LAVORATORI DELLO SPETTACOLO – Messina: “Il silenzio del Teatro V.E. sembra una chiara dichiarazione di indirizzo artistico e politico”
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LAVORATORI DELLO SPETTACOLO – Messina: “Il silenzio del Teatro V.E. sembra una chiara dichiarazione di indirizzo artistico e politico”

La proposta dei lavoratori dello spettacolo di Messina

 Da mesi i lavoratori dello spettacolo di Messina invocano un dialogo con le istituzioni. Ma dopo un incontro con l’assessore Pippo Scattareggia, un gruppo consistente di associazioni, artisti e operatori registra il prolungato silenzio dell’Ente Teatro V.E. che non risponde alle varie proposte e sollecitazioni. La richiesta del comitato: “Un incontro per avviare un’interlocuzione volta non solo a fare fronte alla situazione contingente ma anche e soprattutto ad aprire una prospettiva per il futuro”. L’intenzione: “Creare un cantiere di idee che diventino progetti, che coinvolgano la cittadinanza, riempiendo di nuovo gli spazi teatrali”. Le deduzioni che se ne traggono: “Questo silenzio – scrivono i lavoratori dello spettacolo – sembra una chiara dichiarazione di indirizzo artistico e politico”.

La proposta è articolata in quattro settori: produzione, formazione e ricerca, pubblico e giovani, web e streaming.

 

Il comunicato dei lavoratori dello spettacolo di Messina.

Da mesi, in qualità di lavoratori dello spettacolo e di operatori culturali, invochiamo un dialogo con le istituzioni e gli enti che si occupano di cultura in città, nella speranza di riuscire ad avviare un’intesa e intessere una fruttuosa rete di collaborazioni per rilanciare la politica culturale di questa città. Nella difficoltà di riunire tutti contemporaneamente allo stesso tavolo, stiamo procedendo a piccoli passi, cercando il confronto con una istituzione alla volta. In questo quadro, una nostra delegazione ha incontrato a inizio giugno l’assessore Scattareggia, che ha ascoltato le nostre proposte: un capitolo di bilancio destinato alle attività culturali e di spettacolo; la possibilità di usufruire di spazi comunali per le nostre attività, la costituzione di una consulta della cultura. Il dialogo con il Comune è aperto e sembra possa fondarsi su un confronto costante che speriamo possa portarci anche ad ottenere regolamenti di concessione che prevedano la gratuità per progetti di rilevante interesse culturale e canoni di locazione politici che consentano la possibilità di incassare e sostenere le attività.

Totalmente diverso l’iter con l’E.A.R. Teatro Vittorio Emanuele che non ha risposto né alle prime due pec inviate a tutte le istituzioni e firmate da un cospicuo numero di cittadini, né alle due successive indirizzate rispettivamente a Sovrintendente e CDA, e ai direttori artistici. La richiesta era semplice: un incontro per avviare un’interlocuzione volta non solo a fare fronte alla situazione contingente ma anche e soprattutto ad aprire una prospettiva per il futuro, in modo da ripristinare un dialogo purtroppo negli anni interrotto. Nessuna risposta ufficiale è giunta. Una prima convocazione da parte del presidente e di un membro del CDA si è improvvisamente fermata in attesa di una comunicazione ufficiale che mettesse assieme tutti i vertici del teatro. Non siamo mai stati contattati.

Questo silenzio sembra una chiara dichiarazione di indirizzo artistico e politico da parte di un teatro che negli ultimi anni ha chiuso completamente le porte agli artisti che operano anche in città, immaginando come soluzioni possibili in sostituzione a un lavoro capillare di formazione di nuovo pubblico e di relazioni con il territorio, sporadiche operazioni come Show Off o il Talent, progetto di punta di questa direzione artistica. Direzione artistica che negli ultimi giorni ha ribadito con estrema sincerità il proprio punto di vista, prendendo le distanze dall’ipotesi di una politica legata al territorio. Chiediamo ufficialmente alla governance dell’E.A.R. se questo silenzio sottende la condivisione dell’indirizzo proposto dalla direzione artistica del teatro. Certo le ultime dichiarazioni pubbliche del Presidente Miloro prospettano l’avvio di un nuovo corso nei confronti degli “artisti del territorio”, attraverso la messa a disposizione gli spazi perché ciascuno possa fare le proprie rappresentazioni, ma in tutta Italia non sono queste le politiche attuate: i teatri tentano di rilanciarsi proprio mettendo a frutto le risorse che sul territorio insistono, creando virtuosi circuiti di rinascita.

È evidente che andiamo in direzioni diametralmente opposte. Il problema è per noi di più ampio respiro, le richieste sono diverse e molto lontane dal semplice singolo evento promozionale, sganciato da un contesto di riflessione e ricerca. L’intenzione è quella di creare un cantiere di idee che diventino progetti, che coinvolgano la cittadinanza, riempiendo di nuovo gli spazi teatrali. Non vogliamo sostituirci alla direzione artistica, né immaginare tutto quel che si sarebbe potuto fare e non si è fatto con i finanziamenti ricevuti o, ancor peggio, con quelli persi a causa delle scarse valutazioni dei progetti presentati.

