Nella relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta approvata alla Camera, emerge la difficile situazione finanziaria degli Ato e la grave carenza strutturale e degli impianti in Sicilia. La criminalità è infiltrata a più livelli
L’Aula della Camera ha approvato la relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella Regione siciliana della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Il testo è stato approvato all’unanimità dall’Assemblea di Montecitorio.
La Relazione rappresenta il frutto di una complessa attività istruttoria, che ha visto la Commissione impegnata in tre distinte missioni sul territorio siciliano tra settembre 2009 e giugno 2010, nel corso delle quali ha esaminato la situazione grazie a un numero significativo di audizioni e sopralluoghi.
L’inchiesta svolta dalla Commissione ha rilevato una grave carenza strutturale ed impiantistica che non consente la realizzazione del ciclo integrato dei rifiuti sul territorio regionale, come previsto alla normativa in vigore, dal momento che la Regione siciliana smaltisce in discarica il 93 per cento dei rifiuti prodotti e la raccolta differenziata è stimata intorno al 7 per cento.
L’inchiesta ha evidenziato inoltre una difficile situazione finanziaria degli ambiti territoriali ottimali (Ato) siciliani e delle relative società (nonostante l’importante riduzione del loro numero) dovuta alla lievitazione dei costi del servizio, alle assunzioni avvenute su base clientelare e alla mancanza di un’efficace attuazione del loro piano di risanamento.
La Relazione, sulla scorta dei dati forniti dai magistrati impegnati in questo settore, rivela inoltre una significativa infiltrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso nel settore dei rifiuti secondo più livelli: attraverso le tipiche attività estorsive, ossia attraverso l’imposizione del ‘pizzo’ o l’imposizione di assunzioni all’interno delle società che operano nel settore dei rifiuti ovvero attraverso il controllo, diretto o indiretto, delle attività del settore, non solo di quelle principali, quali la gestione di discariche, ma anche di quelle accessorie quali il trasporto, la fornitura dei mezzi d’opera, le attività di manutenzione dei mezzi.
La Commissione d’inchiesta nel considerare rilevanti i risultati conseguiti dalle forze dell’ordine e dalla magistratura nel contrasto alle attività illecite nel settore dei rifiuti; dall’altro, ha rilevato una serie di criticità nel sistema della prevenzione: scarsamente incisivi sono risultati i controlli diretti a prevenire le infiltrazioni mafiose negli appalti di maggiore entità, come è emerso dalle indagini sulla gara indetta per la realizzazione di quattro termovalorizzatori.
A fronte di una situazione ambientale complessa, si è riscontrata in molte zone della Sicilia una preoccupante carenza di polizia giudiziaria e di magistrati, sicchè spesso gli organi investigativi non sono adeguatamente attrezzati con gli uomini e i mezzi necessari per effettuare indagini complesse, quali sono quelle in materia di rifiuti e di traffico degli stessi.
La risoluzione approvata dalla Camera impegna inoltre il governo a intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni evidenziate nella relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, in raccordo e leale collaborazione con i competenti organismi nazionali, della Regione siciliana e degli enti locali interessati.(lasiciliaweb)