RITORNIAMO A LAVORARE TUTTI CON REGOLE PRECISE E IL PRESIDENTE DELLA REGIONE CHIEDA CON URGENZA L’ATTUAZIONE DELLO STATUTO SPECIALE.
a inoltrarla sono stati Eugenio Preta e Franco Tiano
Che senso avrebbe consentire l’apertura dei grandi impianti industriali (quasi inesistenti in Sicilia) e tenere chiuse le attività di piccole e medie imprese e dli artigianato quando l’economia della nostra isola è fondata proprio sulle piccole e medie aziende e sull’artigianato?
Questo è un momento delicato per la Sicilia, un momento in cui viviamo con la paura di un mostro invisibile pronto a colpirci ad un minimo cenno di debolezza.
Oggi abbiamo la consapevolezza della necessità di dover tornare a produrre, sulla via di una ripartenza oculata, mettendo da parte le paure, con procedure assolutamente regolate da comportamenti che evitino il pericolo degli assembramenti.
Siamo consapevoli che ci siano principi irrinunciabili, non a caso compresi dalla nostra Costituzione, quali la libertà (sotto ogni sua forma- pensiero, aggregazione, movimento, religione ecc- .) e l’uguaglianza, diritti che non possono in alcun modo essere limitati o addirittura messi in quarantena .
Ormai i costituzionalisti (e ieri pure la Presidente della Consulta) sono concordi nell’affermare che non sono legittime le restrizioni della libertà nei termini e nei modi con cui sono state attuate dal Presidente del Consiglio dei Ministri (soprattutto in assenza dell’intervento necessario del Parlamento), nemmeno nel caso estremo della salvaguardia di un interesse primario come la salute: l’opzione secondo la quale “prima pensiamo di salvare le vite, poi ci occuperemo delle garanzie di legge” non appartiene ad uno Stato di diritto che, a fronte di emergenze di tale gravità , deve avere come obiettivo primario obiettivo quello di creare strumenti adatti a contrastare il pericolo , quello di assicurare medicine, strutture mediche e ospedaliere adeguate a fronteggiare l’emergenza, presidi medici ed emergenziali idonei, come mascherine, occhiali, tute, disinfettanti ecc.), senza limitare o peggio eliminare, per periodi così lunghi, le libertà dei cittadini.
In attesa che Presidente del Consiglio, il Presidente della Repubblica e il Parlamento dello Stato italiano riscoprano esattamente i ruoli che sono i loro, ai cittadini non resta che uniformarsi alle regole dettate nell’emergenza, regole che devono però essere almeno ragionevoli e rispettare i diritti dei cittadini e l’uguaglianza necessaria tra soggetti e tra categorie che pur svolgendo attività diverse, più o meno a contatto con il pubblico, possano esercitare in maniera egualitaria le loro attività lavorative e, quindi, produrre ricchezza, nell’interesse personale e in quello collettivo.
Stiamo assistendo, invece, ad una regolamentazione irrazionale e deficitaria, sottolineata anche con l’ultimo decreto DPCM , che non riesce a capire la distinzione tra le diverse regioni e le loro situazioni contingenti , anzi sembra distogliere l’attenzione dalle reali esigenze dei cittadini e delle aziende piccole e medie senza poi portare aiuti concreti che servano ad arginare gli enormi danni arrecati attraverso una riapertura arbitraria di parte dei comparti economici . Non ci sembra sia sensato, infatti, applicare le stesse misure sia al Nord, dove il contagio è diffuso e ancora grave, sia al Sud, dove i casi rimangono sporadici e i focolai limitati.
Che senso ha consentire l’apertura di industrie (quasi inesistenti in Sicilia) e tenere chiusi gli esercizi di piccole e medie aziende, quando l’economia della nostra isola è fondata sulle piccole e medie aziende, soprattutto nel settore turistico e del ristoro, mentre, al contrario se ne potrebbe consentire l’apertura adottando semplici misure di prevenzione?
Così facendo, si spingerà il paese a guerre inutili e dannose per tutti e, in proporzione, l’abissale crisi economica ormai inevitabile (ma, contenibile ancor per poco, nelle conseguenze), creera ‘ più danni che la stessa epidemia cvd 19
La Regione Sicilia, già colpevole nei confronti dei propri cittadini per la mancata presa di posizione relativamente nell’applicazione dell’Art. 31 dello Statuto, (che prevede poteri speciali in ambito territoriale in tema di sicurezza e controllo per il mantenimento dell’ordine pubblico) sembra non aver ancor compreso la portata del problema del fermo lavorativo proprio per una regione che vive in gran misura di servizi e di assistenza.
Il Governo siciliano è deficitario nei confronti del suo Popolo, perché pur consapevole delle contraddizioni e delle violazioni costituzionali operate dal Governo Italiano in questo periodo di pandemia, non ha ritenuto opportuno opporsi ne’ richiedere, energicamente e risolutamente, come avrebbe dovuto, l’applicazione di un articolo dello Statuto Siciliano, che consentirebbe obbiettivamente una maggiore tutela degli interessi territoriali.
Un buon Governatore della Sicilia, a tutela degli interessi del proprio Popolo, non dovrebbe accettare alcun limite all’attuazione di ogni misura utile alla collettività, in questo caso l’applicazione di un. Articolo specifico dello Statuto Speciale, soprattutto in un momento che vede in pericolo la vita di tutti.
“Sicilia Autonoma”, pertanto, in questa seconda delicata fase che dovrebbe segnare il ritorno alla produttività Isolana, ritiene indispensabile che il Governo Nazionale convochi d’urgenza la commissione Stato – Regione, affinché istruisca l’iter per l’applicazione di tutti gli articoli dello Statuto e, in particolare, dell’art.31 già discusso e richiesto dal Governo Siciliano.
Sicilia Autonoma ritiene, quindi che la Regione Siciliana, debba far ripartire tutta l’economia dell’Isola, senza limitazioni per settori, fissando una data uguale per tutti, pur con le misure di necessaria cautela, per poter avviare e svolgere i processi e le condizioni di operatività a cui si debbano attenere le Aziende, i professionisti e tutte le realtà operative sull’isola.
Operare in sintonia con il popolo e al suo servizio, non vessandolo, avversandolo o sottoponendolo a scellerate scelte che comportino diseguaglianza di condizioni, di trattamento e di effetti dovrebbe essere l’impegno prioritario di un buon governo
Sicilia Autonoma – Eugenio Preta e Franco Tiano