Approfondimento sul volume di Linda Liotta Sindoni “Come Perseidi” è stato al centro di un dibattito svoltosi nell’Aula Magna dell’Università di Messina, con l’intervento di professionisti e specialisti nel settore della comunicazione.
Il volume sarà presentato martedì prossimo a Brolo, alla “multimediale”.
Questo è quanto pubblicato sulla Gazzetta del Sud.
Sulle tematiche relative all’importanza ed alla centralità delle forme espressive, riferite ad esperienze esistenziali ed impegno nel volontariato, hanno relazionato la prof.ssa Marianna Gensabella, docente di Bioetica nell’ateneo peloritano, la dott.ssa Maria Gabriella Scuderi, psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale, la prof.ssa Antonella Saija, ordinaria di Farmacologia, la Presidente della commissione provinciale PP.OO Annamaria Tarantino e la scrittrice Maria Rosaria Natoli De Stefano.
I lavori sono stati coordinati dalla dott.ssa Grazia De Tuzza, dirigente amministrativa dell’università, e sono stati introdotti dagli indirizzi di saluto della consigliera Nazionale dell’AMMI Lilly Cavallaro Cuomo, dell’assessore provinciale alla cultura Mario D’Agostino e dal prof. Angelo Santaromita Villa.
Citando il pensiero di Lacan, la prof. Gensabella ha sottolineato come l’autore, nel momento in cui scrive, “si consegna all’altro”, nella ricerca di significati ulteriori al suo comunicare.
Così, nella metafora delle Perseidi, stelle cadenti, si scorge la volontà dell’autrice di raggiungere i suoi interlocutori, e costruire con essi significati che possano contenere valori coerenti con il proprio sentire.
Analizzando lo scritto da un’ottica più specificamente clinica, la psicoterapeuta Scuderi ha messo in luce la profonda valenza terapeutica che può rivestire la scrittura per il suo autore, rappresentando essa modalità di “autoconoscenza” attraverso la partecipazione dell’esperienza vissuta e di quella pensata.
Un vero e proprio processo di sdoppiamento del sè, quindi, che consente allo scrittore di essere contemporaneamente soggetto e oggetto delle sue storie, e di autodefinirsi narrando “gli altri significativi” del suo contesto relazionale.
Nel testo della Liotta emergono così ruoli e funzioni del femminile, concretizzati in storie di vita reale, ma anche in immagini vere o fantastiche, da cui risalta un profilo di donna nuova e moderna che non rinnega le sue fragilità, ma non nasconde neppure i suoi punti di forza.
L’intervento della prof.Antonella Saija ha ulteriormente posto l’accento sulla profonda valenza identificativa che riveste lo scritto per coloro che si riconoscono in una figura femminile, orgogliosa del suo genere, e mai disposta a rinnegare il suo ruolo naturale, nè tanto meno a calpestare la propria dignità.
Per la scrittrice maria Rosaria Natoli De Stefano, la donna che emerge dalle narrazioni della liotta è una creatura sempre in evoluzione, che sa accettare il mutamento, anche nei casi in cui questo comporta sofferenza o abbandono.
Educare al sentimento, le donne delle storie non usano “tattiche”, ma esprimono amore per gli altri e rispetto per se stesse.
Anna Maria Tarantino, nel corso del suo intervento, ha sottolineato la forte valenza di crescita che può rivestire la “solidarietà” fra donne, non intesa come “spirito di corpo” quanto come serio impegno del femminile attivo a servizio della società tutta.
Brani del volume sono stati letti da Melania Plutino accompagnati da musiche che hanno esaltato il sapore intimistico delle stimolazioni narrative.