“Il disegno di legge in materia di università, reclutamento del personale docente e riordino degli organi di governo degli atenei presenta significative novità rispetto al vigente modello normativo. Si tratta di novità che non sempre si qualificano per coerenza ad un chiaro progetto di autonomia e di responsabilità degli atenei, anche se molto spesso costituiscono un tentativo positivo di dare risposta ai difficili problemi dell’attuale fase”. Lo afferma l’onorevole Ferdinando Latteri, del gruppo parlamentare del Movimento per le Autonomie, durante le dichiarazioni di voto al disegno di legge sulla riforma dell’università in Aula alla Camara.
“Sono state già espresse – continua l’on. Latteri – alcune preoccupazioni sul regime di autonomia che si viene a configurare e sulla incerta prospettiva del rapporto fra poteri del governo, competenze del parlamento e autonomia statutaria e organizzativa degli atenei. Non si può fare a meno, però, di affermare che questo disegno di legge, come la maggior parte, scaturisce comunque dalla necessità di trovare adeguati e accettabili compromessi sia tra le forze parlamentari, sia con le forze sociali e con le posizioni espresse dalle istituzioni direttamente interessate”.
“Occorre evidenziare purtroppo – rileva l’esponente MPA – che le risorse stanziate da questa legge non sono sufficienti a garantire un riequilibrio tra Atenei del Nord e del Sud del Paese”.
“Nell’esprimere, comunque, un voto favorevole – sottolinea l’on. Latteri – è necessario richiamare l’attenzione sulle possibilità di miglioramento del quadro normativo con l’esercizio di una prudente e attenta potestà statutaria da parte degli atenei e con un altrettanto prudente e attenta vigilanza degli organi di sistema”.
“In ogni caso, – conclude l’on. Latteri – sembra di poter affermare che, nel calcolo dei costi e dei benefici, nella valutazione delle opportunità che si aprono con la riforma che si deve approvare e dei rischi che si correrebbero con l’immobilismo, vale la pena di tentare la strada della sperimentazione e della rimessa in gioco dell’autonomia degli atenei. Ci auguriamo che dopo un quindicennio di sperimentazione, questa normativa possa consentire un esercizio responsabile e attento dei poteri che sono conferiti alle università e il recupero dei valori proclamati da von Humboldt, dell’autonomia e della correlazione fra la didattica e la ricerca”.
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