Roulette, un desiderio che ha attraversato la storia dell’umanità
“Faites vos jeux! Les jeux sont faits! Rien ne va plus!” Chi non ha mai sognato di sbancare giocando alla roulette, cambiando il proprio destino in pochi preziosissimi secondi? Come vedremo in questo articolo, si tratta di un desiderio che ha attraversato la storia dell’umanità, tra approcci fatalisti e osservazioni più scientifiche e razionaliste.
Dagli antichi Greci ad oggi
La roulette (dal francese rouler, ‘rotolare, girare’), a dispetto di quanto possa suggerire il nome, è un gioco di origine italiana: inizialmente era infatti chiamato “girella” e veniva giocato a Firenze alla fine del XVI secolo, per poi diffondersi in Francia con il nome attuale tra il XVII e il XVIII secolo. Secondo alcuni, però, le sue radici affondano in anni ben più lontani: ai tempi degli antichi Greci e Romani, infatti, esistevano già delle versioni rudimentali di questo gioco, ma quello più vicino alla versione che conosciamo attualmente ha origini ben più recenti.
È poi interessante notare come il tavoliere da gioco della roulette abbia molti punti in comune con quello del biribiss (noto anche come “biribissi” o “biribisso”), gioco d’azzardo di origine spagnola diffusosi in Italia nel XVII secolo. Sebbene questo gioco avesse un funzionamento diverso, basato sull’estrazione dei numeri come accade per la Tombola, c’è da dire che l’impostazione presenta non poche analogie con la roulette: anche qui troviamo ad esempio la suddivisione in 36 numeri di colori alternati e l’opportunità di fare delle combinazioni di gioco.
Negli ultimi anni è stata la rivoluzione digitale a modificare profondamente questo gioco, rimpiazzando l’approccio “classico” con quello telematico e offrendo agli appassionati di roulette delle versioni accessibili in rete, su portali appositi. Anche dal punto di vista informativo e divulgativo sono stati fatti decisamente molti passi avanti: è bene sapere infatti che esistono diversi modi per scoprire come vincere alla roulette online, e chi vuole approfondire le regole e affinare la propria tecnica di gioco imparando nuove strategie non deve fare altro che cercare sul web.
La roulette nella letteratura
Il gioco della roulette ha sempre affascinato uomini e donne di qualsiasi ceto sociale e continua a farlo ancora oggi, se si considerano i tanti appassionati che decidono di dedicare il loro tempo libero a questo gioco. Se i più facoltosi hanno da sempre cercato in giochi d’azzardo come questo il brivido d’emozione che spesso mancava nella loro quotidianità, i meno abbienti riponevano tutte le speranze di riscatto sociale nella Dea bendata. Il motivo che da sempre spinge i giocatori delle più diverse estrazioni sociali a tentare la sorte al tavolo verde sta nel fatto che tutti gli aspiranti vincitori partono dallo stesso livello (nonostante alcune tecniche di gioco aumentino le probabilità di successo).
Queste e molte altre dinamiche sociali e mentali vengono descritte in maniera impeccabile in opere che hanno segnato la letteratura come Il giocatore di Fëdor Dostoevskij, uno degli scrittori più importanti dell’Ottocento. Il romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1866, fa emergere tutti quei meccanismi psicologici che stanno alla base della passione per l’azzardo: Dostoevskij conosceva bene l’atmosfera delle sale da gioco e i pensieri che accomunavano gli appassionati di gambling dell’epoca, essendo lui stesso un giocatore incallito. Prima di lui, però, anche un altro grande autore del XVIII secolo aveva approfondito il gioco della roulette: parliamo di Honoré de Balzac, che nel romanzo La pelle di zigrino (1831) affronta bene questa tematica, facendone trasparire gli aspetti più cupi.
Entrambi gli scrittori incentrano tutta l’attenzione del lettore sulla pallina della roulette, che simboleggia l’imprevedibilità e l’irrazionalità. Nella pallina che salta sulle tessere della roulette, fermando la sua corsa in modi mai prevedibili e precisamente calcolabili, i protagonisti e gli altri personaggi dei romanzi concentrano tutte le loro speranze e ambizioni, venendo di volta in volta favoriti o illusi. Si tratta di opere che analizzano a fondo la psiche dei giocatori d’azzardo, scattando una fotografia dell’epoca che risulta anche molto attuale e valida ancora oggi.
Fisica e calcolo
Nel corso della storia non sono stati pochi i tentativi di teorizzare delle leggi fisiche relative alla roulette, avvalendosi principalmente dello studio del moto, approfondendo fenomeni come l’attrito e sfruttando il più possibile il calcolo statistico. In questo contesto non si potrebbe non nominare il celebre filosofo e fisico francese Blaise Pascal, che inventò la “pascalina” per studiare il calcolo delle probabilità.
Un altro esempio famoso è quello di William Jaggers, ingegnere inglese che alla fine dell’Ottocento riuscì a individuare alcune pecche nelle roulette di Monte Carlo, ottenendo ben 65mila sterline. Anche il matematico inglese Karl Pearson, uno dei “padri” della statistica, dedicò il proprio studio al gioco della roulette cercando di delinearne in maniera rigorosa le sequenze numeriche.
Proprio Karl Pearson ispirò il matematico Edward Thorp che, insieme al collega Claude Shannon, Massachussets Institute of Technology (MIT), riuscì a ottenere vincite molto alte e progettò un computer che era in grado di calcolare le probabilità di uscita dei numeri, uno dei primi esempi di wearable technology (‘tecnologia indossabile’).