Sono riservati a disoccupati e inoccupati che abbiano raggiunto la maggiore età. Si spazia dal conduttore di azienda agricola, al disegnatore con sistemi Cad; dal tecnico di produzione fotografica all’estetista, dagli operatori per e con disabili al tecnico di accoglienza turistica, dal tecnico informatico al pizzaiolo.
I corsi sono gratuiti.
Prosca Brolo. Direzione: Via Mazzini, 4 BROLO (Me).
Teleono 0941 563136
e-mail: segreteria@prosca.com.
PEC: prosca@certificatasipaf.it
I Corsi:
Conduttore Impresa Agricola
Disegnatore progettista con sistemi Cad
Tecnico di produzione fotografica
Estetista
Operatore del benessere. indirizzo estetica
Animatore servizi dell’infanzia
Assistente alla comunicazione dei disabili ASACOM
Operatore socio assistenziale
Operatore specializzato in contabilità aziendale
Pizzaiolo
Tecnico dell’accoglienza turistica
Tecnico dell’ambiente. Gestione e recupero del territorio
Tecnico informatico
Cos’è la Formazione per Prosca.
Il significato e l’importanza della formazione sono profondamente cambiati all’interno del contesto socio-economico territoriale e generale.
In una fase storica in cui ogni attività lavorativa richiede un sempre più ricco contenuto intellettuale, dove l’itinerario esistenziale e professionale richiede conoscenze scientifiche e tecnologiche, capacità di apprendimento di nuovi linguaggi, di riconversioni sempre più complesse, l’imparare a fare non basta più: oggi viene richiesto anche di “imparare a conoscere”, “imparare ad essere” e di “imparare a vivere insieme”.
E’ necessario quindi un notevole potenziamento delle attività formative e d’istruzione da un lato, interventi duttili di formazione, aggiornamento, riqualificazione professionale dall’altro, ripensando, su questo fronte, la formazione in forme più flessibili, modulari, intermittenti, continue e personalizzate.
Emerge, pertanto, la centralità dell’azione formativa ed il suo ruolo di strumento attivo e di supporto dei processi di innovazione: ciò che maggiormente interessa promuovere attraverso la formazione, oltre alle conoscenze ed alle abilità operative, é la capacità strategica degli attori ad orientarsi nei contesti in cui operano avendo come punto di riferimento la dimensione del cambiamento.
La formazione sembra registrare una svolta, attraversare cioè un momento di ripensamento e di riflessione critica, non potendo sottrarsi alle peculiarità che definiscono la nostra realtà, proiettata troppo in avanti rispetto alle nostre capacità revisionali. All’interno di tale rinnovato orizzonte la formazione cambia, non solo perché si sviluppa fino a diventare sempre più diffusa e continua, ma cambia anche perché si sta trasformando l’assetto istituzionale della nostra società, in diretta relazione con il nostro modo di vivere e di lavorare.
La formazione varia anche perché si modifica il concetto di professionalità da formare. Quest’ultima non é più composta solo da competenze tecniche e da abilità pratiche, ma con queste dimensioni di base si intrecciano la comprensione dei vincoli organizzativi, la valutazione delle conseguenze delle proprie azioni, la comprensione degli obiettivi dell’organizzazione, la capacità di cooperare con gli altri, la gestione consapevole del cambiamento e
dell’indeterminatezza dei ruoli. La formazione, quindi, si pone come fattore strategico di sviluppo della competitività e unico strumento che può garantire, rispetto alle esigenze del mercato, la diffusione della cultura dell’eccellenza.
In un contesto molto orientato alla competizione in cui contano sempre di più le competenze specifiche e le capacità gestionali e relazionali, la formazione diventa uno strumento indispensabile di crescita professionale permanente, pur non limitandosi a tale dimensione dal momento che si colloca come processo e strumento di cambiamento degli individui, in vista di una più adeguata consapevolezza e gestione delle proprie modalità’ di interazione sociale e conseguentemente professionale.
La “formazione continua” non é scuola e non é neppure semplice addestramento rispetto ai fabbisogni operativi del sistema produttivo, ma va vista come un sistema che ha una propria autonomia culturale e progettuale, volto a collegare una dimensione educativa e personalistica con una dimensione di promozione sociale e con una funzione di servizio allo sviluppo economico.
L’obiettivo della formazione é quindi lo sviluppo e la continua crescita dell’uomo, in termini di promozione, diffusione e aggiornamento per tutti coloro che operano nelle imprese e sono inseriti a vario titolo e ruolo nella società.
Tale obiettivo é oggi perseguito con un’attività sempre più incisiva, perché la società e le organizzazioni hanno sempre più bisogno di migliorare il proprio livello di competenza. Infatti, da una formazione tecnica, propria delle società industriali basate su un’organizzazione tayloristica del lavoro, si passa ad una formazione centrata sul soggetto, che si configura in questa nuova situazione come l’unico punto di riferimento stabile cui far riferimento per fronteggiare il rinnovato assetto sociale.
La formazione, in questo mutato contesto, si articola secondo modalità differenti, assume nuovi aspetti, ha bisogno di una elevata capacità progettuale e professionale nel definire percorsi coerenti, nel certificare le esperienze, nel monitorare e valutare i risultati.
E’ dunque possibile affermare che la formazione si presenta sempre più come un bisogno continuo nella vita delle persone, come attività sempre più spesso ricercata e praticata da soggetti che hanno necessità di aggiornare il repertorio di competenze, allo scopo di consolidare e sviluppare la propria posizione professionale, oppure di acquisire un repertorio altro, che consenta di trovare una nuova collocazione all’interno del mercato del lavoro.
