Accertate dalla Polizia reiterate assenze dal posto di lavoro e false sottoscrizioni.
Sono stati arrestati all’alba di stamani due medici del Servizio di Emergenza Sanitaria del 118 del Comune di Letojanni. Nei loro confronti è stata eseguita dai poliziotti del Commissariato P.S. di Taormina una ordinanza di misure cautelari in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Messina, dr. Salvatore Mastroeni, su richiesta del Sostituto Procuratore della locale Procura della Repubblica, d.ssa Anna Maria Arena.
Con metodi sistematici e consolidati nel tempo, i due medici in servizio di emergenza sanitaria 118, abusando dei propri uffici, con artifici e raggiri, si assentavano dal posto di lavoro, simulandone la loro presenza per interi turni di servizio notturno di 12 ore e provvedendo a sottoscrivere l’apposito registro. In realtà durante i turni di servizio notturno gli stessi, come accertato, risultavano presenti nelle proprie abitazioni o in altri luoghi, ben lontani dalla sede di lavoro.
L’accurata attività di indagine condotta dai poliziotti del Commissariato P.S. di Taormina, coordinati dalla Procura della Repubblica di Messina, ha permesso di accertare una continuità di consumazione di illecite condotte a partire dal 2014 e riscontrata fino all’agosto 2016, che ha denotato una personalità alquanto spavalda e prepotente in capo ai due indagati, che agivano con fare consolidato, quasi imposto a colleghi e subordinati.
Il lavoro svolto dagli investigatori attraverso servizi di osservazione, con telecamere poste nella sede di lavoro, acquisizioni di copie dei registri di presenza dei sanitari, intercettazioni telefoniche e minuziosa attività di analisi dei tabulati delle utenze telefoniche ha permesso di smascherare una sistematicità di spudorate assenze dei due medici dal posto di lavoro in contrasto con le firme presenza apposte sui registri successivamente al turno di servizio. Ben 40 gli episodi accertati in capo al un medico e 36 quelli attribuibili all’altro.
In particolare i sanitari si “mettevano” nei turni, coprendosi a vicenda ed, alternandosi, non effettuavano del tutto la notte in cui restava in servizio uno solo, accordandosi, così, dello “scarabocchio” da apporre sul registro delle presenza. Senza preoccuparsi di nascondere le illecite condotte, ponevano in essere atteggiamenti di sfida nei confronti dei colleghi di lavoro e/o di chiunque provasse a contrastarli “…è la mia parola contro la sua…”
Disposto, altresì, dal GIP a carico di ciascuno degli indagati il sequestro preventivo per equivalente di somme di denaro pari a oltre 16 mila euro per l’uno e quasi 15 mila euro per l’altro, quale danno arrecato alla Pubblica Amministrazione quantificabile per ogni singolo episodio accertato in capo ai due medici, che dovranno rispondere dei reati di truffa aggravata e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.
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