È proprio questo il fattore che balza maggiormente agli occhi, quella di sabato non è stata una manifestazione di una determinata categoria lavorativa in quanto “spulciando” tra i manifestanti si trovavano i lavoratori della vertenza Triscele (a cui a dicembre scadrà la cassa integrazione), quelli dell’ATM, della ex ditta Schipani, i funzionari pubblici, gli esponenti dei corsi di formazione professionale, quelli delle cooperative dei servizi sociali e persino gli orchestrali del Vittorio Emanuele a testimonianza di una città che ha deciso di accantonare pure la cultura. Tra queste e le molte altre categorie che hanno preso parte al corteo, si era quasi una triste gara per vedere da quanto tempo non si percepisce lo stipendio, scoprendo che si passa dalle quattro mensilità avanzate dai lavoratori del trasporto pubblico locale ai ben 25 mesi di alcune maestre di asili pubblici.
Davanti a questo collettivo i sindacati hanno fatto quadrato, ritrovando quell’unità che sembrava persa a inizio anno, e propongono una piattaforma comune per affrontare l’emergenza e uscire dalla crisi. Cgil, Cisl e Uil innanzitutto chiedono una maggiore chiarezza sui conti del Comune attraverso l’eliminazione di sprechi e sperperi, la riorganizzazione della macchina comunale e del sistema delle partecipate con la creazione di presupposti per la loro sostenibilità, programmare e realizzare interventi di prevenzione contro il rischio idrogeologico, dare sostegno alla mobilità e all’economia delle persone e delle merci e approntare un piano straordinario per il rilancio dell’economia locale iniziando dalle vocazioni naturali del nostro territorio.
Questi cinque punti vengono chiesti con fermezza dall’intera classe sindacale, a partire dal segretario generale della Cgil Lillo Oceano “noi oggi chiediamo con forza l’applicazione di questa piattaforma – ha dichiarato Oceano – oggi non sono scesi a manifestare una o due categorie, qui c’è tutto il mondo del lavoro messinese, un mondo che non può più accettare soprusi e tali mancanze di rispetto come quelle perpetrate fino adesso.
In città non c’è lavoro, mancano servizi essenziali perché chi li deve garantire non viene pagato. Bisogna affrontare le difficoltà tutti insieme solo così potremo ottenere dei risultati.
L’udienza di Croce alla Corte dei Conti? Io sono tra quelli che spera che venga scongiurato il dissesto ma dovrà avvenire senza sotterfugi e con la massima onestà verso gli organi giudicanti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Costantino Amato della Cisl, che vede nella ritrovata unità tra le sigle sindacali un punto di partenza per il mondo del lavoro messinese “non si poteva pensare di chiedere unità ai lavoratori se i sindacati per primi non davano segno di maturità, credo che oggi da qui possa veramente partire un futuro migliore per Messina e la sua gente”.
Alla manifestazione era presente anche la politica con alcuni consiglieri comunali, il presidente del civico consesso Pippo Previti ha aperto scenari interessanti per il Comune all’indomani dell’udienza del commissario croce presso la Corte dei Conti “c’è la possibilità che il Comune riceva 50 milioni di finanziamento dallo stato – ha dichiarato Previti – certo si tratta sempre di un prestito controllato, ma se aggiunti ai 35 previsti dall’IMU gli scenari cambiano notevolmente.
Oggi alcuni esponenti del consiglio sono qui perché né condividono i principi, da cittadino dispiace vedere una città con queste difficoltà e spesso avverto un senso di impotenza.
Noi abbiamo spesso affrontato tematiche lavorative in questi anni, per esempio la vertenza Triscele ha subito parecchi rallentamenti dovuti alla burocrazia regionale”
Antonio Macauda.