La Fondazione TrasPArenza, soggetto giuridico senza scopo di lucro capace di attrarre i saperi universitari e le conoscenze dei migliori laureati per favorire lo start up delle istituzioni locali e regionali, lancia un appello su vaccini, produzione endogena e licenza obbligatoria.
Quando può essere concessa la licenza obbligatoria?
Sul sito del ministero della Salute, è riportato il numero totale di persone che, ad oggi, hanno completato il ciclo vaccinale. Sono 5.568.648 i cittadini che in tutta Italia sono stati vaccinati, a fronte dei 59.641.488 residenti in Italia dal primo gennaio 2021.
Il report aggiornato al 29 aprile indica un totale di somministrazioni pari a 18.886.925. Non è una novità che, a causa dello scarso numero di dosi a disposizione, la campagna vaccinale, finora, sia andata a rilento. Ma oltre al difetto di approvvigionamento, ci sono anche altri fattori di cui tener conto; fattori che hanno inciso sullo stato attuale: disfunzioni organizzative a livello locale, tra cui il mancato rispetto della regola relativa alla somministrazione dei vaccini alle categorie prioritarie.
Questione non di poco conto che ha avuto una notevole ricaduta sulla riduzione della curva di mortalità. Nelle altre regioni, le dosi vaccinali sono state somministrate agli aventi diritto e l’organizzazione è pienamente funzionante, mentre in Calabria non sono state esaurite le dosi, non sono state vaccinate tutte le categorie che avrebbero la priorità e l’organizzazione è vacillante. Tuttavia, a proposito della campagna vaccinale nazionale, i numeri degli ultimi giorni fanno ben sperare. È notizia di due giorni fa che l’Italia ha aggiornato il piano vaccinale: tra aprile, maggio e giugno, il nostro Paese riceverà 62 milioni di dosi di vaccino anti-Covid, grazie all’aumento delle consegne di Pfizer.
Ma in che modo si potrebbe favorire un’ampia disponibilità dei vaccini anti-Covid-19 evitando di andare incontro, ancora una volta, alla carenza di dosi vaccinali? Nel corso di questa pandemia, la ricerca ha riscontrato l’erogazione di ingenti finanziamenti pubblici con assunzione del rischio sull’esito della ricerca. È stata così sollevata la questione relativa ai brevetti. Come precisa la legge sulle invenzioni industriali, qualora l’invenzione brevettata sia attuata in una misura tale da risultare in grave sproporzione con i bisogni del Paese, può essere concessa una licenza obbligatoria per l’uso non esclusivo dell’invenzione stessa, a favore dell’interessato che ne faccia richiesta. In pratica, chiunque domandi la concessione di una licenza obbligatoria deve dimostrare di essersi rivolto al titolare del brevetto e di non aver potuto ottenere da questi una licenza contrattuale a condizioni eque.
Quando può essere concessa la licenza obbligatoria? A fronte della corresponsione di un equo compenso a favore del titolare del brevetto o dei suoi aventi causa, purché colui che richiede la licenza fornisca le necessarie garanzie per l’attuazione dell’invenzione a norma delle condizioni fissate nella licenza stessa. Quindi, la licenza obbligatoria può essere concessa per lo sfruttamento dell’invenzione finalizzata all’approvvigionamento del mercato interno per ragioni di interesse generale. La disciplina sulla proprietà industriale – che tutela, difende e valorizza i diritti di proprietà intellettuale – mira alla realizzazione dell’idea imprenditoriale. L’articolo 45 del Decreto Legislativo del 10 febbraio 2005, n. 30 (il Codice della Proprietà Industriale) stabilisce che «possono costituire oggetto di brevetto le invenzioni nuove che implicano un’attività inventiva e sono atte ad avere un’applicazione industriale». In questo contesto, si inseriscono le privative industriali, strumenti che la legge mette a disposizione per sfruttare sul mercato le nuove invenzioni, tutelando la proprietà intellettuale.
Dunque, con il diritto di privativa l’ideatore e l’attuatore stringono un accordo al fine di realizzare l’invenzione sul piano imprenditoriale, senza impedirne la circolazione sul piano delle conoscenze. In questo quadro, è possibile collocare le privative industriali con oggetto i vaccini. Quindi, ricollegandoci al discorso iniziale, la domanda è la seguente: «Perché non attivare licenze obbligatorie?».
Il professor Enrico Caterini sottolinea che: «Il ministero dello Sviluppo Economico si sta prodigando per dotare il Paese di una produzione interna. C’è bisogno di un sistema produttivo perché questo fenomeno non sarà l’unico, infatti tutto lascia presagire che si replicherà nel tempo. Pertanto, noi non possiamo dipendere dagli altri Paesi. L’Unione Europea e l’Italia dovrebbero attivarsi per ricevere la concessione del brevetto con licenza obbligatoria».
La Fondazione TrasPArenza si pone come soggetto giuridico senza scopo di lucro capace di attrarre i saperi universitari e le conoscenze dei migliori laureati per favorire lo start up delle istituzionali locali e regionali.
Una mission arricchita dell’esperienza dei protagonisti delle libere professioni interessate ai problemi della pubblica amministrazione. Il suo obiettivo è quello di intervenire sul sistema autonomistico territoriale, per far sì che lo stesso migliori le performance di gestione in bonis e in default. Si propone di operare presso le Regioni e i Comuni, ivi comprese le Unioni, al fine di garantire ad essi una adeguata formazione del personale impegnato nella sfida.
fonte: sito Fondazione TrasPArenza