Presentazione presso Aula Magna dell’Università degli Studi di Messina
Lunedì 20 febbraio alle ore 17.00, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Messina, verrà presentato il volume “Palazzo Ciampoli tra arte e storia. Testimonianze della cultura figurativa messinese dal XV al XVI secolo”.
L’evento si svolgerà alla presenza dell’Assessore Regionale ai Beni Culturali Carlo Vermiglio; sono inoltre previsti i saluti istituzionali del Coordinatore del Collegio dei Prorettori dell’Università degli Studi di Messina, professor Giovanni Cupaiuolo, gli interventi della dottoressa Caterina Di Giacomo, direttrice del Polo Regionale di Messina per i Siti Culturali, della dottoressa Grazia Musolino, dirigente dell’U.O2 del Polo Regionale di Messina per i Siti Culturali, curatrice del progetto generale e dell’opera.
Presenterà il volume la professoressa Maria Pia Di Dario Guida, nota e stimata studiosa della cultura meridionale, nonché del periodo storico e degli artisti presi in esame nel catalogo.
Il progetto scientifico messo a punto per la mostra allestita a Palazzo Ciampoli di Taormina, che si è tenuta dal dicembre 2015 a maggio 2016, focalizzato sulla cultura figurativa messinese dal Quattrocento al Cinquecento, trova il suo compimento in questo volume-catalogo di 673 pagine che fa parte del secondo evento programmato nell’ambito del P.O.F.E.R.S SICILIA 2007-2013.
Il testo amplifica i contenuti della mostra per l’inserimento di ulteriori opere che non è stato possibile esporre; sviluppa inoltre ulteriori argomenti legati alla cultura proto antonelliana messinese e siciliana, all’attività di Antonello, alle implicazione e al dialogo con la scultura coeva affrontata in tre esaustivi contributi.
Il catalogo prende avvio dalla situazione artistica e culturale del comprensorio messinese tra XIV e XV secolo, dominato dalla mai sopita cultura bizantina e dalla grande impresa aragonese dei mosaici del duomo, a seguire è esaminato con cura il panorama artistico quattrocentesco nell’ambito del quale sono indagati i passaggi chiave prima e dopo Antonello. Un articolo specifico è dedicato all’interessante tavoletta bifronte ritenuta opera giovanile di Antonello, assegnazione tuttavia piuttosto controversa.
Gli altri studi e le schede di catalogo posti in successione affrontano le peculiarità delle botteghe attive nel periodo centrale del contesto post antonelliano e ne mettono a confronto la produzione, con un’analisi dell’attività di quella principale, ufficialmente ereditata da Jacobello dopo la morte del padre, e di quella di Antonello de Saliba, attivo insieme al padre Giovanni e al fratello Pietro. Un approfondimento particolare è riservato alla figura e al problematico percorso del dotato Salvo d’Antonio.
Nei capitoli successivi trovano posto altri seguaci importanti come Antonio Giuffrè e la poco indagata figura di Francesco Giuffrè, documentato copista di Salvo d’Antonio. Una rilettura critica importante è dedicata a Giovannello d’Itala o d’Italia, nonché ad artisti minori o ignoti che abbiamo ritenuto utile inserire per la comprensione del contesto culturale del territorio.
Nei primi decenni del Cinquecento la nuova maniera sarà diffusa dal pittore Girolamo Alibrandi, il tentativo di adeguarsi alle suggestioni leonardesche e raffaellesche investe a vari livelli la cultura figurativa messinese ed appare recepita, benché prevalentemente sotto il profilo più strettamente iconografico, da parte degli ultimi epigoni antonelliani.
Per quanto riguarda la scultura sono illustrate le novità apportate da Domenico e Antonello Gagini, ed è inoltre delineata la figura dello scultore Antonello Freri. Lo studio si chiude con i saggi e le schede dedicati all’argenteria sacra.
Un lavoro di ricerca dunque complesso e vasto, che si è potuto realizzare grazie a un gruppo di studiosi, autori dei saggi e delle schede, che generosamente si sono impegnati con i loro scritti e le loro scelte critiche ad illustrare gli aspetti significativi e le tante sfaccettature del tema scelto.
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