Le vicende politiche nazionali e regionali si incrociano e determinano un clima di sospensione e di finalizzazione di ogni attività politica regionale.
La polemica politica conseguente al cambio delle alleanze uscite dalle urne, ha poi, a prescindere dalla valutazione di ognuno su di esse, oggettivamente appesantito il clima fornendo un’immagine litigiosa della classe politica siciliana di tutti gli schieramenti.
Tutto questo avviene in un momento che richiederebbe unità della politica siciliana a difesa dei diritti della nostra Regione (e dei suoi cittadini) troppo spesso violati da politiche a trazione nordista.
Interesse di tutti i siciliani ed anche delle forze politiche dell’isola è quindi salvaguardare l’istituzione Regione ed impedire l’apertura di stagioni nelle quali possano prevalere interessi di parte o, peggio, opposti opportunismi che speculino sulla debolezza del governo.
Sulla base di queste considerazioni, ritengo utile avanzare una proposta che forse non piacerà agli estremisti degli opposti schieramenti che non perderanno certo l’occasione di criticarla. Credo che, se realizzata, potrebbe rappresentare per la Sicilia una dimostrazione di maturità politica e di serietà istituzionale tale da garantirle una via d’uscita rispetto alle difficoltà attuali e un recupero di autorevolezza sul piano nazionale.
Ritengo che questo sia l’unico modo per riaffermare i principi e i valori che condivido e che costituiscono il fondamento dell’MPA.
Approvate legge finanziaria e bilancio regionale, si può pensare di formare subito con la presidenza Lombardo un governo istituzionale composto e sostenuto solamente da esponenti politici espressi da tutte le forze politiche dell’Assemblea Regionale Siciliana sulla base di un programma di riforme essenziale e condiviso. Nonostante l’apprezzamento per il ruolo dei tecnici presenti nell’attuale governo, si deve ritenere che in questo momento tanto delicato la responsabilità delle scelte e delle decisioni deve essere assunta e compartecipata dalle forze politiche e dai loro esponenti.
In democrazia, è responsabilità della politica assumere le scelte definitive e risponderne agli elettori.
Di questo Governo facciano parte tutti i capigruppo dell’Ars sulla base di un impegno comune a difesa delle istituzioni autonomiste e delle giuste rivendicazioni dell’isola nei confronti del Governo nazionale.
Se la classe politica siciliana fosse capace di affermare un segnale unitario e solidale di questo tipo, non vi è dubbio, che ripristinati nel 2013 i normali rapporti tra una maggioranza e un’opposizione uscite da nuove elezioni, la nostra regione potrebbe guardare con speranza e con determinazione alle nuove sfide imposte dal federalismo e dalla globalizzazione.
In caso contrario la fine dei capponi di Renzo sarebbe quasi meritata.
On. Ferdinando Latteri
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