Nostra signora della musica italiana, torna alle stampe con Simili, variando in qualche modo il suo variopinto, ma quasi stereotipato suono nazionalpopolare, ammiccando alla dance europea, con arrangiamenti volutamente classici, e certe accozzaglie latineggianti prese in prestito dal collega Ricky Martin.
Ma andiamo per ordine, proprio per sondare un garantito successo, per un artista genuina che fonda il suo successo col rapporto umano con il pubblico: si va sul sicuro, col pezzo apripista firmato dall’amico – collega Biagio Antonacci, Lato destro del cuore, garantendo all’artista un ottima copertura radiofonica, il quale regala altri due pezzi, Tornerò (con calma si vedrà), e l’ultima traccia del cd E’ a lei che devo l’amore, con stile sognante, che ovviamente si aggiungeranno ai suoi cavalli di battaglia. I suoni sono sempre puliti, la produzione ben definita, per ripartire sicuri al rodaggio emozionale del sound tipico Pausini, sotto la supervisione del compagno Paolo Carta che produce e canta pure.
Lato destro del cuore, Simili, ballad mid-tempo infarcite di violini e parole zoppicanti a soccorso di testi ancora poco maturi, che riescono a parlare al cuore degli adolescenti come non mai, identico discorso per 200 note, Chiedilo al cielo, Ho creduto a me, dove si scivola nella solita melassa – nonchè in riletture moderne de La solitudine/Strani amori. Innamorata giunge alle orecchie dell’ascoltatore con ritmi pop-latini, per poi cedere il passo ancora una volta alle ballad estenuanti de La porta accanto, Il nostro amore quotidiano. Ritmi caraibici e spagnoleggianti in Tornerò, e una dritta superdance per il brano Io c’ero (+amore xfavore). Per lei, oltre ad Antonacci, altre due firme eccellenti come Jovanotti e Giuliano Sangiorgi. Un prodotto sicuro, facile all’ascolto per ritrovare e riabbracciare un amica che non è mai cambiata – e forse proprio questa, la forza di Laura, il riconoscersi in lei nonostante gli anni passino, per sentirsi ripetere un eterno mantra consolidato nel corso di tutta la sua carriera, e che non permette alle Alessandra Amoroso di turno di spodestarla dal podio. Infine, le dediche e le riconoscenze, si sprecano per tutta la tracklist dell’album.
Salvatore Piconese
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