo politico in caso di emissione di parere negativo; copia di tutti gli atti inerenti la candidatura di Alberto Samonà, compreso il numero di voti riportato alle “parlamentarie 2018″ (anche questo numero mai comunicato); motivazioni della mancata immediata comunicazione dell’estromissione al candidato”.

“Alberto Samonà – si legge nella nota – con l’impegno speso nel Movimento 5 Stelle e alla luce del successo riportato alle parlamentarie, se non fosse stato rimosso dalla lista, sarebbe divenuto Senatore della Repubblica Italiana”. “Chiedo una spiegazione ufficiale e per iscritto – spiega Samonà – visto che non ero in alcuna condizione di incompatibilità rispetto ai requisiti richiesti ai candidati dall’articolo 6 del Regolamento delle “parlamentarie” 5 Stelle. L’esclusione mi ha arrecato un danno di immagine molto grave, tenuto conto anche delle affermazioni pubbliche di Luigi Di Maio circa la rimozione dalle liste dei cosiddetti “impresentabili”.
In assenza di motivazione, infatti, chiunque potrebbe ritenere che sul sottoscritto pesino chissà quali ombre: fatto ancor più grave, vista la mia posizione professionale e sociale di giornalista. Chiedo trasparenza, non soltanto a tutela della mia immagine, ma anche e soprattutto per il rispetto che si deve ai tantissimi iscritti siciliani del Movimento 5 Stelle che mi hanno votato e che hanno diritto a sapere perché il loro candidato sia stato escluso dalla lista del Senato e oggi non sieda fra gli scranni di Palazzo Madama”.