La creatività musicale e la voce inconfondibile di Luciano Maio sono sicuramente stati il tratto peculiare della Taberna Mylaensis sin dalle sue origini.
Nell’album Populi e santi l’interpretazione di Preghiera prufuna ha sicuramente un posto privilegiato nella “sua” storia
Nonostante il suo passato di rocker, Luciano Maio pare essere naturalmente votato a rappresentare superbamente il mondo popolare siciliano con tutte le sue angosce, le sue sofferenze, la sua ribellione, il suo senso di devozione profonda e la sua superstizione. Sembra di vedere sul suo volto i solchi drammatici delle poesie di Ignazio Buttitta, sembra di sentire, nelle modulazioni incantevoli della sua voce, il grido di una terra arsa e vessata da mille dominatori.
Luciano può definirsi un monumento vivente della musica popolare siciliana insieme a tutti i componenti della Taberna Mylaensis, perchè ne ha scritto ne la storia.
Se è vero che le menti creative del gruppo lavoravano sempre in simbiosi tra loro e nell’evoluzione musicale e nella ricerca dei testi degli album del successo iniziale, Fammi ristari nto menzu di to brazza e Populi e Santi, è incisiva la sua presenza nella definizione musicale dei brani stessi.
Calzante il suo modulo espressivo canoro, soprattutto quando si esprime nei controcanti: cosa sarebbe Fammi ristari nto menzu di to brazza senza quel tono malinconico che fa da contrappunto alla giovane voce di Otera, quel tono espressivamente intenso e maturo che fa di questa canzone un assoluto capolavoro della musica popolare italiana! Se l’intuizione melodica partì dal flautista Franco Salvo(ora apprezzato jazzista), la scelta chitarrista e degli arrangiamenti porta il suo segno.
il colore espressivo dei primi album della Taberna
Luciano Maio è il colore espressivo dei primi album della Taberna: quale emblematica fusione tra mandolino e voce in Romanza, un canto d’amore eterno straziato e straziante che Luciano interpreta in modo pregnante quasi in un’ autodichiarazione “io sugnu a lettu che staiu vigghianuu e tu dda fora chi soffri pi mia, la me chitarra è duci e amurusa e cu la sona la sapi accurdari, idda rispunni piatusa piatusa, io sugnu stanca pi quantu t’amai!”
Sfaccettato nelle varie forme del popolare, altrettanto efficace e poetico è il suo modo di “Cuntare”: il suo racconto del vecchio Babba Blu restituisce il sapore antico e mitico che emerge dalle note della ballade in stile provenzale; lo stesso può dirsi ne La storia da figghiuledda rubata di pirati, leggenda popolare ispirata alle razzie musulmane nelle coste tirreniche, raccolto da Alberto Favara: Luciano esprime la tensione e il terrore di un popolo:Pigghiati l’armi, curriti picciotti, ci voli forza e curaggiu i tutti, lu gran serpenti nisciu di li grutti, commu ‘ntraseru sti ‘nfamazzi turchi!
Nell’album Populi e santi l’interpretazione di Preghiera prufuna ha sicuramente un posto privilegiato: ci tiene sospesi ad un filo tra il regno dei morti e dei vivi con quell’incipit quasi invocatorio delle anime del purgatorio.
Il suo rovello creativo ha continuato ad esprimersi senza sosta nelle produzioni successive, mescolando la ricerca e la folk music e facendo conoscere la musica popolare siciliana in tutta Europa.
L’album Gricalata è da ritenersi uno dei più importanti esperimenti di folk rock, un vero capolavoro di sperimentazione: le note di copertina sono estremamente indicative di questo passaggio: In questo ultimo lavoro abbiamo presentato nostre composizioni che, pur trattando temi antichi, ma sempre attuali sulla condizione dei Siciliani e sul loro stato d’animo, dal lato musicale, ci hanno permesso di trasmettere le nostre sensazioni e la nostra rabbia. Con l’utilizzazione, infine, di strumenti normalmente in uso in altri discorsi musicali, riteniamo di avere allargato i confini della ‘Musica Popolare’. e così fu: l’omonimo brano Gricalata è tutt’oggi coinvolgente con uno sfavillante Maio che sa toccare le corde dell’anima anche nel brano Amuri ca luntani stai.
La sua naturale predisposizione ai moduli arabeggianti vengono fuori nitidi anche nel brani U cauddu e più tardi nel brano Unu, dui e Tri.
Portella de la Ginestra
Menzione particolare per Portella de la Ginestra ove Luciano Maio è davvero degno interprete ed esecutore della poesia di Ignazio Buttitta
Ne L’anima du Munnu, Luciano raggiunge vette di creatività molto alte, esplorando nuove relazioni con le culture del bacino mediterraneo: Luciano Maio può ritenersi un musicista popolare completo come dimostra anche l’ultimo suo lavoro e Vinnuru du mari… Federicu raccoglie brani strumentali e ballate sullo storico personaggio Federico II di Svevia, con rielaborazioni musicali di influenza mediterranea e musica di corte.
Da leggere
TANINO LAZZARO – Il primo fisarmonicista della Taberna Mylaensis
FRANCO SALVO – Creare, trovare, sperimentare. Un musicista da riscoprire e scoprire