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L`ANCORA NEL GIARDINO DI CASA, viaggi nella memoria

A cura di Antonio Accordino

San Giorgio, un “borgo” , tra i pochi rimasti nell’isola…. la tonnara, i pescatori, le tradizioni marinare e contadine che si fondono tra canzoni e “riti”…. ora tramite gli scritti di Accordino, riscopriamo la sua anima.
Inizia da oggi la collaborazione con la nostra testata di questo amante dei luoghi e della sua terra.


Il viaggio del’lanaggioto continua, è un  guerriero e l´orgoglio non l´ha esaurito. Il borgo marinaro di San Giorgio, è il suo approdo. Un giorno dopo l´altro, ha coltivato il sogno di ritornarci. La ricerca di un lavoro,
l´ha condotto lontano. Ha evitato trappole, combattuto sopraffazioni, subito vessazioni. Lanaggioto non si è piegato; ha percorso ripide ed oscure strade, scalato alte gradinate e si è  nascosto in palazzi transennati. Lo sconforto, l´ha indotto, perfino a pensare che sarebbe rimasto sul marciapiede. L´idea della sconfitta lo ha tallonato togliendogli il sonno. Ha calzato, addirittura una maschera bianca per confondere la morte. La faccia, le ossa, le carni e l´anima martoriata, ha incontrato i cittadini randagi che popolano la città, e non si è fermato. Lanaggioto, alla stregua di altri coetanei, insofferente alla fossilizzazione, stanco di passeggiare in attesa dell´ora del pranzo o della cena, preparate dalla mamma, ha scelto l´emigrazione. L´imbarco è alle cinque del mattino, il treno passeggeri, ha le caratteristiche del trasporto di animali. La stazione del villaggio di San Giorgio, è disabilitata. Il costone roccioso di rocca bianca ha nascosto l´ultimo scorcio del borgo lasciandolo con il collo allungato sul finestrino a guardare.  La città, ha l´attività per soddisfare i bisogni, concede l´opportunità di ritagliarsi uno spazio nella società.  La città, con la supponenza e lo strapotere in realtà, arruolò lanaggioto, a combattere una guerra senza quartiere.  Lanaggioto, ha negli occhi le onde azzurre, la spiaggia con la sabbia di granelli colorati, la speranza di mettere a frutto i suoi studi e trovare un lavoro.  Il mare di San Giorgio, il desiderio di navigare su quelle onde lo affascinava. Lanaggioto, con la lenza in mano, pescava dalla battigia; negli ami, l´esca di lumachine raccolte nei cespugli di canne che affioravano con le pale di ficodindia lungo il reticolato della vigna della Baronia, a margine della strada che porta al bivio per la nazionale, nei pressi della colonia estiva. Il tocco dei pesci sottocosta, che gli faceva tremare la mano ed il braccio, lo solleticava ed ancor di più si deliziava quando ne pescava qualcuno. La pesca con la pruppara, lo portava a percorrere in lungo, da un capo all´altro del villaggio, la linea di costa. L´informe triangolo di legno appesantito da un foglio di piombo, con gli ami adagiati ed infissi alla base in parallelo, tirato lentamente verso la riva, sfilava sul fondo del mare; il biancore dello strato di ” issu “spalmato sopra, affascinava il polpo che con cupidigia, allungava i tentacoli e vi si sedeva a pranzare. L´ingordigia, non gli faceva scorgere la trappola ed il corpo intero, rimaneva agganciato agli ami, per effetto dello strattonamento, dal tiro secco verso riva che lanaggioto infieriva alla pruppara. La pesantezza dalla pruppara, era il segnale, a volte era un falso allarme; derivava da alghe od altro che gli dava l´impressione che fosse il polpo a prenderne possesso. Le paranze, nel loro pescare con le reti a strascico, sconvolgevano il fondale; sradicavano, raccoglievano qualsiasi cosa incontrassero sul loro tragitto, e la portavano fino a riva. Lanaggioto, non riusciva a camminare a piedi nudi, il plantare gli pizzicava con violenza ed a volte, era costretto a fermarsi per togliere dei granelli di sabbia che si erano infilati di soppiatto nelle scarpe che bruciate dall´acqua di mare, subivano un veloce deterioramento. I tempi erano piuttosto grami, la famiglia era numerosa, dunque la spesa aggiuntiva, causava nei genitori, grande preoccupazione. Lanaggioto ne era conscio e vi poneva molta attenzione ma la precauzione di non bagnarle, era quasi inutile; la salsedine, invero era veloce, continua e silenziosa. Lanaggioto, dunque si sedeva a pulirsi le piante dei piedi, le scarpe ed osservava la lenza calata; un riflesso nell´acqua catturava la sua attenzione e con estrema curiosità scrutava i colori cangianti delle onde, il loro rincorrersi, immaginando banchi di pesci che bisticciavano a mangiare la sua esca. Le ore, si dileguavano in fretta, il buio che scendeva, provocava preoccupazione nella madre che gridava ai fratelli d´andarlo a cercare; il ritorno a casa era carico di minacce ed incombenti cinghiate.  Lnaggioto, dunque restava col desiderio di saltare in barca; oltre la passione, vi era una necessità materiale. Una mattina, insomma, si armò di coraggio e con cautela, riuscì a varare la barcuzza del padre ed andò a pesca di seppie.  Il piacere di guardare il mare dall´alto della barca, oltrepassava il desiderio della pesca che comunque non gli era indifferente. Il mare era di una calmarìa impressionante, l´acqua si offriva a berla, vedeva il fondo e dunque senza avere bisogno dello specchio che usano i pescatori, cala ” l´ontru ” a colpo sicuro. Le seppie, adagiate sulla ghiaia del fondo, erano belle e grosse, forse depositavano le uova.
(continua 1)

