Il Muro

LIBERTA’ DI PAROLA? – Attacchi il Comune su Facebook? Rischi la denuncia … ma mi faccia il piacere

A Fusecchio, in Toscana, sono già partiti tre provvedimenti: lʼAmministrazione valuta quando “si va oltre il limite”. E la libertà di Stampa? di Pensiero? di Critica? Forse ora, a partire da Fusecchio, esageriamo.  Di certo ci vogliono regole, ma non museruole.

A Fusecchio, comune toscano il cui sindaco è Alessio Spinelli, bisogna fare attenzione. Soprattutto a scrivere su Facebook. E soprattutto a scrivere sul Comune. Attaccare l’Amministrazione sul social network, infatti, può costare una denuncia e la convocazione dalla Polizia municipale.

Già tre persone sono state denunciate per aver offeso i vigili.

Quanto sta accadendo nel Comune toscano, lo riporta il Tirreno.

A Fucecchio, un post sull’eccidio (avvenuto il 23 agosto 1944, che costò la vita a 175 civili, ndr), un cittadino è stato convocato al comando per rispondere di ciò che aveva scritto.

E, chiedendo lumi su un episodio destinato a far discutere, è emerso che vi sono dei precedenti.

Negli ultimi mesi, infatti, già tre persone sono state denunciate per aver postato frasi considerate offensive, mentre altri sono stati convocati al comando della municipale per essere “avvertiti” che ciò che avevano scritto era al limite della querela.

Ad attirare l’attenzione del quotidiano locale è stata soprattutto la vicenda “Agente 007, operazione social network”.

Un utente ha postato su un gruppo cittadino seguito da migliaia di persone un articolo nel quale si contestavano le celebrazioni dell’anniversario della strage del Padule, considerate troppo “alternative”; rispetto alla prassi degli ultimi anni, oltre alla commemorazione istituzionale, era stata prevista anche una cena con prodotti tipici locali; l’utente ha aggiunto anche una fotografia ironica, che ritrae alcuni calici di spumante.

Come dire: si brinda sulla pelle dei morti.

Al post in questione, però, ha risposto il sindaco Alessio Spinelli, parlando di toni “un po’ troppo al di là del limite consentito”.

Ma la questione non è terminata così.

E dal mondo virtuale si è passati alla vita reale (ma le aule del tribunale dovrebbero essere evitate).

Dopo poche ore, l’utente ha ricevuto la visita a domicilio di due agenti della polizia municipale: “Deve presentarsi nella nostra sede, il comandante vuole parlarle”.

Poco più tardi, l’incontro. L’argomento? Proprio quel post. Il cittadino, comunque, se l’è cavata con una tirata di orecchie.

La spiegazione del sindaco Alessio Spinelli è arrivata presto: “La municipale ha il mandato di tutelare l’istituzione quando la sua reputazione viene lesa, anche tramite i social network”. Insomma, non ci sono 007 impegnati 24 ore su 24 a cercare di scovare commenti lesivi, ma se qualcuno (che può essere un dipendente comunale, un agente della polizia municipale e o un membro della giunta stessa) nota una frase offensiva, l’autore rischia di finire nei guai.

Una scelta che potrebbe essere percepita come l’intenzione di mettere a tacere il dissenso.

Una situazione che ha pochi precedenti nelle cronache e che diventa quanto mai attuale in tempo di guerra ai “webeti”.

Il comando territoriale della polizia municipale di Fucecchio ha già denunciato tre persone per quanto scritto su Facebook nei confronti delle istituzioni locali.

fonte http://www.tgcom24.mediaset.it/

Redazione Scomunicando.it

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