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LABORATORIO ZETA – Lettera aperta di Rita Borsellino al presidente della regione Lombardo e al prefetto di Palermo Trevisone

“Si trovi una soluzione alla controversia nell’interesse innanzitutto dei 32 rifugiati sudanesi”

Lettera aperta di Rita Borsellino al presidente della Regione, Lombardo e al prefetto di Palermo, Trevisone affinché si attivino per continuare le attività del Laboratorio Zeta nei locali di via Arrigo Boito 7 a Palermo, mettendo fine alla controversia in atto sull’assegnazione dei locali fra l’associazione Aspasia e il Laboratorio Zeta. “Negli ultimi nove anni, – si legge nella lettera aperta – il centro sociale di via Arrigo Boito ha realizzato percorsi di socializzazione e integrazione nel territorio, oltre ad ospitare più di quattrocento rifugiati politici, dando loro assistenza, anche legale, e orientamento al lavoro e alla legislazione italiana. Così facendo, il Laboratorio Zeta ha dato un valido contributo a un’attività che le istituzioni pubbliche spesso non sono riuscite a svolgere”. E continua la nota: “Al prefetto chiedo che si adoperi perché venga garantita in tempi brevi una vera accoglienza ai 32 sudanesi secondo quanto previsto dalla legge, a partire dall’art.14 dalla direttiva 2003/9/CE. A voler rispettare quei valori di solidarietà che ispirano la nostra Costituzione, – conclude – il danno maggiore non grava su una delle due parti in causa, ma, di più, sui 32 rifugiati sudanesi, cui è stato riconosciuto lo status di rifugiati, che si trovano al momento senza una struttura dove potere dormire”.

Di seguito il documento.

All’Ill.mo Presidente della Regione siciliana
e p.c. All’Ill.mo Prefetto di Palermo

Vi scrivo in merito alla questione che ha visto coinvolti in questi giorni l’associazione Aspasia, il centro sociale “Laboratorio Zeta” e i profughi e richiedenti asilo finora ospitati presso la struttura di via Arrigo Boito 7, di proprietà dell’Istituto autonomo case popolari di Palermo, dove nel corso degli anni si è consolidato un crescente rapporto di scambio culturale e di integrazione sociale con i residenti del quartiere.
Ebbene, come emerso dalla cronache, la controversia vede da un lato l’associazione Aspasia, che rivendica l’attribuzione del bene immobile di via Arrigo Boito 7 ottenuta tramite partecipazione al bando di concorso promosso sette anni fa dallo Iacp, e dall’altro il Laboratorio Zeta, che chiede di poter continuare a utilizzare i locali del suddetto immobile al fine di dare continuità a quelle attività di carattere sociale (in particolare quelle legate all’accoglienza dei migranti) che gli sono valse nel tempo il plauso anche delle istituzioni pubbliche, tant´è che il Comune di Palermo ha sempre provveduto a pagare le utenze del centro.
Al momento, la controversia non ha trovato una soluzione. E a voler rispettare quei valori di solidarietà che ispirano la nostra Costituzione, il danno maggiore non grava su una delle due parti in causa, ma, di più, sui, 32 rifugiati sudanesi, cui è stato riconosciuto lo status di rifugiati, che si trovano al momento senza una struttura dove potere dormire.
Inoltre, reputo necessario sollevare le ragioni del Laboratorio Zeta, un centro sociale che in nove anni, ha realizzato percorsi di socializzazione nel territorio, oltre a portare avanti numerose iniziative di carattere sociale e culturale, ha ospitato più di quattrocento rifugiati politici, dando loro assistenza, anche legale, e orientamento al lavoro e alla legislazione italiana. Così facendo, il Laboratorio Zeta ha dato un valido contributo a un’attività che le istituzioni pubbliche spesso non sono riuscite a svolgere.
Pertanto, mi rivolgo a Lei, Ill.mo Presidente della Regione siciliana, affinché agisca con gli strumenti e i poteri derivanti dalla Sua carica per garantire al Laboratorio Zeta le adeguate condizioni per continuare le meritorie attività fin qui svolte nei locali di via Arrigo Boito 7.
In secondo luogo, mi rivolgo anche all’Ill.mo Prefetto di Palermo, al fine che venga garantita in tempi brevi una vera accoglienza ai 32 sudanesi secondo quanto previsto dalla legge, a partire dall’art. 14 dalla direttiva 2003/9/CE.
Sicura di una Vostra risposta, Vi invio cordiali saluti.

Palermo 07/02/10
On. Rita Borsellino

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