Intervista realizzata da Giulia Quaranta Provenzano
Oggi la blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista a Lidia Maria Mallia, giovane creativa la quale si è descritta in questi termini <<Ho la testa tra le nuvole. Sogno fotografie, abiti e borse che poi realizzo>>…
Buongiorno! Vorrei domandarle subito quando e mossa da quale cosiddetto motore interiore ha avuto origine il suo viaggio nell’Arte tant’è che è oggi si occupa di professione di sartoria, pelletteria, progetti su misura di design e moda, nonché di fotografia [clicca qui https://instagram.com/fabbricamilla_ar?tigshid=YmMyMTA2M2Y= e clicca qui https://instagram.com/lidiamallia_?igshid=YmMyMTA2M2Y= per accedere ad alcuni dei profilo IG di Lidia Mallia]. “Buongiorno Giulia! Non ho memoria di una vera e propria origine del mio viaggio nell’Arte, di certo so però che hanno influito molto mio padre e le mie nonne… lui – appassionato collezionista di fotografie e di illustrazioni – ha sempre raccolto tutte le immagini che lo colpivano, mentre le mie nonne sono state sarte e ricamatrici. È quindi sempre stato naturale, per me, disegnare così come collezionare oggetti e costruirne di nuovi con tutto ciò che avevo a disposizione. Un percorso, il mio, senza alcuna forzatura”.
Da cosa deriva la scelta del nome Atelier GLAM per quello che è il suo concept store d’artigianato [clicca qui https://instagram.com/atelierglam_?igshid=YmMyMTA2M2Y= per visionare i progetti e workshop artigianali, i servizi fotografici e le consulenze di Lidia Mallia]? “Ho scelto il vocabolo <<Atelier> inteso come uno spazio d’arte che raccoglie indistintamente le mie passioni, mentre <<GLAM>> – benché sicuramente, a primo impatto, porti a pensa al glamour – sono le iniziali della mia famiglia ossia Gina, Lidia, Adriano, Maurizio.
Da piccola a cosa, forse, immaginava di dedicarsi “da grande” e che bambina è stata? “Sono stata una bambina molto riservata, bimba che ancora abita in me… l’arte mi ha aiutata e tutt’ora mi aiuta a comunicare. Da piccola, come – immagino – tutti fanno, cambiavo spesso idea su cosa volessi divenire “da grande” in quanto mi piacevano tantissime cose. È stato intorno ai dieci anni d’età che presi a dire <<Da grande vorrei un negozio dove poter vendere tutto quello che mi piace, ciò che creo e che trovo in giro per il mondo!>>… In un certo senso, avevo già capito cosa avrei intrapreso”.
Ho letto, via social, un suo post del 07/11/2022 [clicca qui https://instagram.com/lidiamallia_atelier?igshid=YmMyMTA2M2Y= per accedere al profilo IG di Lidia Mallia] che – citandola – spiega che negli anni l’Atelier Lidia Mallia si è sempre più avvicinato ai clienti, cercando di trasformare in realtà i loro desideri tant’è che <<(…) le collezioni sono un punto di partenza, da lì si può prendere spunto per creare il capo o l’accessorio in base alla propria personalità>>. È infatti possibile chiedere anche, sul sito Internet https://lidiamallia.com/tessuti/, un tessuto che sia unicamente del richiedente appunto. Ebbene, ci racconta come è nata questa idea e se vi è stato un progetto in particolare che l’ha affascinata al di là di ogni sua aspettativa? “Mi piace sperimentare ma, allo stesso tempo, non mi allontano mai dalla mia zona di confort. Sono entusiasta quando ricevo stimoli esterni, che solamente le altre persone mi possono dare, quindi sono felice di ascoltare le richieste del cliente: ciò mi stimola appunto a creare delle illustrazioni che parlano della sua storia, di quello che ama, unendo poi sempre il suo mondo al mio stile”.
Cosa rappresenta per lei la Bellezza, l’Arte e quale ritiene che sia il loro principale pregio? “Credo che la bellezza risieda in ogni cosa, sia che questa “cosa” sia un pranzo in famiglia, sia che sia rivedere i vecchi amici o innamorarsi di un luogo o di un’opera. La beltà bisognerebbe riuscire a vederla sempre… e io penso che se anche talvolta, in un determinato momento, non abbiamo occhi per scorgerla sarà appunto solamente un momento passeggero – poi ritornerà ad essere di fronte a noi, a mostrarsi al nostro sguardo”.
I ricordi, la sperimentazione e l’osare, il pianificare e l’organizzare, l’istinto e la razionalità quanto sono fondamentali e in che misura timonano la sua creatività? “Ciascun elemento citato è davvero fondamentale… Senza i ricordi saremo vuoti. Senza osare e senza sperimentare sprofonderemmo nella banalità e nella noia. Pianificare e organizzare sono necessari per fare chiarezza nel lavoro, tant’è che è bene porci così degli obiettivi da raggiungere. L’istinto ci porta verso strade che – prima di averlo seguito – non immaginavamo esistessero, che non ritenevamo possibili. La razionalità, dal canto suo, ci aiuta a moderare tutto ossia ogni singolo aspetto” .
Quali sono i materiali, i colori, i pattern che predilige nel realizzare gonne, pantaloni, abiti (persino abiti da sposa), kimoni, bluse, camicette, borse, portafogli, cerchietti, agende, orecchini, cinture, bracciali, collane e non solo questi e per quale motivo nello specifico? “Prediligo le pelli, il legno, i tessuti più in generale e l’ottone… ma, proprio perché amo sperimentare, ogni anno cerco sempre nuovi collaboratori e nuovi materiali da fondere ai precedenti. Ricerco, di continuo, pure nuovi colori. Amo i forti contrasti e i colori complementari benché, in alcuni periodi, io abbia utilizzato i colori pastello (in base allo stato d’animo del momento…)”.
Infine so che le sue camicie non vogliono avere alcun genere, ma – come ha sottolineato lei stessa – soltanto quello umano. Le domando dunque, al di là del fatto di essere evidentemente contraria alla categorizzazione del genere in base al sesso di nascita, da cosa ha avuto origine il volere dare alla luce un capo d’abbigliamento interscambiabile tra maschi e femmine. “Le mie camicie non vogliono avere alcun genere dacché, sebbene e proprio perché principalmente la mia clientela è femminile, io volevo e tuttora desidero invece lanciare chiaramente il messaggio che <<Chi può dire che queste camice siano soltanto femminili?!!!>>. Voglio cioè che il mio lavoro sia libero da schemi, i quali si sono “auto-creati”. Ebbene, ho iniziato a proporre camice intercambiabili tra sessi tuttavia cercherò di fortificare il mio appello alla libertà e alla necessità di non avere preconcetti anche con altri capi d’abbigliamento e nelle prossime collezioni”.
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