Chi è Accordino Antonio .
Nato a San Giorgio di Gioiosa Marea ( Me)  è residente a Milazzo ove lavora quale Tecnico sanitario di Radiologia Medica presso il locale Presidio Ospedaliero. Ha pubblicato -  Dietro il muro – Editore Gabrieli – Roma – Il Santo guerriero – Editore MAGI – Patti – Il Ragazzo di Anaggio  – Libro Italiano World. – Ragusa-   Il Re di Denari – IlmioLibro.kataweb.it.
Recensione del Prof. F.Russo – Il Santo guerriero è un ossimoro che indica la personalità dell’autore.  Una sfida che rivela il tratto distintivo dell’uomo che conosciuto il dolore e la sofferenza, imperterrito aspira a recuperare l’alta visione dell’esistenza. La ruota dei valori, gli consente d’indossare una corazza che lo preserva dalle tempeste sempre in agguato anche quando le crepe dell’anima sono profonde. La sua poesia si caratterizza per dinamismo interno ed è sfuggente ad ogni restrizione descrittiva, comunque presente e  brucia al pari di sale sulla ferita sanguinante. Il ricordo delle convulse fasi della pesca del tonno lo connotano di elegiache risonanze La luminosità del sorriso della propria donna  lo guida fuori dal dolore per reimpossessarsi di una smarrita quotidianità e riapprodare alla serenità dell’infanzia.
Recensione del Prof.. G:Anania – Il Ragazzo di Alaggio, rispecchia il mondo esterno e nutrendosi della  vita  propria, reagisce  alle difficoltà, alle iniquità denunciando per rendersi utile all’umanità. La  cifra poetica dell’autore, è scomoda e controcorrente  ed è sintonizzata sui valori fondamentali della società civile enunciati con l’impiego di un linguaggio corrente che imprime al verso libero una forza fluidamente discorsiva potenziata da una struttura logica coinvolgente che scuote le viscere della terra.

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