LIVING LAB – Sinergia tra l’Università di Palermo e le aziende dei Nebrodi
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LIVING LAB – Sinergia tra l’Università di Palermo e le aziende dei Nebrodi

Nasce il Living Lab: da un progetto con l’Università di Palermo nuova linfa per le aziende del territorio dei Nebrodi

“Living Lab”

“Living Lab”, un termine inglese per identificare un laboratorio di vita, nato per far rifiorire il settore agro alimentare, in territori depressi.
E’ un obiettivo ambizioso quello che si prefigge l’Università di Palermo insieme ad alcuni comuni dell’hinterland nebroideo: fare incontrare istituzioni ed imprese d’eccellenza, in modo da far ripartire il territorio su solide basi, puntando l’indice al fattore conoscenza.
Il progetto è finanziato con fondi europei.
Del gruppo di lavoro, attivo fin dallo scorso Novembre, fanno parte quindici docenti universitari. Il responsabile scientifico è il professore Nicola Francesca, mentre i rapporti tra l’università e le aziende sono gestiti da Manuela Raimondi Lazarevic’.
L’Università agisce in partenariato con società specializzate nell’aiuto ad imprese come la Euris e l’Italia Camp, che oltre a suggerire tecniche innovative di crescita aziendale, forniscono anche un supporto per la formazione delle start up e per la formazione del personale aziendale e l’Opan (Organizzazione prodotto allevatori Nebrodi) , realtà radicata ormai da anni sul territorio, di cui è presidente Giuseppe Frusteri.
il ruolo dei comuni
Al progetto hanno aderito circa dieci Comuni, capofila Sant’Agata Militello, ma la sede operativa è stata individuata a Galati Mamertino.
Sono previste una serie di giornate tematiche, dedicate alla gastronomia locale, citiamo ad esempio i salumi di suino nero, le birre, i dolci con mandorle e nocciole ed il miele, quest’ultimo protagonista di uno dei primi eventi alla fine di Maggio.

Galati Mamertino è molto nota per alcune aziende produttrici di miele che hanno ottenuto il presidio Slow food, come Emanumiele e Cirrito, ma anche la Casaleni natural Bio dell’imprenditore Placido Salamone, con sede a Castel di Tusa, che ha fatto conoscere uno dei suoi cavalli di battaglia: l’idromele, una bevanda prodotta con metodi antichissimi, proprio dalla fermentazione del miele.

” La nostra è una tematica innovativa di ricerca a servizio delle imprese – ha spiegato Nicola Francesca – e siamo contenti che è stata recepita ed appaltata in maniera significativa da Comuni situati in un’area bellissima, ma depressa come viene considerata la zona interna dei monti Nebrodi.
La sinergia che si è creata con gli enti e le imprese locali, sono sicuro che porterà a risultati considerevoli”.
Ai corsi di trasformazione tecnica delle imprese, in programma per i prossimi mesi, possono partecipare oltre agli imprenditori, anche alunni delle scuole superiori e inoccupati.
Ad Ottobre, è già prevista una giornata dedicata alla birra, e qui si cureranno alcuni aspetti per migliorare il prodotto, ad esempio si insegnerà ad aziende e corsisti, tramite accurate ricerche, come migliorarne il profumo.
Un progetto che guarda concretamente al futuro – afferma Placido Salamone -. Da imprenditore ritengo fondamentale che certe risorse vengano investite nella ricerca e nella sperimentazione. Un lavoro specializzato che le aziende non possono condurre da sole ma necessariamente con il supporto delle università. La produzione dell’idromele rientra certamente tra le tematiche da approfondire per le enormi potenzialità che esprime questo prodotto, al punto da includerlo nel programma archeologia da gustare che sto conducendo alacremente con enti pubblici ed investitori privati”.
 Il Living Lab è un  vero e proprio servizio alle aziende atto ad innalzare il know how.
I docenti universitari oltre a seguire le varie fasi progettuali, seguiranno anche i corsisti nelle fasi della formazione, così da rendere imprese con alto potenziale, ma nate in un territorio poco valorizzato, dei veri laboratori di vita.
4 Luglio 2022

Autore:

redazione


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