LAVORATORI DELLO SPETTACOLO – Sperando di rivedervi prestissimo al lavoro
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LAVORATORI DELLO SPETTACOLO – Sperando di rivedervi prestissimo al lavoro

Primo maggio dei lavoratori… speriamo che sia presto nuovamente lavoro anche per questa “popolosa” categoria di lavoratori spesso dimenticati nell’immaginario collettivo.

Dalla parte di chi sta soffrendo per il lavoro che non c’è a causa del covid
Utilizziamo un post, che condividiamo, di Antonio Barone, l’anima dell’Arkaservice. un serio professionista che abbiamo conosciuto, apprezzato e che stimiamo da decenni, che racconta uno spaccato di vita, comune a migliaia di lavoratori dello spettacolo.

PrimoMaggio: Festa dei Lavoratori, il nostro è un Lavoro!

…a volte anche per 20 ore consecutive,
arriviamo la mattina su un palco vuoto, sotto il sole e il caldo asfissiante noi siamo lì, non possiamo fermarci, se ti va bene mangi un panino nel pomeriggio, durante il sound check, alle 20:00 aprono i cancelli, alle 22:00 inizia lo show.
A volte gli artisti ti trattano male, a volte capiscono che sei lì per loro e che sei lì, sudato, con le mani ancora sporche perchè hai aiutato un collega a tirare un cavo impolverato (Km di cavi) o alzare un case (i famosi bauli) dal peso indescrivibile (guadagnate sul campo, due protusioni discali), sei lì per loro, per il pubblico, quel pubblico che si accorge che ci sei e che fischia solo quando un microfono non va, o le luci, per un cavo DMX tra le centinaia che hai steso, si spengono.
E tu in una manciata di secondi devi capire cosa nn va e risolvere, quanti aneddoti si potrebbero raccontare in quasi 35 anni di Arkaservice.
Quando inizia lo spettacolo entri in una sorta di Karma, un misto di tensione e assoluta assenza mentale, cerchi di ripetere mentalmente la posizione e la check-list di ogni singola apparecchiatura, contemporaneamente devi creare il tuo disegno luci, la mente si divide in due: razionalità e creatività.
Sipario, spegni le luci, parte l’applauso del pubblico all’artista… pensi che hai fatto bene il tuo lavoro!
Non pensi che hanno applaudito anche alle emozioni che quella particolare luce che hai acceso sull’attore ha dato, o a quel vibrare delle corde di una chitarra così perfettamente udibile ha dato a chi ascoltava e magari ha stretto di più la mano alla propria donna.
Le donne, le nostre donne, quelle che hanno creduto nel tuo sogno, nel tuo LAVORO, che hanno sofferto per te, per le pedate in faccia che hai preso ma gioito con orgoglio per i successi.
Le nostre donne che sanno che non riceveranno mai una telefonata, un messaggio quando sei su un palco, in un teatro ma che aspettano la mattina quando rientri che si apra quella porta di casa…
Altro spettacolo fatto, altro LAVORO portato a casa, qualche ora di sonno e si riparte…
…spero!
Spero presto!
2 Maggio 2021

Autore:

redazione


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