di Luca Scaffidi Militone
Il Retronouveau non perde occasione per riconfermarsi come uno dei principali e più interessanti punti di riferimento per cultura ed intrattenimento di qualità a Messina. Ieri, con gli illustrissimi ospiti della redazione di Lercio, fra freddure e grandi titoli del repertorio del quotidiano satirico più apprezzato del web, il locale messinese ha intrattenuto la folla di curiosi e cultori del genere con uno spettacolo interattivo e di altissima qualità.
“Lercio live”, il primo spettacolo ideato e scritto dalla redazione del quotidiano, ha scelto infatti il Retronouveau come sede messinese per il proprio tour itinerante. Interessantissima la scelta di coinvolgere ampiamente il pubblico, che viene portato direttamente sul palco per interagire con gli autori nel contesto delle varie rubriche dell’improbabile Tg.
Dalla cronaca all’oroscopo, dalle “lercio” magistralis sulla satira e sui commenti più assurdi mai visti in risposta ai titoli della testata, quella di ieri sera ha rappresentato davvero un’occasione unica per ridere e riflettere, senza buonismi o retorica, ma anzi all’insegna dell’originalità e dell’informazione.
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Questi solo alcuni dei titoli portati in scena da Patrizio Smiraglia (Napoli) e Claudio Favara (Catania), autori pieni di entusiasmo e di voglia di divertire e di divertirsi, che già dopo pochissimi minuti sul palco hanno subito dimostrato di avere tutte le carte in regola per farsi amare dal pubblico.
L’INTERVISTA
Patrizio e Claudio, alla fine dello spettacolo, noncuranti della stanchezza e dell’orario, ci hanno concesso la possibilità di importunarli con la nostra intervista informale e di scambiare quattro chiacchiere.
Patrizio – Voglio premettere una cosa: questa è la prima serata sul palco di Claudio, mentre io ne ho fatte già tantissime altre ed è stato bellissimo grazie soprattutto alla partecipazione delle ragazze che hanno animato lo spettacolo.
Chiara, ad esempio, che, a differenza delle altre “volontarie” sul palco dei precedenti spettacoli, che magari si imbarazzano quando chiedo “cosa vuol dire squirtare” mi rispondono “ah, non lo so”, si vergognano, nessuna risponde mai, si è messa a dare una spiegazione addirittura scientifica, è stato divertentissimo, poi davvero, una parola tira l’altra, si sta allo scherzo ed è stato davvero molto divertente.
Poi è uscita la sorella, un altro personaggio, Letizia che pure “non si fa passare la mosca sotto il naso”… non è sempre così ad ogni spettacolo. Davvero, non stavo molto scherzando quando ho detto “le prossime serate mi sembreranno brutte”, perché loro sono state davvero troppo simpatiche.
Luca – Si vede che fate tutto questo con molto entusiasmo e sicuramente, con l’attenzione che dedicate alle reazioni e a ciò che piace al pubblico non potrete che migliorarvi sempre più: io sono molto contento di questa idea di portare Lercio da internet sul palcoscenico e di essere stato con voi stasera. A tal proposito, com’è nata l’idea di trasformare Lercio in uno spettacolo teatrale?
Patrizio – Credo che l’idea sia nata quando fummo invitati da Serena Dandini al suo programma su Radio2 e facemmo per la prima volta il Tg Lercio in diretta radio e al pubblico piacque tantissimo, tanto che lei ci volle con sé per altre 15 puntate.
E da là, vedendo che al pubblico piaceva, ci chiedemmo “ma perché non proviamo a mettere giù un copione” e poi, per rendere più vario lo spettacolo, abbiamo pensato di creare le varie rubriche e di interagire con il pubblico, dal “Vero o Lercio” all’Oroscopo.
Ne è nata una bella interazione.
Luca – È di certo un bel risultato. Voi ne avete parlato durante lo spettacolo, ma per chi non avesse avuto la fortuna di incontrarvi dal vivo, com’è nato Il Lercio?
