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L’INTERVISTA DI SALVATORE BUCOLO – Saverino Nappi: ” Le banche facciamo la loro parte e aiutino le imprese a non fallire!”

Severino Nappi, giuslavorista, professore ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università degli Studi di Napoli, presidente dell’Associazione Nord e Sud e fondatore del movimento civico Il Nostro Posto dice la sua intervistato da Salvatore Bucolo.

 Le banche facciamo la loro parte e aiutino le imprese a non fallire!

A dirlo è Severino Nappi, giuslavorista, professore ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università degli Studi di Napoli, presidente dell’Associazione Nord e Sud e fondatore del movimento civico Il Nostro Posto.

Prof. Nappi, cosa ne pensa del ruolo delle banche in questa emergenza?

È necessario che il sistema bancario faccia subito la sua parte per evitare che, come ha denunciato questa mattina il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, e suggerisce la logica, famiglie e imprenditori in difficoltà finiscano in mano agli usurai, specie qui al Sud. Ma i soldi servono ora e non quando imprenditori e commercianti avranno cessato definitivamente la loro attività. Perché purtroppo anche per avere quel poco che il governo concederà al nostro sistema produttivo, le imprese si dovranno scontrare con lungaggini burocratiche che non sono più accettabili in un momento così complesso. L’Italia e in particolare il Sud, non possono aspettare i tempi di una burocrazia che ostacola e ingolfa l’erogazione degli aiuti pubblici perché le ricadute economiche del virus corrono più veloci. Alla burocrazia di questo governo non si aggiunga quella del sistema bancario. Sono tante, troppe, le segnalazioni che ci giungono da parte di imprenditori e cittadini che denunziano mille ostacoli formali e rallentamenti che le banche frappongono al reale accesso ai finanziamenti. Non è il tempo del “vi faremo sapere”. Specie nel Mezzogiorno il dovere degli operatori finanziari è di sostenere concretamente e subito il sistema produttivo.

La crisi chiama alla responsabilità anche le Regioni?

Se guardiamo alla Campania, per esempio, la Regione può fare molto anche da sola, facendo persino diventare un’opportunità il suo grave immobilismo in tema di utilizzo dei fondi europei. La spesa delle risorse assegnateci dall’Unione Europea non arriva al 30% di quelle disponibili. E molta parte di quelle formalmente impegnate, in realtà è ferma al palo tra ritardi di attuazione e assenza di atti amministrativi giuridicamente vincolanti. La mia proposta è semplice: mettiamo immediatamente in campo tutte le risorse libere e riprogrammiamo tutte quelle impegnate ma ancora giuridicamente disponibili. Organizziamo subito un pacchetto puntuale di misure a sostegno delle nostre imprese (compresi artigiani e commercianti) e dei nostri lavoratori, appunto un piano Marshall fatto in casa. A partire da una iniezione diretta di liquidità per le imprese, attraverso un meccanismo di attestazione dei pagamenti da effettuare e da ricevere, certificato da professionisti regolarmente iscritti all’albo professionale. Poche regole, ma chiare e certe, anche sui tempi, e la gestione affidata direttamente alla società finanziaria regionale Sviluppo Campania. Accanto a questo, una scossa alla macchina burocratica di regione ed enti locali. 

Professore, essendo lei anche un avvocato, ci può dire qualcosa della proposta dello scudo penale al personale sanitario?

Oggi sono definiti eroi, ma domani, medici e personale sanitario che combattono la pandemia in prima linea in condizioni di estrema precarietà, potrebbero diventare bersaglio di squallidi avvoltoi che, spingendo i parenti delle vittime di Covid19 in azioni risarcitorie, sono pronti a lucrare sulle disgrazie altrui. Oltre al danno causato dalla mancanza di adeguati mezzi di protezione, vogliamo che subiscano anche la beffa di vedersi denunciare per presunti errori? Non solo è urgente intervenire con una legge che escluda la responsabilità personale degli operatori sanitari ma bisogna sensibilizzare i colleghi degli ordini a valutare con rigore e responsabilità le richieste di intervento legale, evitando ogni possibile azione strumentale. Dal canto mio, sono pronto a fare la mia parte, offrendo la difesa gratuita a chi sarà coinvolto in queste operazioni di sciacallaggio.

Può essere che gli ospiti di molte case di riposo, persone fragilissime, siano in una situazione di abbandono?

Le case di riposo non possono e non debbono essere trasformati in lazzaretti. La situazione delle case di riposo, in Campania e non solo in quest’ultima regione, sta diventando drammatica e va gestita come un’emergenza per evitare che i nostri anziani, cioè i nostri nonni, i nostri padri e le nostre madri, vengano abbandonati a loro stessi, malati, lontani dalle loro famiglie. È necessario che le Regioni facciano il massimo degli sforzi, difendendo la salute degli operatori e quella degli ospiti di tutte le strutture con un censimento e tamponi per tutti.

Redazione Scomunicando.it

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