Denise Ubbriaco intervista Salvatore Taverna, direttore del Dipartimento di Business Crisis dell’UCEE di Bruxelles.
E’ possibile pagare meno tasse legalmente, seguendo regole elementari e affidandosi ad un bravo commercialista.
Ogni anno, il fisco bussa alla porta del contribuente chiedendo la sua quota ed è così che imprenditori, lavoratori dipendenti e liberi professionisti, si ritrovano a dover affrontare una lotta contro il fisco.
La domanda più frequente rivolta al commercialista è la seguente:
“E’ possibile pagare meno tasse?”. La risposta è affermativa. Ovviamente, non bisogna ricorrere a stratagemmi o alle “furbate” di rito per evadere il fisco.
Evadere le tasse è reato e, sebbene in un primo momento possa apparire come la soluzione più semplice e veloce per ridurre il carico fiscale, a lungo andare questa scelta risulterà rischiosa e controproducente.
Nel momento in cui si evade il fisco, non solo ci si trova di fronte all’applicazione di sanzioni “salate” sulle imposte non dichiarate o non pagate, ma, in alcuni casi, ci si guadagna una bella condanna penale.
I metodi per pagare meno tasse legalmente esistono e possono consentirti di dormire sonni tranquilli, senza l’incubo che, l’indomani, la Guardia di Finanza possa bussare alla tua porta.
Il modo più saggio per pagare meno tasse è conoscere bene la normativa e sapersi divincolare tra deduzioni, detrazioni e leggi speciali.
Per saperne di più, ho intervistato Salvatore Taverna, direttore del Dipartimento di Business Crisis dell’UCEE di Bruxelles.
E’ possibile pagare meno tasse in Italia, restando nella legalità?
“Per pagare meno tasse, bisogna seguire regole molto elementari con una certa metodicità. Innanzitutto, bisogna scegliere un bravo commercialista. Poi, procedere con la scelta del regime fiscale al quale si appartiene. Occorre rispettare i tempi e le modalità con cui le imposte vengono pagate. Per rimanere nell’ambito della legalità, è importante fare una corretta programmazione fiscale e una gestione oculata dei costi che si vanno ad imputare. Bisogna fare un’attenta analisi, frazionando il budget e facendo piccoli bilanci mensili. E’ importante avere un costante monitoraggio della situazione economica e contabile. Spesso il commercialista si rivolge al cliente, o viceversa, quando è già troppo tardi, magari alla fine dell’esercizio, quando le soluzioni da trovare per pagare meno imposte diventano un sistema “tappabuchi”.”
Quali sono i costi aziendali deducibili interamente e quali i costi deducibili parzialmente?
“Per determinare la deducibilità di un reddito, bisogna fare riferimento al tipo di attività svolta. I costi deducibili interamente sono gli acquisti legati all’attività che si svolge. Un esempio sono i quotidiani, la cancelleria, i computer, gli accessori, le spese del personale, i contratti pubblicitari e di sponsorizzazione. I costi deducibili parzialmente sono quelli relativi ai beni che hanno un uso promiscuo. Quando la propria abitazione è utilizzata sia per l’attività lavorativa che per la vita privata, è deducibile al 50%.”
Quali sono i costi che vengono trascurati e che possono essere “scaricati” dalle tasse?
“Spesso, l’imprenditore non pensa al costo previdenziale sottoforma di un’assicurazione volontaria pensionistica. Mario Rossi ha un’attività, versa i contribuiti e, sulla base di questi contributi, beneficia di una pensione. Le somme dei contributi che sono destinate alla pensione diventano un costo deducibile. Poi, si potrebbe pensare anche all’outsourcing. E’ il caso in cui ci si rivolge all’esterno per svolgere operazioni tipicamente interne. Si tratta di un costo non fisso, che si utilizza all’occorrenza. Altri esempi, sono i costi di pubblicità e le sponsorizzazioni. ”
Come si può accedere ai regimi agevolati e risparmiare migliaia di euro di tasse e contributi previdenziali?
“Si deve considerare la possibilità di accedere al regime forfettario, che resta l’unica alternativa al regime ordinario per le persone fisiche che svolgono un’attività d’impresa, di arte o professione e che possiedono determinati requisiti, sia dimensionali che di reddito. Ad esempio, per le attività professionali il limite è di 30.000€ annui, mentre per gli intermediari di commercio di 25.000 €. Questi soggetti beneficiano di particolari condizioni di tassazione, in quanto godono di un regime privilegiato. In modo particolare, sotto il profilo della determinazione delle imposte, beneficiano di un’imposta sostitutiva del 15% fissa, che si applica sul reddito imponibile, determinato forfettariamente. Fermo restando gli altri benefici relativi alle detrazioni di imposta spettanti. I lavoratori con partita IVA sono esonerati da alcuni obblighi di registrazione delle fatture. A differenza dei contribuenti ordinari, hanno vantaggi che gli permettono di gestire in modo semplificato gli adempimenti fiscali e non solo.”
Quali sono i più comuni trucchi illegali che si utilizzano per evadere le tasse?
“Un esempio sono le fatture false e le cosiddette “società cartiera”, la sovrafatturazione o la sottofatturazione delle operazioni.”
E’ consentito sfruttare i paradisi fiscali? Quali sono i vantaggi?
“Il paradiso fiscale crea disuguaglianza. La concorrenza fiscale attrae le società multinazionali e fa sì che queste possano sfruttare possibilità non concesse ed eludere le tasse. I vantaggi che offrono le società off-shore ed i paradisi fiscali sono: sfruttare una tassazione fiscale agevolata; utilizzare il segreto bancario; avere una protezione molto forte del patrimonio; ottimizzare i costi di produzione. I paesi riconosciuti come paradisi fiscali, sono individuati in una black-list e sono guardati a vista. Avere società in uno di questi paesi, fa pensare ad un interesse all’evasione.”
Pagare le imposte è un dovere. Pagarle in modo equo è un diritto. Che mi dice a tal proposito?
“La risposta alla tua domanda la troviamo all’art 53 Cost, in cui si parla di capacità contributiva e progressiva. Tutti i cittadini devono pagare le imposte, ma questo dovere deve rispettare la possibilità economica. Per garantire al cittadino alcuni servizi, lo Stato deve avere fondi propri che prende dal gettito fiscale. Se il cittadino versa le imposte, con queste entrate, lo Stato può far fronte ai servizi utili. Se il cittadino non le versa, lo Stato va in default.”
La Legge N.3/2012 sostiene imprenditori, liberi professionisti e cittadini comuni meritevoli. Può essere uno strumento idoneo per consentire un riequilibrio cittadino/istituzioni?
“Nel momento in cui il cittadino, per emergenze di forza maggiore, perde il lavoro così perde la sua capacità contributiva e non versa più imposte. Il vantaggio di questa legge è rimettere il cittadino nella condizione di pagare le imposte nei limiti in cui può. Si vuole evitare l’aumento del lavoro in nero. Le imposte vanno pagate. E’ un discorso di civiltà.”
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