Ancora una e poi basta?.
Quelle erano le ciliege, oggi è un umorismo sarcastico, non fuori luogo perchè non se la ride, modello “terremopoli” sulle disgrazie altrui, ma che vuole sottolineare come, oggi, si paghino i conti di una gestione assurda del territorio, e non solo in tema di urbanizzazione e prevenzione, ma anche e sopratutto nel senso che è mancata una politica d’aiuto, serio e non da galera – vedi i finanziamenti ai falsi braccianti – per il recupero delle realtàrurali, delle campagne, d’aiuto all’agricoltura ed alla valorizzazione dei prodotti della terra, quelli della nostra tradizione. Così i Nebrodi, dopo aver visto abbandonati noccioleti e spopolate le campagne da chi le curava e accudiva giornalmente, persi gli “stradini” che rifacevano cunette e pulivano gronde, “stappate” le mappature geologiche che indicavano terre antiche e recenti, ogni mattina fanno i conti con la frana quotidiana, lo smottamento sottocasa, il disaggio della viabilità, la paura del “potrebbe capitare anche a noi”. La frana di oggi e quella di Longi. A preoccupare è lo stato di alcuni cedimenti che volgono verso il centro abitato. I sopralluoghi dell’ufficio tecnico comunale non sono confortanti ed evidenziano che lo smottamento, quello in direzione del torrente Santa Maria si “muove”. Chiaro segnale di ciò è stato il crollo di parte del muro di contenimento e dello spiazzale adiacente la villetta comunale, proprio all’ingresso del paese. La frana ha compromesso anche la stabilitàdi un traliccio dell’energia elettrica, e questo ha causato il blocco della fornitura per alcune case anche se il disaggio e stato circoscritto ad alcune ore. Non si esclude lo sgombero di alcune strutture che occupano anche uffici pubblici ed a rischio è la stessa caserma dei carabinieri. Richiesto da sindaco, Alessandro Lazzara, interventi da parte della Provincia e della Regione, anche per valutare l’entitàdel rischio. Sotto osservazione anche il torrente Santa Maria