Sul piano dei principi la formazione continua svolge la funzione di integrazione sociale e di sviluppo personale trasmettendo i valori comuni e il patrimonio culturale di una società.
La natura diffusa, pervasiva della domanda di conoscenza costituisce un fenomeno nuovo, il sapere diventa oggetto di scambio, acquista valore richiedendo una dinamica interazione tra creatività, coraggio e determinazione per rendere efficaci i cambiamenti e la volontà di mostrarci all’altezza dei compiti che ci aspettano.
All’interno dell’attuale panorama sociale la formazione assurge, quindi, all’importante ruolo di risorsa per lo sviluppo e per l’inserimento sociale, ma non solo. Infatti, la formazione diventa sempre più uno strumento di regolazione sociale che, oltre a promuovere l’interiorizzazione di norme e valori e a trasmettere saperi, diviene un punto di connessione tra soggetti e organizzazioni.
Oggi il lavoro é sempre meno il centro della vita sociale e promessa certa per gli individui, mentre la formazione, intesa come formazione lungo tutto l’arco della vita, può offrire nuovi modelli di riferimento e nuove opportunità per i progetti di vita e di lavoro di ciascuno.
É da tempo, in realtà, che l’elaborazione culturale in materia di educazione le stesse strategie educative perseguite dalle istituzioni attribuiscono valore centrale alla concezione della formazione come processo che interessa le persone durante l’intero arco della loro vita (nell’istruzione, nel lavoro, nella vita post-lavoro).
I fattori che hanno accelerato, negli ultimi anni, la dinamica di questo processo sono essenzialmente di tre tipi:
le possibilità che le nuove tecnologie dell’informazione e dell’istruzione offrono per una diffusione generalizzata e capillare dell’informazione e del sapere; le dinamiche tecnico-organizzative del sistema produttivo d’impresa che accelerano l’obsolescenza delle conoscenze acquisite nella fase della formazione preinserimento e comportano la necessità di periodici e ricorrenti aggiornamenti delle conoscenze e capacità professionali; la coscienza più diffusa che l’istruzione-formazione é una risposta positiva ai rischi di disagio, esclusione ed emarginazione che toccano in particolare determinate fasce sociali.
Questi tre fattori, insieme con altri di recente rilevanza (si pensi, ad esempio, agli effetti delle dinamiche demografiche), sono alla base anche del riorientamento dei sistemi istituzionali di istruzione e formazione, in almeno due direzioni: sul versante dell’istruzione scolastica si manifesta quasi dovunque la tendenza a passare da una filosofia dell’istruzione quale “fonte di conoscenza” ad un’altra quale fonte di “capacità di apprendere”; sul versante della formazione più specificamente professionalizzante si tende alla creazione di processi, più o meno sistematici o sistematizzati, di specifica “formazione continua”, con apprestamento delle necessarie strumentazioni sia organizzative che finanziarie.
La formazione continua, che deve costituire una scelta strategica per imprese e istituzioni educative, nasce da tre esigenze: un bisogno individuale di accesso permanente all’informazione e al sapere (dimensione culturale); una necessità economica di aggiornamento costante della professionalità a tutti i livelli (dimensione economica) nell’interesse sia delle imprese che dei lavoratori; una esigenza sociale (dimensione sociale) di risposta positiva ai rischi di esclusione, disagio ed emarginazione.
In linea generale, si può dire che la formazione continua é essenzialmente una filosofia della formazione che tende a rispondere positivamente alla necessità di dare, o ridare, all’uomo una posizione centrale nella vita economica, sociale e anche “politica”, in senso ampio, delle moderne democrazie (formazione come condizione per una piena e consapevole espressione dei diritti di cittadinanza).
Per quanto attiene all’ “occupazione”, la programmazione dell’UE per il periodo 2007-2013 riflette del resto un
cambiamento di orientamento a favore della crescita e dell’occupazione, prevedendo segnatamente di: attirare un maggior numero di persone sul mercato del lavoro e modernizzare i sistemi di previdenza sociale (gli Stati membri e le parti sociali devono applicare politiche che motivino i lavoratori a rimanere attivi dissuadendoli dall’abbandonare prematuramente il mondo del lavoro; devono del pari riformare il sistema di protezione sociale al fine di realizzare un miglior equilibrio fra sicurezza e flessibilità); migliorare la capacità di adattamento dei lavoratori e delle imprese ed aumentare la flessibilità dei mercati del lavoro per potere aiutare l’Europa ad adattarsi alle ristrutturazioni e all’evoluzione dei mercati (la semplificazione del riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali faciliterà la mobilità dei lavoratori in tutta l’Europa; gli Stati membri dovrebbero eliminare al più presto ogni restrizione su questo piano); investire ulteriormente nel capitale umano tramite il miglioramento dell’istruzione e delle competenze e di adottare un programma comunitario per l’istruzione e la formazione durante l’intero arco della vita;
Investire ulteriormente nella conoscenza e nell’innovazione.
L’istruzione e la formazione dovranno pertanto occupare un posto centrale nel programma di riforme. Le strategie nazionali di apprendimento durante l’intero arco della vita dovrebbero consentire a tutti i cittadini di acquisire le competenze e le qualifiche di cui hanno bisogno e dovrebbero beneficiare a livello comunitario del crescente sostegno dei programmi in materia di istruzione e di formazione. Per quanto riguarda gli investimenti nell’istruzione e nella formazione, questi dovrebbero avvenire prioritariamente nei settori ad alto rendimento economico e sociale.
La ricerca del risultato ottimale e dell’innovazione a tutti i livelli nel campo dell’istruzione e della formazione é di importanza vitale, in particolare per quanto riguarda un miglior collegamento tra l’insegnamento superiore, la ricerca e le imprese.