“Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi.
Voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi”.°
Ci sono luoghi dove nessuno vorrebbe esserci. Ci sono momenti che nessuno vorrebbe vivere
Ci sono spazi che nessuno vorrebbe valicare.
Cè, ancora, a Brolo, il dolore per la morte di un giovane
Si chiamava Paolo, ma poteva chiamarsi Ignazio, Rosario, Sergio, Renato, come tanti croci, lapidi, mazzi di fiori ci ricordano giornalmente sulla nostra Statale.
C’è il sogno che si spezza, il dolore che s’infrange su una famiglia, il ricordo che diventa un tarlo della mente, il cuore che si gonfia di ricordi, di memoria, di angosce.
C’è la mente che ti azzanna l’anima per quello che volevi dirgli, che volevi fare, per un rimprovero dato, un sorriso negato, ma anche per una passeggiata fatta, un segreto confessato, la voglia di coccole che un ragazzo vuole, per tutta la vita da mamma e papa, la sua famiglia.
Ci sono momenti che le parole vengono inghiottiti dal pianto, quello interiore, che fa più male delle lacrime che scorrono.
Ci sono momenti in cui una comunità deve far sentire la sua identità, il coraggio di stringersi intorno, confortarsi, riscaldarsi perché non è la temperatura esterna che conta….
Così ancora una volta Brolo, i suoi giovani, tanta gente comune, ha voluto ricordare con una fiaccolata un ragazzo morto sull’asfalto nel giorno del suo ventiduesimo compleanno.
Una città ancora in lutto. Il paese ancora silente, che ha aspettato un miracolo, ha creduto, pregato, alzato gli occhi al cielo, credenti o meno… ma tutti hanno dato un pensiero, energa, aliti di vita perché Paolo vincesse la scommessa con la vita.
Appunto ci voleva un miracolo.
Dopo il funerale che ha fatto scoppiare la chiesa per la tanta gente che voleva contenere, il lutto cittadino, i mixer delle discoteche con i “livelli” ammainati, ieri ancora una volta tanti hanno voluto abbracciare il dolore di questa famiglia sconvolta dal lutto più grande che si possa immaginare sopravvivere alla perdita di un figlio.
Un pezzo di quella meglio gioventù di Brolo che è andato via, come ha detto Salvo Messina, il sindaco, nell’orazione funebre.
Ma Paolo, al di là della retorica, ci da un esempio.
Ha lottato per rimanere, per vivere, ha tenuto duro, da sportivo con il suo ottimismo, per giorni, ci ha dato la speranza.
Questo è il messaggio più bello che ci ha regalato come il suo sorrso difficile da dimenticare e che abbiamo rivisto sul grande schermo in un mix d’immagini che i suoi amici hanno raccolto e messo dentro un video con le sue canzoni.
E’ un testamento giovane, fresco, che deve darci la speranza, la voglia di lottare di non mollare mai, fino alla fine ed è questo che lui ci ha insegnato, e che noi dovremmo imparare a tener ben fermo nella nostra mente e nel nostro cuore.
°testo di Francesco Guccini