Claudio – Lercio nasce come blog personale di Michele Incollu, un ragazzo sardo che ha affrontato con noi un percorso, partendo dalla Palestra di Luttazzi e dalle cui ceneri è nato il gruppo satirico di “Acido Lattico” e questo ragazzo inserì in questo gruppo il link di Lercio.it che all’epoca era un blog e scrisse “vi piace questa idea”?
Noi tutti rispondemmo sì ed iniziammo ad inviargli materiale.
Quindi, partendo da un blog personale si è venuta a creare una redazione sempre più complessa e noi stessi siamo diventati sempre più esigenti sui pezzi da far uscire fino ad arrivare al Lercio di oggi.
Luca – È possibile scrivere per voi e diventare un cronista di Lercio?
Claudio – Tecnicamente la redazione è chiusa perché abbiamo 6 anni di percorso in comune ormai difficili da integrare con nuovi scrittori, sia dal punto di vista etico, perché ad esempio per noi la satira non deve colpire le vittime, il che è una cosa che altri gruppi satirici non condividono, ma anche perché ormai abbiamo una cultura, un background comune per cui, al di là del diverso modo di vedere la satira e il mondo di ciascuno di noi, il nostro stile è ormai abbastanza omogeneo e riconoscibile.
Ovviamente i lettori possono mandarci i loro articoli e le loro “ultim’ora” sul sito e noi pubblichiamo quelle che effettivamente ci piacciono.
Patrizio – Anche se, nonostante al momento non sia possibile entrare in redazione, non escludo che in futuro potrebbe esserci qualche novità in tal senso.
Ovviamente non scegliendo a caso, ma ci sono ad esempio 3-4 contributori che ci mandano spesso parecchio materiale di qualità, che noi pubblichiamo sempre a nome loro, che hanno indubbiamente talento e che magari già in passato, come noi, parteciparono alla Palestra di Luttazzi, senza però entrare nel nostro progetto di Acido Lattico.
Quotidianamente la gente ci contatta chiedendoci di entrare in Lercio, ma cerchiamo il più possibile di essere chiari in tal senso.
Luca – Avete dichiarato che non rientra nella vostra etica l’idea di colpire delle “vittime” con la vostra satira: secondo voi, in questo contesto, quanto è lecito essere politicamente scorretti? Quanto in là ci si può spingere senza esagerare?
Claudio – Essere politicamente scorretti ci sta, fintanto che non si deride una vittima, perché in quel caso non sei politicamente scorretto quanto, piuttosto, stronzo. Per il resto, la satira non deve per forza essere politicamente scorretta, ma ovviamente se lo è è meglio.
Patrizio – Io dico sempre che la satira deve mirare e cercare di colpire il più possibile in alto le persone di potere che figurativamente stanno su di un piedistallo e quindi la satira ha lo scopo di privarle di quel piedistallo per ripristinare un equilibrio che viene alterato dall’informazione, che spesso ha l’effetto di pompare e permettere lo stagliarsi prepotente della figura di potere, ma anche di convincerti che essa è meglio di te.
Dal mio punto di vista la satira deve cercare di sfatare tutto ciò.
Al contrario, non si colpiscono le vittime perché loro sono già a terra: è troppo facile colpire chi sta già a terra, come fare ad esempio una vignetta sui morti. E soprattutto ci vuole tutta una serie di cautele, di accortezze e un certo lasso di tempo per farlo che crei distanza dal momento di massima delicatezza della questione, e quindi di potenziale indelicatezza della satira.
Claudio – A tal proposito ci sono delle tecniche satiriche che sono un po’ borderline riguardo questo umorismo fascistoide della derisione delle vittime, ovvero la “risata verde”: una risata d’impotenza di fronte a una tragedia.
Mi viene in mente, ad esempio, quella di Luttazzi sui segreti di stato, ovvero qualcosa di simile a “Il mistero di Ustica è irrisolto? sono contento: significa che il sistema funziona”.
In questo caso, in aggiunta ad un lasso di tempo non trascurabile, la risata non è di certo sulle vittime, ma su chi vive ancora oggi queste situazioni, in questo caso il giogo del segreto di stato.
