Vicende giudiziarie, antecedenti la loro candidatura, per una questione etica, avrebbero dovuto impedire che l’eventuale elezione potesse inserirli nel mondo politico italiano.
L’indagine della commissione antimafia ha portato alla luce l’incredibile (o forse perfettamente ipotizzabile): sono 800 i nomi, in tutta la penisola, che non dovevano apparire sulle liste elettorali, addirittura, per 39, la gravità delle accuse è tale da far ritenere assolutamente improponibile la loro candidatura.
Ragioni politiche e privacy impediscono di rendere pubblico l’elenco, tuttavia il dato certo è che gli 800 indegni sono “spalmati” sull’intero stivale.
Per qualcuno,però, amante della trasparenza assoluta, è opportuno che l’Italia sappia quanti degli “indegni” siano stati eletti, dove sia avvenuta l’elezione, quali i reati commessi e, soprattutto, se a conclusione delle pendenze giudiziarie, siano stati assolti o condannati.(98cento.it)
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