Quello che desideravamo era un confronto ma, essendoci negato da un reiterato silenzio, siamo costretti ad annunciare pubblicamente le nostre idee alla cittadinanza tutta, nella speranza che questa città possa essere unita per rivendicare ciò che le spetta di diritto.

 

PRODUZIONE – è fondamentale che vengano indetti annualmente bandi pubblici per un sostegno alla produzione e alla distribuzione di n.5 creazioni teatrali e di performing arts (teatro di prosa, teatro musicale, danza, teatrodanza etc…) di artisti e compagnie del territorio (base di modello emiliano). Per sostegno è da intendersi un sostegno economico alla produzione, la disponibilità degli spazi per le prove e un impegno per il lavoro di distribuzione su scala nazionale e internazionale in prospettiva per la fine dell’emergenza. Dovranno essere considerate nella griglia di valutazione il percorso e la storia della compagnia proponente, la vocazione sperimentale e le prospettive di circuitazione che il progetto contiene (capacità della compagnia di individuare altre risorse, coproduzioni, partecipazioni a festival nazionali).

FORMAZIONE E RICERCA – Riteniamo necessario regolamentare la concessione della Sala Laudamo, almeno da ottobre a maggio di ogni anno, sulla base di progetti che le compagnie potranno presentare al teatro (modello base di riferimento Regione Toscana). I progetti di ciascuna compagnia potranno includere rassegne, festival, percorsi di formazione, incontri e percorsi tematici. Inoltre la città è ricca di spazi, laboratori e scuole di formazione. Il teatro dovrà tenerne conto offrendo sconti agli allievi delle scuole che operano nel territorio e istituendo una rassegna dedicata agli esiti dei percorsi formativi di ciascuna realtà, potendo in questo caso offrire alla scuola una proposta sull’incasso al 70/30.

PUBBLICO E GIOVANI – è necessario ripartire con progetti che coinvolgano attivamente il pubblico e ne creino di nuovo, soprattutto fra i giovani. Progetti di Visione, di approfondimento, percorsi di condivisione delle pratiche teatrali non mirati alla formazione di operatori teatrali, ma mirati ad aprire le porte del teatro e renderlo agorà, spazio condiviso di cui svelare il mistero per creare ulteriore fascinazione.

WEB e STREAMING – Iniziativa importante in tempi come questi e per uno sguardo volto al futuro, sarebbe la creazione di una sala di registrazione professionale all’interno del Vittorio Emanuele che permetta la produzione di contenuti multimediali (in tal senso il teatro si apra anche alle proposte degli artisti) che prevedano il coinvolgimento non inferiore al 50% di attori del territorio scritturati a partire dal minimo sindacale per almeno 20 giorni nel corso dell’anno. Il coinvolgimento delle figure professionali deve estendersi anche a registi TV o cinematografici che dovranno ideare i progetti in team con gli artisti (modello di riferimento stabile di Catania).

 

Accademia di Musical e Recitazione On Stage

Accademia Sarabanda

Associazione Culturale ARB

Associazione Culturale Arknoah

Associazione dei 3mestieri

Compagnia Anatolé

Compagnia Carullo Minasi

Compagnia teatrale Vaudeville

Il Castello di Sancio

Le Maschere

La Luna Obliqua Teatro

Mana Chuma

Nutrimenti Terrestri Compagnia

QA-QuasiAnonimaProduzioni

Studio Musical

Teatro Pubblico Incanto

 

Paride Acacia

Valeria Alessi

Alessandro Alù

Antonio Alveario

Marialaura Ardizzone

Salvatore Arena

Massimo Barilla

Roberto Bonaventura

Tino Calabrò

Angelo Campolo

Romana Cardile

Giuseppe Carullo

William Caruso

Tino Caspanello

Simone Corso

Domenico Cucinotta

Stefano Cutrupi

Federica D’Andrea

Giulio Decembrini

Renzo Di Chio

Giulia Drogo

Gianni Fortunato Pisani

Cecilia Foti

Laura Giacobbe

Christian Gravina

Elena Grimaldi

Alice Ingegneri

Sarah Lanza

Davide Liotta

Maurizio Marchetti

Valeria Mendolia

Mariachiara Millimaggi

Cristiana Minasi

Marco Mondì

Alessandra Mondì

Giovanni Moschella

Cinzia Muscolino

Sasà Neri

Annibale Pavone

Cinzia Preitano

Maurizio Puglisi

Vincenzo Quadarella

Gianfranco Quero

Maria Pia Rizzo

Marica Roberto

Ottavio Scimone

Gigi Spedale

Auretta Sterrantino

Adele Tirante

Nella Tirante

8 Luglio 2020

Autore:

redazione


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