Salvatore Badalamenti è nato e cresciuto a Montelepre. Attualmente vive a Palermo e lavora nella segreteria di una scuola statale. Dal 1980 al 1985 è stato Consigliere comunale, per il Pci, del comune di Montelepre.
Salvatore Badalamenti, “Montelepre, il dopoguerra e i misteri di Giuliano”, Edizioni la Zisa, pp.160, euro 13,00 (ISBN 978-88-95709-34-5)
(ANSA) – PALERMO, 27 LUG – La Procura di Palermo ha aperto un fascicolo di ‘atti relativi’ sulla morte del bandito Salvatore Giuliano, ucciso in circostanze mai chiarite a Castelvetrano (Trapani) il 5 luglio del 1950. A dare l’input ai magistrati e’ stato un esposto presentato dallo storico Giuseppe Casarrubea, che gia’ in passato si e’ piu’ volte occupato del caso Giuliano.
I pm, coordinati dall’aggiunto Antonio Ingroia, hanno sentito come testimoni lo stesso Casarrubea, il ricercatore argentino Mario Jose’ Cereghino, il giornalista dell’Ansa Paolo Cucchiarelli e il dottor Alberto Bellocco, il medico-legale che ha comparato le foto del cadavere del bandito. Sulla vicenda non e’ stata ancora aperta alcuna indagine.
Non e’ la prima volta che Giuseppe Casarrubea, figlio di una vittima della banda Giuliano, sollecita la riapertura delle indagini su queste torbide vicende. Nel dicembre del 2004 lo storico aveva consegnato un dossier di 67 pagine alla Procura di Palermo sulla strage di Portella della Ginestra del primo maggio 1947. Secondo Casarrubea, centinaia di documenti desecretati e rintracciati dallo studioso negli archivi americani e italiani provano che il contesto politico e sociale siciliano, a partire dal 1944, sarebbe stato dominato da un patto scellerato tra neofascismo, servizi segreti, mafia e bande paramilitari. Nel dossier sono contenuti anche nomi e cognomi di militari ed ufficiali della Decima Mas di Junio Valerio Borghese. (ANSA).