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L’enigma di Attilio Manca – Le foto mai viste. L’intervista al fratello Gianluca.

12 febbraio 2004. L’urologo Attilio Manca venne trovato morto nella sua casa di Viterbo.

Il medico del 118 che intervenne lo trovò riverso sul letto con il setto nasale deviato, ecchimosi sul corpo, con le mani ritratte come per aggrapparsi alla vita e con segni presumibilmente di lacci ai polsi e alle caviglie.

Un esame autoptico piu approfondito rilevò che Attilio morì in seguito ad un overdose di eroina, alcool e diazepan e secondo lo stesso medico che fece l’autopsia Attilio si iniettò nel braccio sinistro la dose letale, si sedette a tavola, cenò e poi successivamente svenne sul letto colpendo il telecomando con la faccia  deviandosi il setto nasale e  poi mori.

Durante la perquisizione dell’appartamento le forze dell’ordine trovarono due siringhe ben riposte di copri ago e copri stantuffo nella pattumeria e i vestiti ben riposti sulla sedia.

Signori lettori,  a questo punto è lecito porsi degli interrogativi:

Prima di tutto Attilio era  mancino puro e sfidiamo qualsiasi mancino puro a farsi un’iniezione da solo nel braccio sinistro. La squadra mobile di Viterbo interrogò i suoi colleghi e tutti, ripetiamo tutti, negarono che Attilio facesse uso di farmaci o di stupefacenti.

Secondo: Attilio svenendo sul letto finì sul telecomando e si deviò il setto nasale.

Dalle foto pubblicate su CaffèNews.it testata dal quale è tratto l’articolo, su gentile concessione del fratello Gianluca Manca, si nota chiaramente che il telecomando è sotto il braccio sinistro. Il setto nasale come può essersi deviato? Finendo sul materasso?

Terzo: gli schizzi di sangue sulla parete, le ecchimosi sul corpo e i segni riconducibili a legamento mediante legacci a braccia e caviglie? Secondo logica, se uno si vuole suicidare non pensiamo si leghi e si picchi da solo!

A tutti questi nostri quesiti ha risposto il fratello di Attilio, Gianluca.

Hai dichiarato in più occasioni che hai saputo della morte di Attilio da tuo zio, come mai lui e non i carabinieri?

Mio zio, Gaetano Manca (fratello di mio padre e papà di Ugo Manca), ha riferito che è stato lui a bloccare i Carabinieri che stavano entrando a casa mia per dare la notizia. Notizia che lui aveva appresa da un’anestesista di Barcellona che lavorava presso l’Ospedale Belcolle di Viterbo per il tramite di Salvina Alfano, cognata della figlia Francesca Manca, amica dell’anestesista.

Quando hai iniziato a sospettare che Attilio era stato ucciso dalla rete di protezione di Bernardo Provenzano?

Ho iniziato a sospettare che si trattasse di omicidio da subito, dopo la morte di Attilio. Che si trattasse di Bernardo Provenzano solo un anno dopo, nel 2005, a seguito delle dichiarazioni del pentito Pastoia che riferì che un urologo siciliano visitò Bernardo Provenzano.

Come mai davanti a tutte queste prove inconfutabili il dottor Petroselli continua a chiedere l’archiviazione per suicidio?
Il Dott. Petroselli ha condotto indagini lacunose e superficiali e quelle poche che ha svolto le ha svolte, a mio avviso, malamante. Mi auguro che dipenda da una scarsa preparazione alle tematiche mafiose e non ad altro.

Dalle testimonianze di chi ha ritrovato il corpo di Attilio e non  essendo stata forzata la porta d’ingresso, secondo te Attilio conosceva i suoi assassini?

Attilio era solito chiudersi dall’interno a chiave quando andava a dormire. La mia risposta è si, li conosceva.

Come mai secondo te persone ignote continuano ad intimidire la tua famiglia?
Perchè parlare di Attilio ha riportato l’attenzione sulla mafia Barcellonese e sui loro interessi enomico-politico mafioso. Meglio il silenzio che le luci della ribalta per la mafia dai colletti bianchi. Attilio avrà giustizia solamente quando il senso di giustizia sarà trasmesso dallo Stato. Io ho speranza e attendo!

E’ stato mai interrogato il medico del 118 che è intervenuto per primo sul posto?

Non è mai stato interrogato!

L’unica impronta ritrovata all’interno di casa è di Ugo Manca, risulta indagato?
Oltre all’impronta di Ugo Manca, rinvenuta nella stanza da bagno, sono state ritrovate impronte appartenenti a mio fratello Attilio ed altre a cui non si è riusciti ad attribuire un nome ed un cognome.

Cosa sta facendo la D.N.A?

Per il caso di Attilio Manca, non sta facendo nulla. Ci ha solo risposto il Dott. Grasso, l’attuale Procuratore Capo, il quale ci ha riferito che se gli avessimo fornito le prove certe della permanenza di Attilio a Marsiglia si sarebbe occupato del caso. Da cittadino italiano, e non da fratello di una vittima, mi aspettavo che fosse una Procura Nazionale a scoprire le prove e non un cittadino!

Concludendo, questo “suicidio” ha parecchie ombre su cui si deve far luce. Attilio deve avere giustizia, il suo non deve restare un caso irrisolto e l’omertà che avvolge la sua vicenda deve svanire.

I colpevoli di questo omicidio devono essere assicurati alla giustizia e lo Stato deve muoversi in questo senso.

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