Luca – A tal proposito, una vostra opinione sulle vignette di Charlie Ebdo riguardo il terremoto di Amatrice?
Patrizio – Devo dire che mi è stato chiesto in occasione di diverse interviste ed ho sempre sostenuto che quella vignetta sia stata sbagliata soprattutto in quanto a tempi: pubblicare la vignetta mentre ancora si stanno cercando i corpi sotto le macerie, di certo porta ad una sua percezione con disgusto.
Non a caso, persino per il più bastardo dei vignettisti italiani credo che sarebbe stata eccessiva: la vignetta è stata fatta da un francese che, magari sentendo meno vicina di noi la tragedia, si è posto meno il problema riguardo allo scherzarci su.
Credo sia stata trovata riprovevole da parte un po’ di tutti, persino da parte di coloro che, in qualche modo, la giustificano: ammesso che lo scopo fosse quello di criticare, legittimamente, la mafia ed un certo modo di fare italiano, come la redazione ha esplicitato nella vignetta pubblicata il giorno dopo, avrebbero potuto far passare almeno un mese, anche perché nella prima vignetta la mafia non c’era; è ovvio che si generi un equivoco.
A distanza di tempo sarebbe stata ovviamente lo stesso una vignetta grottesca, cattiva, ma con quelle caratteristiche più accettabili da tecnica della risata verde del tipo “è possibile che nel 2016 un terremoto che in un altro paese non farebbe morti, in Italia butti giù città intere?”, ma più accettabile.
Invece, fatta subito, con la tragedia ancora in corso, non è una cosa che ci piaccia ed anzi la critichiamo, anche perché si colloca nel contesto dell’isteria del web, del voler sempre arrivare e stare sul pezzo prima degli altri e si fa a gara a chi spara per primo la battuta, anche correndo il rischio di attaccare chi non se lo meriterebbe.
Noi, al momento della tragedia, abbiamo sentito, da italiani, la tragedia molto più vicina e per 2-3 giorni abbiamo preferito il silenzio perché non ce la sentivamo di scherzare, né sul terremoto né su altro.
Su tutto si può scherzare, ma sui morti e sulle tragedie bisogna saperlo fare: non lo dico io, ma lo dicono Luttazzi, Lenny Bruce, “la satira è comicità più tempo” o, come dice Luttazzi “più spazio-tempo”.
Più una tragedia è lontana nel tempo e nello spazio e più ci si può scherzare troppo.
Un francese se l’è sentita di scherzare, noi italiani no.
Luca – Qual è per voi la differenza fra articolo satirico e bufala?
Vi è mai capitato di pentirvi di un articolo perché troppo verosimile e causa di potenziali fraintendimenti e di disinformazione?
Claudio – Fortunatamente questo non è mai capitato: Patrizio ha una definizione perfetta riguardo questa distinzione perché “la bufala è una bugia travestita da verità, la satira è una verità travestita da bugia”, quindi tecnicamente non puoi confonderla perché leggendo un articolo di satira ti accorgi di dove esso voglia andare a parare.
La bufala, invece, è costruita in maniera tale da cercare di far cascare il lettore nell’errore, è “dolosa”.
Patrizio – In “Un anno Lercio”, il nostro libro edito da Rizzoli e pubblicato ormai anni fa abbiamo scritto tutto noi a parte la quarta di copertina in cui c’è scritto “Lercio ha trasformato la bufala in un genere letterario”: noi non eravamo d’accordo con questa definizione, ma l’abbiamo accettata dicendo “la utilizzeremo come aneddoto da raccontare nelle interviste”.
Noi non facciamo bufale, abbiamo visto diverse dimostrazioni stasera quando più volte ho indicato come, già nel primo rigo, l’articolo satirico è facilmente riconoscibile, si riconosce lo scherzo.
Nel giornalismo satirico al massimo puoi cascarci una volta: nella bufala se ci caschi non è colpa tua perché è scritta con questo fine.
