“Il veleno diviene elisir di vita se usato dai saggi”, così recita un aforisma dello Yoga tantrico.
di Silvia Rossi Mileto
Solo dopo lunghi anni di studio e pratica dello Yoga, sono stata in grado di sentire e sperimentare la veridicità della frase sopracitata, se bene l’avessi ascoltata e letta innumerevoli volte e forse anche professata. +
Lo Yoga, l’alchimia indiana, consente di trascendere i propri limiti, fisici, psichici ed emotivi, dunque energetici, fino a farne sostanza e poi strumento di crescita ed evoluzione.
E’ proprio partendo dai blocchi, che si ha la possibilità di trovare un’armonia interiore e fisica. Credo che questa coscienza sia la più grande gioia e liberazione che possa sperimentare l’essere umano, spesso tediato e occupato a nascondere a se stesso, in primis, le personali barriere.
Nella pratica fisica delle Asana (esercizi e posture) e del Pranayama (tecnica di respirazione), se ne ritiene fondamentale la scelta, la tenuta e la combinazione di questi esercizi. Infatti, alcune Asana, vanno a potenziare l’energia maschile, mentre altre quella femminile, va da sé, che coloro i quali hanno l’attitudine a vivere la vita prendendola di petto, con un atteggiamento psichico, emotivo e anche fisico troppo “maschile”, dovranno armonizzare questa predisposizione, praticando Asana che fondono l’energia femminile, sviluppando l’energia lunare, ovvero più morbida, accogliente, emotiva e intuitiva, ovvero Yin.
Riequilibrando gli aspetti in eccesso, con quelli in difetto, spesso causa di disfunzioni e patologie anche a livello neurovegetativo, o dell’apparato scheletrico e muscolare, ripristinando così il benessere e la salute globale.
Diversamente, chi avrà troppo sviluppata la parte femminile, quindi una carenza di oggettiva razionalità, capacità reattiva e aggressiva troppo labile, dovrà lavorare sul potenziamento delle facoltà maschili, Yang.
Tra le facoltà espresse e trasmesse dallo Yoga, c’è certamente “Kshànti” termine sanscrito, che si traduce come “tolleranza” e “pazienza”. Tali virtù sono riferite alla tolleranza e alla pazienza, verso i nostri limiti e blocchi, dove la pratica dello Yoga, insegna a coltivare l’accettazione e la pace.
L’accettazione della propria natura, anche quella più vergognosa e ripugnante, apporta uno stato di calma e serenità personale, capace di dimostrarsi anche verso la natura altrui.
Per accettazione non s’intende quello stato apatico e remissivo dentro il quale nascondiamo la nostra incapacità di reagire alle sopraffazioni della vita ma quel riconoscimento sereno delle nostre parti piccole e immature, che sono alla base di certi disagi.
Se il primo passo verso l’integrazione della nostra ombra, è l’accettazione ed il riconoscimento, di questa, il secondo passo è l’attivazione dell’atto di volontà per superare i limiti riconosciuti, quali possono essere, i processi mentali distruttivi, blocchi emotivi e reazioni meccaniche condizionate da esperienze anteriori.
Anche il corpo ha una sua espressione benefica e malefica, il sintomo fisico è la risposta sincera ai malesseri interiori, le contrazioni muscolari, i disagi posturali, le infiammazioni, le emicranie, il mal di schiena, le disfunzioni organiche, e così di seguito per qualsiasi altro tipo di alterazione fisica.
Tutti i sintomi sono un’espressione ed hanno una stretta correlazione con fattori altri, comportamentali, psicologici, emotivi, spirituali.
Lo Yoga, particolarmente nell’evoluzione del processo del Tantra Yoga, contempla una pratica che prende in esame tutti i piani umani, lavorando su tutte le diverse energie e creando una perfetta sintesi e integrazione di tutti i livelli vitali.
Armonizza l’essere apportando consapevolezza fisica e coscienza interiore, equilibrando i disagi fisici e portando alla luce la meraviglia insita in ogni essere umano e la capacità di attivarla nell’esistenza.
Crea unione ed accordo con se stessi e con il prossimo, in un contatto profondo e interattivo con l’universo.
Il lavoro principe sul quale si basa la pratica Yoga, è altamente affine all’antica e preziosa Alchimia, dove i metalli venivano trasmutati in oro e la “pietra filosofale”, era la sostanza utile alla trasformazione.
Ebbene nello Yoga i metalli sono, le formazioni e le convinzioni mentali, insieme ai blocchi emotivi, conseguenti, la “pietra filosofale”, è il corpo fisico ed il corpo energetico, nei quali si compie la trasmutazione. La trasformazione avviene grazie alla coscienza risvegliata, da principio la coscienza viene attivata nel corpo, le percezioni, i sensi, le energie interne si sviluppano notevolmente e si manifesta una specifica sensibilità , il respiro diviene cosciente, le funzioni cardiache si fanno evidenti, le pulsioni fisiologiche si accentuano, le energie soprattutto quella sessuale vengono amplificate.
Questa coscienza del corpo, del respiro e delle energie, man mano si espande ad una coscienza più alta e sottile, certamente più impegnativa da riconoscere ed accettare, quella delle strutture psicologiche – coscienti, per poi nel tempo rivelare alla luce, quelle inconsce e nascoste nell’ombra, cause di blocchi e resistenze. La barriera più alta e difficile da oltrepassare è la distrazione, stato di normalità nel quale si muove l’uomo, le costanti e mutevoli impressioni e sensazioni esterne, a cui è sottomesso quasi ininterrottamente e nelle quali identifica se stesso, le proprie scelte e reazioni.
Come pure, l’assiduo e prolifero flusso di pensieri assordanti dal quale è costantemente aggredito senza che ne sia consapevole e dal quale è mosso e gestito.
Tutto ciò lascia che l’uomo viva in uno stato di allucinazione nel quale crede di vivere ed essere attivo e libero, in realtà potrà sperimentare la sua presenza nella realtà solo qualora attivasse una coscienza interiore, profonda, centrata e concentrata, sperimentando così il suo vero e totale essere muoversi liberamente nello spazio e nel tempo.
La Coscienza Superiore, quella che da Sri Aurobindo è stata definita la “Supercoscienza”, nasce dalla capacità di non disperdere e correre dietro questa o quell’idea mentale, o bisogno fisico o desiderio vitale, come è solita fare la coscienza umana ordinaria, dominata da centinaia e centinaia d’ impulsi, sentimenti e pensieri casuali nei quali s’ identifica e fa nascere la propria immagine fasulla e blasfema nei confronti della propria parte sacra e divina.
Lo Yoga consegue il divino che è in noi, consacrandolo in ogni gesto, in ogni attimo e in ogni respiro.