La Compagnia teatrale “Peppino Impastato” protagonista di un grande evento.
di Corrado Speziale –
Sono dieci giovanissimi attori, dall’età compresa tra 15 e 20 anni, che hanno debuttato a Brolo il 9 maggio scorso, in occasione del 32° anniversario della morte di Peppino Impastato, al quale hanno intitolato il nome della loro compagnia con l’intento di portarne in giro il nome con fierezza, coraggio e senso di responsabilità. Allora dedicarono all’attivista politico di Cinisi, barbaramente assassinato dalla mafia, un bellissimo recital di sue poesie in un luogo della memoria: “La loggia dei poeti”, scultura realizzata sul lungomare di Brolo, dedicata proprio ad Impastato, inaugurata per l’occasione. I giovani attori, in rapporto alla loro età e nonostante operino insieme solo da pochi mesi, dimostrano già tutto il meglio che un gruppo teatrale possa offrire. E di ciò la Compagnia “Peppino Impastato” ha dato prova proprio nella città dello Stretto, in occasione de “Le 5 Giornate di Messina”, rassegna d’eventi di libera espressione artistica e testimonianza sociale, ideata e diretta da Stefano Pierpaoli, con organizzazione curata da Merlene Mauro dell’associazione “Consequenze”.
La prima giornata il gruppo teatrale si è esibito a Piazza Cairoli in una performance di satira politica attraverso improvvisazioni e libera rappresentazione di testi tratti da alcuni siti web. Sono state espresse, in chiave ironica, considerazioni ben fondate su come il nostro Paese è visto dall’estero e forme di autocritica tutta italiana sulle scelte operate dalla popolazione ad ogni scadenza elettorale. La sera del 29, la compagnia, creata e diretta dall’eclettico Sonny Foschino, è stata chiamata ad affrontare una “concorrenza” a dir poco scomoda: al Monte di Pietà va in scena “Lu mortu assicuratu”, commedia siciliana scritta da Ferruccio Centonze e riadattata magistralmente da Foschino, mentre pochi metri più giù, a Piazza Antonello, Gino Paoli, “icona” della musica d’autore italiana, accompagnato da uno stellare quintetto jazz, raccoglieva migliaia di persone. Ovviamente la “Peppino Impastato”, degna del nome che porta, e per questo pronta a sfide ben più impegnative, non si tira indietro, e dopo un opportuno ritardo apre il sipario: ottima esibizione applaudita da un pubblico che è andato via via crescendo con l’approssimarsi della fine del concerto di Paoli. Due ore di recitazione in tre atti e quattro cambi di scena, in cui vengono rappresentate, con simpatia e ironia, le drammatiche vicissitudini di una famiglia siciliana nel 1946, al rientro in casa del protagonista, reduce di guerra, tale ragionier Giovanni Maria Faletti, “già impiegato, poi combattente, poi disoccupato e adesso…”, impersonato da Sonny Foschino, regista e primo attore, dove emerge una Sicilia poverissima, in cui ogni espediente è utile per sopravvivere. Da apprezzare la cura nella presenza scenica degli attori che, tutti insieme, costituiscono uno spaccato della Sicilia dell’epoca: il marito egoista ed iracondo, che porta in sé le ferite e le frustrazioni della guerra (Sonny Foschino); la moglie Maria, vivace, dal grande temperamento (Rosita Di Luca); la figlia Gina, da “sistemare” (Alessia Rizzo); il Cavalier Orsetti, facoltoso ed influente borghese del tempo (Luca Scaffidi); il medico, amico di famiglia, peraltro zoppo (Antonio Parlato); il vecchio amico Turi “l’orbo” (Nino Colantropo); l’affascinante e ricca nobildonna Francesca Citrolli (Maura Miragliotta); il garzone del panettiere (Diego Scaffidi); e per finire, due immancabili figure in linea con il titolo della commedia: i becchini, o meglio, i “beccamorti” Pippo e Ciccio (Giuseppe Ziino e Francesco Pintaudi). Tutti bravi, ed in considerazione della concomitanza con l’evento musicale nella vicina piazza, appassionati, motivati e concentrati, anche grazie all’energia del loro inesauribile “capitano” Sonny.
Il giorno successivo, sempre al Monte di Pietà, l’arte e la saggistica hanno attraversato argomenti come legalità, solidarietà e spirito di denuncia: nel tardo pomeriggio Antonio Mazzeo, coadiuvato da Manuela Modica, ha presentato il proprio libro “I Padrini del Ponte – Affari di Mafia sullo Stretto di Messina”, inchiesta sul malaffare a carattere planetario nel quale emergono molteplici trame che conducono alla realizzazione della mega opera. A seguire, il Movimento “Città aperta” ha messo in scena lo spettacolo “(P)resa di coscienza”, riflessivo e coinvolgente viaggio tra le voci, le menti e gli animi di chi la mafia l’ha vissuta, subita e combattuta. A questo punto non poteva mancare, come epilogo della serata, il piatto forte della giovane Compagnia teatrale di Brolo, che nell’atrio centrale dell’antica e suggestiva struttura di Via XIV Maggio, ha recitato le poesie di Impastato, passi del discorso pronunciato dalle antenne di Radio Aut all’atto dell’uccisione del suo fondatore, ed alcuni testi tratti dal film “I cento passi”. Risultato: momenti di rara commozione, sfociati in applausi scroscianti e complimenti sinceri e meritati da parte di tutti i convenuti a quei ragazzi che, con passione civile, arte e sentimento, continuano a dar voce a colui che, secondo un vile progetto mafioso, avrebbe dovuto tacere per sempre.
Ieri sera, conclusione della rassegna artistica con la corale “Inquisizione”, in piazza Duomo, alla quale hanno preso parte tutte le compagnie che allestivano il cartellone delle cinque giornate, che oltre la “Peppino Impastato” comprendeva “Luna Obliqua” ed il Movimento “Città aperta”.
{boncko}/cultura/fotogallery_impastato_5giornate_speziale/{/boncko}