Come spieghiamo nella nostra “Lercio Magistralis”, una panoramica sul giornalismo satirico che portiamo in giro per le università italiane che ci ospitano, è molto facile scrivere una bufala perché basta scrivere una notizia seriamente assecondando i preconcetti popolari, come ad esempio un titolone tipo “Casi di ebola portati a Lampedusa” che sfrutta un preconcetto molto diffuso ed è facile crederci è quindi rischiare la denuncia per “procurato allarme”.
Claudio – Dalle malattie trasmesse dagli immigrati, ai musulmani come potenziali terroristi – Claudio ad esempio mentre aspettava alla stazione in mezzo a una marea di gente è stato l’unico che la polizia abbia puntato e che sia venuta a controllare a causa della sua barba lunga che ha illuminato il loro sguardo – questo è giusto il pensiero del prototipo di lettore che legge e condivide un articolo bufala scrivendo “KE SCHIFO, TORNATE A CASA VOSTRA!!”.
Le nostre notizie hanno sempre uno scopo satirico o quanto meno umoristico, mentre purtroppo esistono tanti siti che si divertono a scrivere bufale, notizie false senza alcuna battuta proprio perché generano facili condivisioni – e dunque facili click, facili banner e quindi soldi – per cui tutto si riduce a lucrare sulla facile creduloneria.
Per cui, il primo risultato di Lercio, ben oltre le nostre aspettative dato che Lercio è nato unicamente per semplice divertimento, (eravamo e siamo un gruppo che scrive per passione e divertimento), è stato quello di diventare un modo di dire: è bello vedere che se prima su facebook si condivideva ogni tipo di notizia, dagli ufo agli immigrati ai video porno di qualche vip, oggi la gente prima tende a controllare se si tratti di Lercio o altro.
Per cui ci fa piacere pensare di aver avuto, in qualche modo, un ruolo “educativo”: pur non essendocelo posto come obiettivo quando siamo nati, siamo contenti di questo nostro contributo.
Ed è importante specificare che oggi internet è talmente incasinato che persino noi rischiamo di confonderci e di avere difficoltà a distinguere le notizie ufficiali e i veri giornalisti dalle bufale, e persino a noi è capitato di cascarci.
Patrizio – Basti pensare al fatto che a volte un articolo serio sia presentato, per attirare maggiormente l’attenzione, con espressioni ed artifici simili a quelli usati dalle bufale, tanto da mettere in difficoltà gli utenti: ne è la dimostrazione la difficoltà del gioco “Vero o Lercio” che vi abbiamo proposto questa sera.
Io il consiglio che mi permetto di dare sempre dal basso della mia scarsa esperienza è che bisogna sempre puntare alla qualità: io per principio non clicco su un titolo, anche proveniente da una testata affidabile se l’articolo si presenta con un titolo dallo stile accattivante tipo bufala, quando vedo un articolo che cominci con la parola “Ecco” vado avanti a prescindere.
Luca – Un’ultima domanda: altri vostri progetti in cantiere per il futuro?
Claudio – Senz’altro non ci dispiacerebbe un progetto televisivo, però principalmente vorremmo conquistare l’universo.
Patrizio – Io intanto progetti a breve termine non ne ho perché le ragazze di prima sono andate via…
Domani mattina la celebre granita caffè con panna, magari. Intanto i progetti per il futuro più immediati: laurearmi, trovare un lavoro fisso, magari se Lercio lo diventasse… per il momento ci stiamo divertendo molto con questo Lercio Live, sta riscuotendo un certo successo e sono molto contento.
Oltre tutto – a parte Claudio che ha fatto teatro – siamo tutti alle prime armi come performer ed ogni volta mi stupisco della risposta positiva del pubblico e sono contento di riuscire in qualcosa di non progettato e in cui mi sono trovato.
Sono molto contento anche della bella e partecipata serata di oggi, gli spettacoli live ci stanno dando molta soddisfazione, ma ovviamente non perdiamo di vista Lercio in quanto a scrittura. Abbiamo comunque tanti progetti, individuali e collettivi.
Luca – Ed io vi auguro in bocca al lupo per ciascuno di essi.
Claudio – “Fozza ca mori!” – come diciamo qui in Sicilia.
Luca Scaffidi Militone per scomunicando.it
le foto
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