Il tutto durante l’incontro di ieri. Erano presenti il Dirigente Scolastico, la prof.ssa Grazia Gullotti Scalisi, il Presidente del Lyons Club – Distretto di Patti , l’avvocato Mariella Sciammetta, l’assessore Provinciale alla Pubblica Istruzione Giuseppe Di Bartolo.
Durante la cerimonia di conegna del defibrillatore anche la dimostrazione pratica dell’utilizzo del defibrillatore.
Defibrillatore
Il defibrillatore viene indicato anche come AED Automatic External Defibrillator. Defibrillatore Esterno Automatico dotato di autodiagnosi e alimentato a batteria.
Dopo aver applicato le piastre al torace del paziente, l’AED analizza automaticamente l’elettrocardiogramma (ECG) del paziente informando l’operatore della necessi-tà di premere il pulsante ed erogare una scarica, se necessario.
L’AED si avvale di un solo pulsante e guida l’operatore attraverso le fasi di rianimazione, utilizzando una combinazione di comandi vocali, avvisi acustici e indicatori visivi.
E’ semplice da usare; il corso che si fa per essere autorizzati ad usare il defibrillatore è di 4 ore, ma il tempo maggiore è utilizzato per insegnare le manovre di rianimazione cardiopolmonare (respirazione forzata, massaggio cardiaco, ecc…).
Non bisogna essere un medico per usarlo; in-fatti la legge 120 del 3/4/2001 autorizza chiunque ad usare il defibrillatore purché maggiorenne ed abbia fatto un corso che rilascia un “patentino”, una certificazione all’uso.
Quando usare il defibrillatore
Il cuore spesso si ammala a causa di un malfunzionamento delle coronarie che sono piccoli vasi posti sul cuore che nutrono portando disciolti nel sangue nutrimento e ossigeno.
Le coronarie ammalate tendono a chiudersi, si tappano, impedendo al sangue circolante di nutrire il cuore.
Si ha nei casi più lievi una sofferenza del cuore, nei casi peggiori un infarto.
In questi casi alcune cellule del cuore, quelle che non ricevono nutrimento ed ossigeno, muoiono.
Ma la morte di una piccola porzione di cellule del cuo-re non determina la morte del cuore stesso, anzi la maggior parte delle volte i danni sono irrilevanti e la persona ed il suo cuore possono riprendere la attività solita dopo le opportune cure ricevute in ospedale.
Il problema è che alcune volte le cellule, private dell’ossigeno, possono “impazzire”, si contraggono in maniera disordinata e incontrollata coinvolgendo in questo movimento disarmonico tutte le altre cellule del cuore: si parla in questo caso di fibrillazione.
L’effetto della fibrillazione cardiaca è che il cuore non pompa più, il sangue non arriva al cervello, la persona perde conoscenza e dopo pochi minuti muore.
L’unico modo di salvarsi in quei pochi minuti è di far attraversare il cuore da una scarica elettrica particolare utilizzando proprio un “defibrillatore”.