Nell’aria di Ficarra, impregnata di storia e passione per l’arte, si è tenuta la ventunesima edizione di Beldanzando, una manifestazione che ha il potere di trasformare la danza e il bello in un’affascinante sinfonia di emozioni e contaminazioni artistiche.
Ma in questa edizione, la luce si è concentrata su una figura che ha lasciato un’impronta indelebile nell’anima di Ficarra e nella tessitura della sua cultura: Lorenzo Reina.
La storia di Lorenzo Reina con Ficarra inizia nel lontano 1988, quando l’artista giunse in questa località in veste di residenza d’artista.
Fu in quell’occasione che la pietra arenaria si trasformò in un mezzo espressivo, diventando il veicolo per l’opera di Reina. Quella che un tempo era una roccia inerte si trasformò in un’opera d’arte monumentale, una raffigurazione dell’impronta digitale di un gigante, un simbolo di identità e unione tra la forza dell’individuo e la solidità della terra.
Oggi, questa opera fa parte della collezione permanente del Comune di Ficarra, testimone mutevole dei tempi e della creatività che ha fiorito tra quelle mura.
Un luogo che ha catturato l’animo di Lorenzo Reina, incanalando la sua passione e la sua visione nella pietra.
E nel corso di questi anni, Ficarra non è stata solo una location, ma una musa ispiratrice per tanti.
Mauro Cappotto, attraverso il suo prezioso lavoro di cesello, ha agito come un alchimista, trasformando Ficarra in un laboratorio culturale, un luogo di scambio e collaborazione.
Una scommessa vinta in quanto ha pesantemente agito nella nuova formazione culturale del paese in maniera tansgenerazionale.
L’unione di Reina e Cappotto è stata un atto pionieristico nell’ambito delle residenze d’artista, dando vita a opere intrise di territorio e storia, opere che continuano a vibrare di vita e ispirazione.
E poi c’è Beldanzando, un evento che si snoda attraverso il linguaggio universale della danza, unendo il bello e il suggestivo in un abbraccio indimenticabile.
In questa edizione speciale, il Premio Città di Ficarra è stato conferito proprio a Lorenzo Reina.
Una scelta che va oltre il mero riconoscimento artistico, ma che abbraccia l’anima dell’uomo, l’umiltà del pastore e la grandezza dell’artista. Questo riconoscimento non è solo un premio, ma un tributo all’entusiasmo profuso nel luogo, all’amicizia tessuta tra anime affini, all’impronta di genio e umanità lasciata da Reina attraverso il suo gesto artistico.
Il Teatro di Andromeda, creazione visionaria di Reina, è una dimora dell’anima e dell’immaginazione, un luogo in cui miti e storie antiche si fondono con la contemporaneità, creando un’architettura di favole eterna.
È un’intricata danza tra passato e futuro, tra il Mediterraneo e le stelle, e ovviamente tra Ficarra e l’Universo. E in questo ballo, la Sicilia emerge come un crogiolo di razze, popoli e culture, un terreno fertile per la creazione di nuovi tessuti di civiltà e Ficarra diventa luogo e ambasciatrice di future esperienze.
Così, in una serata incantata, fi mezza estate, Ficarra ha omaggiato Lorenzo Reina, riconoscendo il suo contributo unico e prezioso alla trama culturale del luogo.
Il premio non è solo un tributo a un passato di gloria artistica, ma un riconoscimento della forza dell’arte nell’incidere profondamente nelle vite e nelle comunità, un omaggio all’umanità e all’amicizia che si intrecciano tra le pagine del tempo.
Lorenzo Reina, un pastore che si è trasformato in artista, un uomo che ha scolpito la sua eredità nell’anima di Ficarra e oltre. Un segno indelebile sulla carta dell’Universo.
Beldanzando è dedicato ad Angela Raffaele e la borsa di studio Fondazione Carmelo Mangano è stata assegnata quest’anno Chanel Calamunci.
Le motivazioni del premio CITTÀ DI FICARRA 2023 a LORENZO REINA
Il Comune di Ficarra, il Gruppo Folklorico “I Nebrodi” conferiscono il riconoscimento a LORENZO REINA Artista/Pastore, creatore del Teatro di Andromeda, inedita materializzazione di miti risuonanti di un’eco di forme arcaiche, dimensione attuale di architetture di favole eterne, scultura in forme di pietra della visionaria prospettiva di un Mediterraneo cullato dallo sfavillante Elios e proiettato verso le galassie e l’Universo, proposta di una Sicilia, dominante grazie alle dominazioni subite, crogiolo di razze, popoli e culture per una fusione in nuovi materiali di civiltà. Per Ficarra autore di un’impronta di genio e umanità lasciata alcuni decenni addietro, testimonianza silente ma duratura, tramite un gesto artistico importante, di entusiasmo per il luogo e di amicizia per chi si è incontrato intessendo amabilmente opere e giorni, come erede di poeta, come d’uso tra siciliani, sul proscenio dell’universo.
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