LIBRI – “L’Ultimo Abbraccio” di Gian Ettore Gassani, presentato ieri a Sinagra
Babylon, Cultura, Fotonotizie, In evidenza

LIBRI – “L’Ultimo Abbraccio” di Gian Ettore Gassani, presentato ieri a Sinagra

Ieri, davanti a una sala gremita e attenta, è stato presentato il libro “L’Ultimo Abbraccio” di Gian Ettore Gassani. A fare gli onori di casa, insieme al sindaco Nino Musca, è stata l’avvocato Maria Sinagra.

70 anni di solitudine, dolori, amore e speranze.

Queste poche parole bastano per descrivere il messaggio profondo di questo romanzo. Gian Ettore Gassani con umiltà e sincerità, ha condiviso le sue emozioni riguardo alla scrittura del libro: “Per me, che sono un dilettante, scrivere questo libro è stato come scalare il K2 a piedi nudi. Un’impresa che mi sembrava impossibile portare a termine, una fatica mentale e fisica dalla quale ci si riprende dopo molto tempo. Ma la forza di volontà mi ha aiutato ad arrivare fino in cima,” ha detto l’autore, aggiungendo: “Scrivere un saggio o un testo professionale è molto più semplice. Ne ho scritti tanti. Basta concentrarsi su alcuni argomenti, fare qualche ricerca, proporre qualcosa di nuovo, e il gioco è fatto. Un romanzo, invece, è tutta un’altra cosa: significa chiedere aiuto alla propria anima e denudarsi al cospetto del lettore. Significa costruire una storia, aggiustarla, renderla viva. Un po’ come uno scultore che da un blocco di marmo (la trama) ricava una scultura (il libro finito).”

Un incontro ricco di riflessioni

Durante la serata, non solo si è parlato del libro e dei suoi simboli, ma anche di religione, di affetti e del significato profondo dell’abbraccio. Gian Ettore Gassani ha raccontato: “Ci sono voluti dieci anni per scriverlo, o meglio, per dieci anni l’ho tenuto come un sogno nel cassetto. Poi negli ultimi due ho accettato la sfida, sacrificando 56 fine settimana e rubando anche qualche minuto a qualche momento di pausa.”

La prima chiave di lettura del libro è stata spiegata dall’autore stesso:

“L’Ultimo Abbraccio vuole essere un messaggio di speranza per chi sta indietro, per chi ha perso tutto, per chi è caduto senza averne colpa, per chi pensa che raggiungere i propri sogni sia soltanto una questione di fortuna.”

Il libro si legge quasi come una sceneggiatura da film.

Ambientato in Ucraina, la storia non ha nulla a che fare con la guerra attuale, poiché termina nel 2007. Tuttavia, rimane attualissimo e potrebbe essere ambientato in qualsiasi zona di conflitto o di disastri dove i bambini sono l’elemento debole. Rimane la testimonianza fedele e spietata di un territorio e di un popolo fiero, sempre alle prese con grandi sfide.

I temi universali del romanzo

Nel romanzo, i protagonisti sono molti, ognuno con il proprio bagaglio di dolore e solitudine. Gian Ettore Gassani ci porta a scoprire cos’è l’internat, l’orfanotrofio, dove vivono ragazzi figli di femminicidi, trovatelli o diversamente abili, gli orfani che sopravvivono alla morte dei genitori [una delle grande paure, che ci levava il sonno, a noi tutti da bambini].

C’è fame, miseria, solitudine, pazzia.

Un luogo crudo con regole e leggi proprie, immune alle piccinerie del mondo esterno. “Esiste il ‘nostro’, esiste un destino comune, esiste un mutuo soccorso,” ha detto Gian Ettore Gassani ” Un luogo dove gli orfani sono reclusi, non conoscono il mondo esterno, eppure avvertono il bisogno di qualcuno che li faccia sentire vivi e che li tiri fuori dal carcere della loro vita.”

Il libro celebra anche il senso della genitorialità, ed esalta il ruolo dei nonni, offre – quasi una matriosca che tira fuori pagina dopo pagina spunti di riflessione – una chiave di lettura ottimistica, regalando a tutti la possibilità di guardare al futuro con speranza e uscire dalla palude della tristezza. Inoltre, è un’opera che ha permesso, parlandone nella sala di Palazzo Salleo –  di mettere in luce il mondo delle famiglie affidatarie, delle migliaia di famiglie che hanno offerto amore ai ragazzi di Chernobyl, e delle realtà odierne delle case famiglia in Italia.

Un racconto sulla famiglia e il valore della memoria

“Ognuno soffre a modo suo. C’è chi piange davanti a tutti e chi piange di nascosto” ha detto l’avvocato Gassani. Si è anche divagato sugli orfani nella letteratura, ricordando una delle prime orfane della storia, Andromaca nell’Iliade ma anche  Heidi, Peter Pan e il Piccolo Principe.

La serata si è conclusa con un applauso dedicato a Franco Di Mare, quando si è citato il film – sempre sugli orfani – Benvenuti a Sarajevo.

E’ stata la classica ciliegina sulla torta di una presentazione perfetta e attenta, quella di un fenomeno editoriale,” che ha vinto molti premi meritati.

L’avvocato Sinagra alla fine ha ringraziato il sindaco Nino Musca per l’ospitalità, Massimo Scaffidi – giornalista – , persona attenta e professionale, a Luca Volpe , – che ha condotto l’incontro – una scarica di energia, la dott.ssa Concetta Alacqua, “lei non è solo un magistrato … è una fantastica combinazione di diritto, cuore e passione” poi un grazie speciale è andato a Roberta Sansiveri e a tutta CASA NADINO. Per la Sinagra “Loro sono i veri eroi . Mettono tutto se stessi. Grazie ai loro ragazzi che sanno trasformare la loro vita ed hanno una forza pazzesca. Noi tutti a loro confronto siamo davvero piccoli piccoli”.

Prezioso il contributo di Eleonora, che  ha fatto emozionare tutti, chiudendo una serata che ha saputo toccare il cuore dei presenti e offrire uno spunto di riflessione sul significato dell’abbraccio e dell’amore in tutte le sue forme.

altre foto

 

 

da leggere

APPUNTAMENTI – A Sinagra un confronto con lo scrittoreavvocato Gian Ettore Gassani

19 Maggio 2024

Autore:

redazione


Ti preghiamo di disattivare AdBlock o aggiungere il sito in whitelist